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Psicologia della Vibrazione, dal suono alla trasformazione.

Cimatica: il suono è forma

Nel XVII secolo il fisico e musicista tedesco Ernst Florenz Friedrich Chaldni pubblicò Entdeckungen über die Theorie des Klanges (Scoperte sulla teoria dei suoni). In questa ed altre opere all'avanguardia Chladni (Wittenberg, 30 novembre 1756 – Breslavia, 3 aprile 1827), pose le fondamenta di quella disciplina della fisica che avrebbe poi assunto la denominazione di acustica, la scienza del suono. Uno dei successi di Chladni fu di escogitare un metodo per rendere visibile quello che le onde sonore generano. Egli provò a far vibrare un arco da violino su una sottile lamina di metallo su cui distribuì una piccola quantità di sabbia: facendo scorrere l'archetto scoprì che la sabbia si separava andando a formare meravigliose forme simmetriche. Con questo esperimento dimostrò che il suono influisce davvero sulla materia fisica e diede inizio a una nuova scienza, la cimatica, cioè lo studio degli effetti delle onde sonore sulla materia fisica.

Successivamente, un altro scienziato e fisico svizzero, il dottor Hans Jenny, morto nel 1972 e pressoché sconosciuto nelle nostre Università, autore di Cymatics: A Study of Wave Phenomena & Vibration (1967), trascorse tutta la vita a sperimentare la capacità del suono di creare forme, scattando numerose fotografie. Per condurre questi esperimenti si avvalse di svariati dispositivi: oscillatori sonori, microfoni, sofisticate apparecchiature fotografiche, registrazioni di musica classica e di voci parlate. Osservò che le forme e le figure che si producevano sulla sabbia, limatura di ferro, acqua e altro, quando sono soggette a vibrazioni sonore, avevano una certa prevedibilità. Il dottor Jenny dimostrò che le vibrazioni producevano forme geometriche, sfere, cristalli e anche spirali a forma di galassie.
Facendo vibrare vari materiali, tra cui acqua, olio e grafite, in essi compaiono delle forme con struttura tridimensionale che variano con il variare delle frequenze e della loro intensità. Ogni figura è semplicemente la forma visibile di una forza invisibile. Ogni forma contiene le informazioni delle vibrazioni che l'hanno generata ed è ipotizzabile che le ritrasmetta su armoniche maggiori. Jenny dimostrò che la musica produceva una struttura simile a quella di un tessuto: il suono crea la forma. Su questa base riteneva che la chiave per guarire il corpo si potesse trovare nella comprensione di come la frequenza sonora agisca sulle cellule e sulle strutture del corpo. Hans Jenny notò che determinati suoni corrispondono sempre alle stesse figure, inoltre, scoprì che acclamando i suoni di antichi linguaggi come il sanscrito o l'ebraico, le figure che si producevano, disegnavano il simbolo alfabetico che si pronunziava. Nei suoi esperimenti realizzò tanto le figure di Chladni quanto quelle di Lissajous. Scoprì inoltre che se faceva vibrare una lastra secondo frequenza e ampiezza specifiche, sul materiale della lastra comparivano le forme e gli schemi di movimento caratteristici di quella vibrazione. Se modificava la frequenza o l'ampiezza, variavano anche lo sviluppo e lo schema. Scopri che se aumentava la frequenza, altrettanto accadeva alla complessità degli schemi; il numero degli elementi diventava maggiore. Se, d'altro canto, aumentava l'ampiezza, i movimenti diventavano ancor più rapidi e tumultuosi e potevano persino creare piccole eruzioni, dove il materiale effettivo veniva scagliato in aria. Le forme, le figure e gli schemi di movimento che comparivano si dimostrarono essere principalmente una funzione della frequenza, dell'ampiezza e delle caratteristiche inerenti ai vari materiali. (Jenny, 2001).
Un'altra scoperta interessante rilevava che i disegni, che altrimenti si formavano, ricordavano le strutture cellulari degli organi viventi.
Jenny si convinse che la vita è il risultato delle vibrazioni specifiche di ogni cellula, in altre parole, ogni cellula ha il suo suono, la sua nota. Nel capitolo conclusivo di em>Cymatics, A Study of Wave Phenomena and Vibration Hans Jenny, riunisce questi fenomeni in un'unità suddivisa in tre parti. Il potere generativo fondamentale risiede nella vibrazione che, con la sua periodicità, sostiene i fenomeni e i loro due poli. Ad un polo abbiamo la forma, lo schema figurativo; in corrispondenza dell'altro polo troviamo il movimento, il processo dinamico. Secondo Jenny questi tre campi - vibrazione e periodicità come campo di fondo, e forma e movimento come i due poli - costituiscono un indivisibile insieme, anche se talvolta uno di essi può avere il predominio. (Jenny, 2001). […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Psicologia della Vibrazione, dal suono alla trasformazione.

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Giuseppe Negri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi del Salento
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Carlo Dalla Pozza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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