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I giacimenti petroliferi: analisi tecniche ed economiche

I fattori che influenzano il prezzo d’equilibrio del petrolio

Il prezzo di una commodity si trova al suo livello d’equilibrio quando l’offerta è esattamente assorbita dalla domanda e non esistono, pertanto, forze che inducano variazioni dello stesso. Tuttavia, il disequilibrio rappresenta la norma, per la presenza di una serie di fattori che continuamente, periodicamente od occasionalmente influenzano domanda e offerta. L’offerta di una commodity è costituita dalla produzione corrente, dalle importazioni e dagli eventuali accantonamenti effettuati nel passato, mentre la domanda proviene dagli utilizzi domestici, dalle esportazioni e dall’accumulo di scorte. Inoltre, alcune pressioni “esterne” sulla domanda e l’offerta provengono dagli stoccaggi effettuati dai governi a fini strategici, dagli accordi internazionali sul livello della produzione o delle esportazioni e dalla costituzione di “scorte-cuscinetto” per la stabilizzazione dei prezzi. Una delle peculiarità dei mercati delle materie prime è che sono soggetti alla “legge della domanda e dell’offerta”, secondo la quale il valore di una commodity, a differenza di tutti gli altri strumenti finanziari (azioni, cowered warrant, obbligazioni, ecc…) non potrà mai scendere così in basso fino ad azzerarsi del tutto. Questo non significa che i prezzi di una materia prima non possano scendere, ma soltanto che, arrivati ad un certo punto, inizieranno sicuramente a risalire proprio perché “regolati” da questa legge. Il suo prezzo, infatti, potrà essere inferiore al costo necessario per produrla e potrà scendere anche di molto rispetto al prezzo di produzione, ma non potrà farlo all’infinito. Nessuno è in grado di poter produrre, per un lungo periodo di tempo, qualcosa che costa più di quanto fa incassare (e perciò non conveniente): i produttori che economicamente riescono a sopportare questa situazione continuano a produrre, altri si spostano su produzioni più remunerative ed altri ancora sono costretti a chiudere per mancanza di denaro.
Questo meccanismo porta ad un’inevitabile riduzione dell’offerta, con un graduale aumento dei prezzi che aumenteranno fino a quando altri produttori riterranno interessante il prezzo raggiunto e inizieranno (o riprenderanno) a produrre quella materia prima, portando inevitabilmente ad un nuovo aumento dell’offerta e a far riprendere nuovamente il ciclo. Questi cicli possono durare pochi mesi o molti anni, a seconda della durata dei processi produttivi della materia prima.

Struttura della domanda e dell’offerta L’allontanamento del prezzo dal suo valore d’equilibrio si verifica in corrispondenza di variazioni relative di domanda e offerta. A parità di offerta, ad esempio, un certo aumento della domanda di una commodity provoca una pressione verso l’alto sul prezzo. L’entità di questa forza dipende dall’elasticità delle funzioni di domanda e di offerta: minore è l’elasticità, maggiore è il movimento del prezzo necessario per ristabilire l’equilibrio delle quantità domandate e offerte. L’offerta è tanto più rigida quanto più lungo è il periodo necessario per ottenere i primi frutti di una nuova piantagione o, in generale, per espandere la produzione. Beni agricoli come, ad esempio, lo zucchero, che ha un ciclo produttivo di circa un anno, rispondono invece rapidamente agli aumenti di prezzo: i produttori sono incentivati ad avviare nuove piantagioni, il cui raccolto sarà disponibile in breve tempo, e il prezzo tende a ritornare verso il suo livello di equilibrio. Viceversa, i metalli tendono ad avere una bassa elasticità, poiché l’aumento dell’estrazione dei metalli di base richiede ingenti investimenti di lungo periodo ed anche l’attività di raffinazione può incontrare ostacoli di tipo, ad esempio, legislativo, quali il contenimento dell’inquinamento. In questi settori, tuttavia, l’esistenza di scorte può attenuare l’impatto che un incremento della domanda ha sul prezzo prima che l’offerta vi si adegui. Dal lato della domanda, i consumatori ridurranno la richiesta di un bene il cui prezzo è aumentato solo se di esso esistono sostituti più economici e se i costi di transazione associati al trasferimento non sono troppo alti. Difficilmente, almeno nel breve periodo, gli utilizzatori di rame, ad esempio, ricorreranno ad un altro metallo solo perché il suo prezzo è aumentato. L’elasticità della domanda è, invece, particolarmente elevata per le materie prime, come la lana, di cui esistono sostituti di origine sintetica prodotti ad un minor costo.

Influenze stagionali Fattori economici a parte, i prezzi dei beni agricoli sono soggetti ad influenze stagionali, cioè a pressioni che normalmente si manifestano in corrispondenza, ad esempio, del periodo del raccolto e che vengono riassorbite man mano che la produzione trova sbocco sul mercato e giunge al consumatore finale. Queste fluttuazioni, tuttavia, tendono ad essere facilmente prevedibili e non provocano ampi movimenti dei prezzi, i quali, invece, possono essere causati da eventi climatici inattesi, come periodi di siccità o di precipitazioni atmosferiche superiori alla media, che possono drasticamente ridurre l’offerta.

Tassi di cambio Non meno influenti sui prezzi delle commodity sono gli apprezzamenti ed i deprezzamenti valutari, in quanto essi contribuiscono a determinare il livello delle importazioni e delle esportazioni. Inoltre, le oscillazioni del tasso di cambio possono compromettere gli equilibri tra operazioni di acquisto e vendita a termine effettuate in valute diverse o annullare l’efficacia della copertura mediante futures, se questi sono denominati in una valuta diversa da quella del sottostante.

Instabilità politiche e sociali Guerre e sconvolgimenti politici influenzano sempre i prezzi delle commodity, soprattutto quando rendono incerto il livello della produzione in una certa area geografica, ma anche quando non interessano direttamente i paesi produttori. Ciò è particolarmente evidente nei mercati di molti metalli e beni coloniali, poiché le zone del globo più instabili sotto il profilo politico, come gli Stati sudamericani e africani, coincidono con i principali centri di produzione di questi beni. Allo stesso modo, eventuali turbolenze nel mercato del lavoro, come scioperi prolungati o pressioni sui salari, possono incidere sull’offerta, ritardare le consegne o rendere necessario il ricorso a manodopera più costosa, con inevitabili ricadute sui prezzi di una determinata commodity. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

I giacimenti petroliferi: analisi tecniche ed economiche

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Informazioni tesi

  Autore: Carlo Capitanio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Scienze Manageriali
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Franco di Giacomo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 138

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