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I limiti del potere di controllo del datore di lavoro

Social Network diffusi in rete – Facebook e Twitter

La diffusione del web e del termine inglese social network, ovvero rete sociale, ha avuto una grande evoluzione di comunicazione in rete negli ultimi anni. Una rete sociale consiste di un qualsiasi gruppo di individui connessi tra di loro da diversi legami sociali. I social network, comunemente, sono usati come strumento per creare e mantenere le reti virtuali e le comunità on-line, che più esattamente si chiama sito di social networking (social netwok sites).
La nascita dei social network sites indica un cambiamento nell’organizzazione delle comunità on-line. I siti di social networking sono servizi basati sul web che permettono di creare un profilo pubblico o parzialmente pubblico, di formare una lista di contatti, di vedere e consultare la propria lista di “amici” e di poter interagire e comunicare con essi.
Il primo social network site, come nel caso del famoso Facebook, è nato con l’obiettivo di mantenere le relazioni con colleghi ed amici; oggi si stanno diffondendo sempre più velocemente, offrendo agli utenti nuove possibilità di comunicare.
Sull’uso e sulla diffusione dei social network, si è espresso il Garante per la protezione dei dati personali, per un corretto utilizzo dei servizi di rete. A sua volta, il Garante per la privacy ha deciso di mettere a punto una breve guida per aiutare chi intende entrare in un social network o chi ne fa già parte. Il suo obiettivo è quello di offrire spunti di riflessione, e, soprattutto, consigli per tutelare nel mondo virtuale la nostra identità ovvero i nostri dati personali.
La diffusione di questo strumento di comunicazione virtuale ha raggiunto dimensioni tali da invadere anche le scrivanie dei lavoratori, nei luoghi di lavoro. Sempre più spesso, infatti, le aziende si trovano a dover affrontare il problema delle interferenze tra Facebook e rapporto di lavoro nel caso di dipendente che utilizzano il computer aziendale per l’accesso ai social network. Emergono da qui una serie di conseguenze che ricadono sull'azienda. L’azienda si ritrova di fronte lavoratori che, durante l’orario di lavoro, sono impegnati in attività extralavorative. Si tratta del cosiddetto “assenteismo virtuale”, in quanto il lavoratore utilizza le ore lavorative per scopi strettamente personali, sottraendosi alle proprie mansioni. Comportamenti di questo tipo rappresentano, innanzitutto, una forma di inadempimento che legittima l’imprenditore ad esercitare i poteri disciplinari che la legge gli riconosce, licenziamento incluso.
Spesso Facebook viene utilizzato dai lavoratori per pubblicare commenti negativi sui propri datori di lavoro o sulla stessa azienda. Ne consegue un evidente danno per l’azienda, essendo, tali commenti di portata pubblica. Per questi motivi sono previste sanzioni, fino al licenziamento, per chi contribuisce alla diffusione di commenti negativi sul proprio datore di lavoro o di informazioni riservate sull'attività aziendale. Spetterà al giudice la valutazione dei fatti e la proporzionalità delle sanzioni da applicare, considerando l’intenzionalità del dipendente, il contenuto delle dichiarazioni e l’ambito di pubblicità.
L'utilizzo dei social network riguarda non solo i lavoratori ma anche i datori di lavoro. Infatti, in merito all’utilizzo di Facebook nei luoghi di lavoro, si deve mettere in evidenza anche il caso in cui sia il datore di lavoro ad utilizzarlo per attingere ad informazioni personali sui candidati alle assunzioni e sugli assunti.
Le funzioni disponibili nei siti di social network sono in continua evoluzione: gli ultimi sviluppi spingono i social network ad integrarsi con i telefoni cellulari di nuova generazione, permettendo di diffondere i messaggi pubblicati on-line istantaneamente “trasformandoli” in sms, come avviene per esempio con Twitter. Twitter, sviluppato nel 2006, è un servizio gratuito di social network che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo. Caratteristica di questi innovativi strumenti di comunicazione, come per il sito Twitter, è che gli utenti stessi a modificare le funzioni degli strumenti e le loro applicazioni. Ma anche su Twitter la privacy corre dei rischi. In effetti, a differenza di Facebook, un messaggio pubblicato su Twitter è davvero pubblico, possono accedervi terzi che non conosciamo.
Al giorno d'oggi, però, spesso molte aziende prima di assumere un candidato per un posto di lavoro analizzano a fondo la sua attività sul Web e, a volte, come succede per Facebook, anche per Twitter qualche tweet sconveniente può rovinarti l'immagine. A questo riguardo, per dare una maggiore protezione ai propri dati personali e una minore visibilità sul social, è necessario impostare la propria privacy in modo da consentire l’accesso ai nostri tweet solo agli utenti da noi autorizzati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I limiti del potere di controllo del datore di lavoro

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Lauri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Vincenzo Luciani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

FAQ

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Parole chiave

lavoro
tutela del lavoratore
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privacy del lavoratore
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