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Il principio di non contestazione: genesi, disciplina e potenzialità semplificatorie nell'ottica del nuovo art. 115 c.p.c.

Cosa significa contestare. Peculiarità rispetto alla difesa e alle eccezioni.

Dopo averne individuato i limiti soggettivi ed oggettivi ed analizzato le concrete modalità attraverso cui si estrinseca, si tratta ora, in questa sorta di percorso a ritroso, di stabilire quali siano i comportamenti che integrano l'onere di contestazione, con uno sguardo attento a coglierne le peculiarità rispetto alle eccezioni e al comportamento difensivo della parte, inteso nel suo complesso.

In effetti, lo svolgimento di attività in vario modo definibile come difensiva e, ancor più, la proposizione di vere e proprie eccezioni, condividono con la contestazione la sua essenza precipua, ravvisabile nella volontà di porre in essere strategie processuali volte a far valere le proprie ragioni, in fatto e in diritto, a discapito di quelle avversarie, se necessario confutando e disconoscendo queste ultime, affinché il giudice possa convincersi della bontà delle proprie argomentazioni e porle alla base del suo convincimento e, dunque, della decisione finale.

Esaminando più da vicino ciascuna delle summenzionate tipologie di atti, con le relative elaborazioni dottrinali nel tempo collaudatesi in merito ad esse, vengono in rilievo innanzitutto le mere difese: tali sono pressoché unanimemente ritenute le contestazioni relative ai fatti costitutivi, intese dunque a negare, in senso lato, la fondatezza delle pretese addotte ex adverso, ma senza con ciò introdurre un nuovo tema di contrasto, cioè senza dare ingresso nel processo ad ulteriori fatti (modificativi, estintivi o impeditivi) rispetto a quelli già delineati dagli atti introduttivi.

L'eccezione (di merito), viceversa, si connota per un contenuto autonomo e positivo, che la connota e la arricchisce rispetto alla mera difesa: si tratta di allegazioni che causano un allargamento dell'oggetto del processo, dunque dei fatti dei quali il giudice può – e deve – venire a conoscenza, oltre i confini tracciati dalla domanda. Dai, seppur schematici, rilievi che precedono, un dato emerge con chiarezza: è agevole fissare il discrimine tra difesa ed eccezioni (di merito e in senso proprio, v. richiamo nota 63) qualora si tenga a mente il contenuto essenzialmente negativo dell'una e positivo delle altre.

Ciò premesso, ci si deve interrogare circa il contenuto di quella particolare attività latu sensu difensiva che è la contestazione (specifica), tentando di chiarirne i rapporti con le altre due tipologie di attività processuali esaminate.

Al riguardo, non può sottacersi come il tentativo di definire, in positivo, i comportamenti concretamente integranti l'attività contestativa, sia stato oggetto di scarno interesse in dottrina: ciò è imputabile al fascino che la nozione di contestazione esercita qualora la si pensi in negativo, con i connessi risvolti in tema di semplificazione processuale. Ben si comprendono, pertanto, le ragioni per le quali gli autori che si sono approcciati al tema si siano occupati principalmente di definire gli atteggiamenti processuali riconducibili alla mancata contestazione e gli effetti che da questa scaturiscono, tralasciando l'indagine, pur importante, intorno al tipo di attività difensiva che la parte deve porre in essere per escluderli.

Il risultato di tale disinteresse ha fatto sì che i pochi contributi in tal senso fossero spesso viziati di una 'commistione concettuale' e tendessero a ricondurre la contestazione o nell'alveo delle mere difese o in quello delle eccezioni mentre, a ben vedere, la sua natura partecipa di entrambe: accanto alla semplice negazione del fatto allegato dall'avversario, la contestazione può, o meglio, alla luce del requisito di 'specificità', deve presentare un contenuto almeno parzialmente assertivo. Il rilievo per il quale molto spesso la contestazione, anziché limitarsi a negare il fatto allegato dalla controparte, debba accompagnarsi ad ulteriori precisazioni fattuali, vale sicuramente ad escludere che la stessa sia equiparabile alla generica difesa ma, d'altro canto, non vale nemmeno a trasformala in eccezione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il principio di non contestazione: genesi, disciplina e potenzialità semplificatorie nell'ottica del nuovo art. 115 c.p.c.

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Informazioni tesi

  Autore: Rossella Casillo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Andrea  GRAZIOSI
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 238

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