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Dio è morto? Analisi dei processi di secolarizzazione e desecolarizzazione nella società contemporanea

Un breve sguardo all’interno dell’Italia: valori civili e religione

Parlando della situazione interna dell’Italia, occorre attuare una doverosa suddivisione del territorio in cinque aree: il Nordovest, la “zona bianca”, la “zona rossa”, il Centrosud, il Sud e le Isole. La denominazione “zona bianca” e “zona rossa” la si usa per contraddistinguere due aree nelle quali, a partire dal secondo dopoguerra, si radicarono due forti partiti: la Democrazia cristiana e il Partito comunista. Nel Nordest (la “zona bianca”) prevaleva soprattutto una subcultura cattolica, in cui il punto di riferimento risultava essere la chiesa con la sua fitta rette di parrocchie e associazioni che svolgevano servizi assistenziali. Nelle regioni del Centro (la “zona rossa”) prevaleva invece una subcultura comunista che faceva riferimento alla centralità e al ruolo non solo del partito, ma dei giornali, delle cooperative, dei sindacati e degli enti assistenziali e ricreativi.

Studiosi come Putnam analizzarono il ruolo del capitale sociale all’interno del nostro paese. Il capitale sociale, come già detto, può essere considerato come quell’insieme di risorse che si creano attraverso le reti di relazione tra gli individui e che concorrono allo sviluppo e al miglioramento di un sistema economico e politico. In virtù di questo concetto Putnam, che si rifà anche agli studi di due importanti politologi americani Almond e Verba, arriva a definire la zona bianca e la zona rossa (insieme al Nordovest) più civiche rispetto al Mezzogiorno e alle Isole [Sciolla, 2004, pp. 149150]. Secondo lo studioso quindi sia la cultura religiosa della zona bianca che la cultura laica della zona rossa contribuirono allo sviluppo di reti di associazioni assistenziali e ricreative (facenti riferimento rispettivamente alla chiesa e al partito comunista) in cui il capitale sociale si creava e ricreava continuamente, contribuendo allo sviluppo civico, economico e istituzionale di queste regioni.

Nulla a confronto con la cultura non civica e familistica delle regioni meridionali. Questa spaccatura, sempre secondo Putnam e gli altri studiosi, deriverebbe dalle radici storiche delle due zone: l’una , quella civica, era figlia del repubblicanesimo dell’ “Italia dei comuni”, l’altra, quella non civica, del regime feudale e autoritario della monarchia normanna. Tra gli studiosi e politologi americani che si occuparono del caso italiano, Banfield (nel 1958) coniò il termine di “familismo amorale” per sottolineare come in Italia, e soprattutto nel Mezzogiorno, esiste un tipo di cultura in cui si fa grande affidamento ai legami di sangue per massimizzare gli interessi familiari più immediati (familismo), a prescindere dal bene comune (ecco perché definito “amorale”).

Questo atteggiamento, che si potrebbe considerare come diametralmente opposto alla “cultura civica”, spiegherebbe la sfiducia nei confronti delle istituzioni e i conseguenti fenomeni di criminalità organizzata presenti nel Sud d’Italia.
Parlando di fiducia, possiamo affermare che la chiesa è senz’altro l’istituzione verso cui gli italiani (di tutte le aree territoriali del paese) fanno maggiore affidamento e il consenso in essa è addirittura cresciuto in questi ultimi tempi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dio è morto? Analisi dei processi di secolarizzazione e desecolarizzazione nella società contemporanea

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Vespa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Giuliana Mandich
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 37

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