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Startupper e Investitori: elementi chiave per un matrimonio perfetto

Startup in Italia e nel mondo

In Italia, negli anni successivi alla crisi, era necessario attuare una politica industriale favorevole ad uno sviluppo sostenibile che contrastasse la disoccupazione, soprattutto quella giovanile. Dato che era presente un ecosistema animato dall’imprenditorialità e dall’innovazione, nel 19 dicembre 2012 entrò in vigore il Decreto Legge “Crescita 2.0”, con il quale il Governo si impegnò a predisporre una normativa per la nascita e lo sviluppo di imprese ad alto valore tecnologico, chiamate “Start up innovative”.
Questo fu un grosso passo per la crescita del Paese il quale, per la prima volta, riconosceva giuridicamente le Start up innovative, introducendo una serie di norme e strumenti giuridici a favore del loro sviluppo nelle varie fasi del ciclo di vita. Per Start up innovative non si intendono tutte le attività di nuova costituzione, ma si fa riferimento ad imprese operanti in diversi settori che fanno innovazione nell’ambito tecnologico. A queste ultime lo Stato riserva delle agevolazioni fiscali solo nel caso in cui esse rispettino i seguenti requisiti:
1) Sono attività di nuova costituzione o quanto meno inferiori ai 4 anni di vita, con sede principale nel territorio italiano.
2) Fatturano annualmente meno di 5 milioni di euro, e non distribuiscono utili.
3) Hanno come oggetto sociale lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi, e devono spendere il 30% dei loro costi in ricerca e sviluppo.
I punti elencati in precedenza sono una sintesi dei principali requisiti chiesti dallo Stato per rientrare nella definizione di Start up innovativa. Le misure agevolative riservate a quest’ultima, hanno lo scopo di creare un contesto più fertile e stimolante per la promozione e lo sviluppo di attività imprenditoriali. Tra le agevolazioni più importanti ci sono:
1) Esenzione delle spese di iscrizione nel registro delle imprese: non si effettua il pagamento della imposta di Bollo e della quota spettante alla Camera di Commercio.
2) Una gestione flessibile della società e delle quote dei soci: possono avere diverse categorie di quote e con diritti differenti e non proporzionale alla partecipazione.
3) Godono di un regime speciale sulla riduzione del capitale sociale in caso di perdite.
4) Disciplina dei contratti di lavoro e delle retribuzioni molto flessibili: contratti determinati con durata minima di sei mesi e rinnovabile complessivamente fino a 48 mesi. Mentre per la retribuzione, è lasciata alle due parti stabilire le modalità e le quantità, fatto salvo un minimo tabellare. Inoltre c’è la possibilità di accordare una remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale (work for equity).
5) Incentivi fiscali per gli investimenti diretti o indiretti in Start up provenienti sia da persone fisiche che giuridiche.
6) Introduzione dell’equity crowdfunding: l’Italia è stato il primo Paese al mondo a regolamentare, dal punto di vista normativo, la raccolta di capitale di rischio attraverso dei portali on-line.
7) Accesso semplificato e diretto al Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, facilitando così alle Start Up l’accesso al credito bancario. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Startupper e Investitori: elementi chiave per un matrimonio perfetto

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Informazioni tesi

  Autore: Redi Vyshka
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Management
  Corso: Finanza
  Relatore: Renzo Cenciarini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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