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La mobilità Internazionale nella formazione: uno strumento di crescita

Programma Erasmus

Il programma Erasmus, acronimo di "European Region Action Scheme for the Mobility of University Students", è stato istituito nel 1987 dal Consiglio dell’Unione Europea per promuovere la mobilità studentesca.
Tale programma offre agli studenti universitari la possibilità di svolgere un periodo di studio o di tirocinio, che varia dai tre ai dodici mesi, in un Istituto d’Istruzione Superiore di uno dei Paesi partecipanti al programma e legalmente riconosciuto dalla propria università. Il programma Erasmus tende a essere il mezzo più popolare di mobilità parziale tra gli studenti europei, rappresenta l’orgoglio delle istituzioni Europee, con oltre tre milioni di partecipanti e promuove una cooperazione tra le università con l’obiettivo di rafforzare l’interazione tra i cittadini nei diversi Stati membri.

L’Erasmus promuove la mobilità studentesca e svolge un ruolo fondamentale nel fornire a persone di qualsiasi età i mezzi necessari per partecipare attivamente al mercato del lavoro e alla società in generale con particolare attenzione allo sviluppo dell’occupazione e della cittadinanza attiva, per combattere la disoccupazione giovanile. Al programma partecipano tutti i ventotto Stati membri dell'Unione europea più alcuni paesi extra europei: Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Turchia, Croazia, ed ex Repubblica iugoslava di Macedonia.
Dal 1° gennaio 2014, il programma Erasmus è entrato in una nuova fase che prende il nome di Erasmus Plus, il nuovo programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

Come già accennato, il nuovo programma riunisce i precedenti meccanismi di finanziamento promossi dall’UE tra il 2007 e il 2013.
Si tratta di un programma notevolmente ampio, dove sono state introdotte importanti novità rispetto al passato. Ad esempio, ora è prevista l’estensione della mobilità per apprendimento al personale docente e non docente d’istituti scolastici statali, comunali o paritari di ogni livello o la possibilità di partecipazione alle esperienze di studio e tirocinio all’estero anche da parte di studenti neolaureati.

Per la mobilità ai fini di studio gli studenti posso partire dal secondo anno di studi per un periodo che varia dai tre ai dodici mesi mentre per i corsi di studio a ciclo unico il periodo di mobilità è esteso ad un massimo di 24 mesi.
Per partecipare al programma Erasmus bisogna avere determinati criteri, stabiliti nel bando pubblicato sul sito della propria facoltà.
Il candidato sarà valutato da un’apposita commissione che provvederà a comunicare l’eventuale accettazione tramite una graduatoria.
Ai vincitori è assegnata una borsa di mobilità copertura delle spese di viaggio e alloggio che variano in base al costo di vita del paese ospitante (i paesi sono suddivisi in tre gruppi: Paesi con un livello di vita superiore, paesi con una vita media e paesi con un tenore di vita inferiore).

Inoltre, prima della partenza gli studenti devono compilare un documento chiamato “learning agreement” nel quale sono stabilite le attività accademiche che saranno svolte presso l’università ospitante.
Le attività effettivamente svolte saranno poi certificate attraverso il “trascript of records” che è rilasciato dall’università straniera prima della partenza.
Inoltre, prima della partenza l’università mette a disposizione degli studenti dei corsi di preparazione linguistica poiché per partire, è necessario avere una certificazione di lingua o svolgere un test di accertamento linguistico.
Il programma prevede uno strumento chiamato “Online Linguistic SupportOLS” fornito dalla Commissione Europea per facilitare la partecipazione al programma. OLS prevede un test di valutazione prima e dopo la partenza per valutare i progressi ottenuti dopo il soggiorno (test obbligatori per partecipare al programma Erasmus+).

In seguito, gli studenti potranno svolgere dei corsi di lingua online per esercitarsi e migliorare la conoscenza di una lingua in vista della partenza.
Per quanto riguarda il budget del programma, la dotazione di bilancio stabilita è di 14,7 miliardi di euro di cui due terzi sono destinati alle opportunità di studio all'estero per i singoli individui, nell'UE e fuori di essa, il resto a sostegno dei partenariati tra le istituzioni d'istruzione, le organizzazioni giovanili, le imprese, le autorità locali e regionali e le ONG.
Dopo trenta anni di programma, quasi quattromilioni di studenti ha avuto l’opportunità di studiare in un’altra università o hanno svolto un tirocinio formativo pratico presso istituzioni, imprese, centri di formazione e ricerca operanti in un altro paese dell’Unione Europea o aderente al programma. Nel 2018, sono state introdotte altre novità quali, un budget molto più ampio per il settore istruzione scolastica, invitando anche le scuole ad aprire le porte all’Europa con progetti che hanno come obiettivo la mobilità degli alunni e dello staff, per scambi linguistici o per mobilità a lungo termine (fino a un massimo di dodici mesi). Coinvolgono scuole ma anche Enti, organizzazioni associazioni attive nel settore dell’Istruzione scolastica.

Inoltre, sempre nell’ultimo anno, la Commissione Europea con l’incremento del finanziamento europeo per la mobilità degli studenti Erasmus, ha stabilito un aumento delle borse del 10% in base al paese di destinazione.
Grazie a questo programma i giovani possono trarre notevoli benefici.
Infatti, il progetto Erasmus fornisce una probabilità in più di trovare un lavoro rispetto agli studenti che non ne hanno beneficiato. Un sondaggio della Commissione Europea che esegue un confronto tra studenti che hanno svolto l’Erasmus e studenti che non hanno aderito ad alcun programma di mobilità internazionale mostra come il primo gruppo ha maggiori possibilità di lavorare in ambito internazionale e ha meno probabilità di rimanere disoccupato rispetto a chi non ne ha usufruito.
Sempre da uno studio condotto dalla Commissione Europea (Erasmus impact study: regional analysis) è emerso che gli studenti dei paesi dell’Europa meridionale ovvero gli studenti italiani, spagnoli, portoghesi e greci che fanno o hanno fatto l’Erasmus hanno meno probabilità di essere disoccupati a cinque o dieci anni dalla laurea rispetto a coloro che non hanno aderito al progetto.

Anche i tirocinanti Erasmus dell’Europa del sud hanno più probabilità di essere assunti dalle imprese ospitanti. Secondo dei dati forniti dall’Agenzia Erasmus+Indire, L’Italia contribuisce ai numeri del programma Erasmus.
Gli studenti che decidono di partire per l’Erasmus hanno in media ventitré anni e sono principalmente ragazze (59 % del totale contro il 41% dei ragazzi), mentre la durata del soggiorno è in media di sei mesi.
Tra le mete prescelte troviamo al primo postola Spagna seguita dalla Francia, Germania e Regno Unito (secondo i dati del 2017 dell’Agenzia Erasmus+Indire).
Troviamo un riscontro positivo anche per i dati raccolti sulle esperienze di tirocinio all’estero dagli studenti di università italiane, sono 7.952 gli studenti, che nel 2015/16 hanno svolto un tirocinio all’estero.
Tra i paesi più inclini agli stage, l’Italia guadagna il terzo posto in Europa dopo la Francia e la Germania.
Anche in questo caso, a partire sono più le ragazze rispetto ai ragazzi, con un’età media di venticinque anni per un periodo medio di tre mesi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La mobilità Internazionale nella formazione: uno strumento di crescita

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Informazioni tesi

  Autore: Gessica Guarino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze del turismo
  Relatore: Fernando Martinez
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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