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Un decennio in musica. La costruzione dell'immaginario musicale in Italia. 1980-1990

Un esempio virtuoso di media event musicale: il Live Aid

Lo straordinario dispiego di energie e risorse finanziarie, unito alla copertura mediatica che l’iniziativa ha ricevuto, hanno fatto del Live Aid un evento mediatico di carattere musicale primo nel suo genere.
All’epoca della sua realizzazione, è stato subito ben chiara la portata di quell’iniziativa. La pressione e l’attesa per l’evento è stata forte e palpabile. Vi era la consapevolezza che si sarebbe trattato di qualcosa cui valeva la pena essere testimoni.
Alla novità di tale iniziativa si sommavano i timori per la riuscita della diretta televisiva. Le televisioni che hanno partecipato hanno, infatti, scommesso sul Live Aid senza avere certezze sulla sua riuscita.

L’efficacia del Live Aid, e in generale degli eventi mediatici, risiede innanzi tutto nella realizzazione di tutto il potenziale dei media. Per mezzo di sedici satelliti l’evento è stato visibile sulle televisioni di 150 paesi con un‘audience di 650 milioni di persone. Si trattava di qualcosa di completamente nuovo, di una sperimentazione in piega regola. Nel caso di MTV, che si è occupata della trasmissioni televisive della diretta negli Stati Uniti, il Live Aid è stata anche l’occasione per dimostrare d’aver raggiunto pieno riconoscimento.

Per sedici ore le normali programmazioni delle reti televisive che trasmettevano l’evento si sono interrotte. L’attenzione è stata così completamente focalizzata sull’evento, il quale, pertanto ha assunto carattere di festività. In Italia, Rai Tre aveva organizzato la programmazione con la messa in onda della diretta dalle ore tredici alle diciannove e dalle ventitré e dieci fino alle sei di mattina. Nell’intervallo di tempo il pubblico ha potuto continuare a seguire l’evento nel corso della trasmissione Sotto le stelle (30 giugno 1985) sul canale Rai Uno.

Alla base del Live Aid, come si è visto, vi è era l’intenzione di agire in favore della popolazione dell’Etiopia, ossia di incentivare uno sforzo per dare vita un cambiamento. In tal senso, si è voluto sfruttare la persuasività tipica degli eventi mediali per creare consenso di massa. A ciò si somma la scelta di coinvolgere artisti popolari presso il pubblico e da esso facilmente riconoscibili.
Il mondo musicale si è attivato per attirare l’attenzione su una tematica importante, per stimolare la diffusione della solidarietà e del volontariato utili alla risoluzione o quanto meno al miglioramento di una condizione preesistente. Proprio questa celebrazione del volontariato secondo Dayan e Katz “costituisce la base degli eventi mediali ed è parte della loro attrazione”.

Il ruolo dell’audience è stato quanto mai attivo. A fianco delle comuni manifestazioni di consenso a cui solitamente si assiste ai concerti, il pubblico ha manifestato il proprio impegno attraverso la donazione di denaro. Allo stesso modo, attraverso i mass media, è stata coinvolta anche l’audience domestica. La televisione ha offerto allo spettatore la sensazione di esser fisicamente presenti all’evento a cui ciò si aggiunge il vantaggio di avere una visuale migliore, completa e non parziale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un decennio in musica. La costruzione dell'immaginario musicale in Italia. 1980-1990

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Borsi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Silvia Pezzoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 301

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Parole chiave

1980
1990
classifiche
decennio
immaginario
musica
musicale
società

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