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Il misconosciuto mondo degli abusi sulle donne: il ruolo rivestito dall’Infermiere Forense

Il ruolo dell’Infermiere Forense

L’Infermiere, secondo i dettami stabiliti nel Decreto Ministeriale n. 739 del 14 Settembre 1994, “Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'infermiere", è il professionista responsabile dell’assistenza generale infermieristica, che, munito di competenze pratiche e conoscenze teoriche, è in grado di formulare un’apposita diagnosi infermieristica a partire dall’analisi dei bisogni reali dell’assistito.

Piaget, padre della psicologia infantile, basandosi sul pensiero di Claparéde, sostiene che «un bisogno è sempre la manifestazione di uno squilibrio: si ha un bisogno quando qualche cosa al di fuori di noi o dentro di noi si è modificato, e quando si tratta di riadattare la condotta in funzione di questo cambiamento. […] L’azione si conclude quando i bisogni vengono soddisfatti, cioè quando si è ristabilito l’equilibrio tra il fatto nuovo e la nostra organizzazione mentale. Nel momento in cui si presenterà un’altra novità provocherà nell’individuo un nuovo dissesto psichico che tenderà ancora ad equilibrarsi in maniera sempre più stabile e così via, man mano che gli eventi accadono.»

Il ruolo dell’Infermiere consiste, parafrasando il pensiero di Piaget, nell’assistere la persona, la famiglia e la collettività affinché il tutto sia in equilibrio omeostatico, «attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa». Tale presupposto, sancito a livello codicistico secondo i criteri della deontologia, mira alla realizzazione di un’assistenza scrupolosa e dettagliata che prenda in considerazione le variegate sfaccettature degli aspetti che si celano dietro l’apparente tranquillità di una persona.

I profondi cambiamenti avvenuti nel corso della storia in seno alla figura dell’infermiere, nonché l’avanzamento del progresso e della conoscenza, hanno reso necessario l’ampiamento delle competenze richieste affinché la domanda del singolo potesse trovare adeguato riscontro nella professionalità degli operatori a cui ci si interfaccia.

Il nuovo modello di welfare, infatti, «pone il cittadino di fronte a un’offerta di cure sanitarie e siccome non è più un individuo passivo e sottomesso al potere medico, oltre a quello burocratico amministrativo, conosce bene i suoi diritti e i suoi bisogni di salute, che aggiorna continuamente attraverso l’utilizzo della rete informatica.» Peraltro, il sempre più impellente, e a volte ingiustificato, ricorso alle autorità giudiziarie per denunciare episodi di malpractice a livello sanitario ha trovato terreno fertile nell’istituzione della cosiddetta “medicina difensiva”. Quest’ultima consiste in una pratica adoperata dai medici «per difendersi da azioni legali di carattere civile e penale, intentate da pazienti, che ritengono di essere stati vittime, durante la loro degenza in ospedale, di errori diagnostici o terapeutici.»

La locuzione latina attribuita a sant’Agostino che afferma che «errare humanum est, perseverare autem diabolicum» non deve essere intesa come attenuante di responsabilità, quanto piuttosto un mezzo per imparare dall’esperienza. Nel caso delle Help professions in cui si ha a che fare con vite umane il caso merita sicuramente un’attenzione più minuziosa e dettagliata.

Per tale motivo la professione infermieristica si è arricchita di ulteriori e nuovi percorsi di studi che consentano agli operatori di vagliare in maniera critica ogni singolo evento la cui natura intrinseca abbia la capacità di arrecare un danno, in termini di rischio per il paziente. Se ci si sofferma sull’etimologia della parola rischio si denota come questa derivi da un termine portoghese che indica «quel particolare scoglio che non affiora dalle acque marine e per questo è un pericolo per chi guida una nave. L’unica arma che può difendere il pilota di una nave dal rischio è la conoscenza delle acque che si solcano […].

Quindi è la conoscenza che ci salvaguardia, che ci protegge da situazioni avverse che possono manifestarsi in ogni momento.» L’infermiere legale e forense è una delle figure di spicco presenti nell’emergente panorama italiano dell'infermieristica dall’anno 2005.

La IAFN, International Association of Forensic Nursing, nel 1998 afferma che la professione di infermiere legale consiste nell'applicazione delle conoscenze infermieristiche alle procedure pubbliche giudiziarie; consiste inoltre nell'applicazione di procedimenti propri della medicina legale in combinazione con una preparazione biopsicosociale dell'infermiere diplomato nel campo dell'indagine scientifica, del trattamento di casi di lesione e decesso di vittime di abusi, violenza ed incidenti traumatici.

L’approccio con cui l’infermiere si rapporta all’assistito al centro del processo di cura è di natura olistica. Marisa Cantarelli, una delle più importanti teoriche del nursing, ha affermato che l’assistenza infermieristica si compie attraverso una serie di atti che, insieme, favoriscono il compimento di una efficiente procedura, di qualsiasi natura essa sia.

L’informazione, la comunicazione, l’assistenza e la consulenza sono parte integrante del nursing, ovvero dell’intero processo assistenziale. «Nella comunicazione infermiere-assistito, assumono particolare risalto sia fattori psicologici della persona che pone domande di salute sempre più complesse, sia dell’infermiere al quale vengono richieste competenze relazionali sempre più sofisticate sul versante cognitivo ed interpretativo dei sintomi, che sulla comprensione del linguaggio non verbale.»

L’interazione con una persona mentalmente chiusa, qual è una donna vittima di violenza, presuppone un impatto soave e delicato, ma allo stesso tempo deciso e apprensivo. E’ necessario quindi eseguire il viaggio con la donna in un setting consono cosicché il racconto non rievochi il dolore vissuto bensì faccia riemergere nel suo pensiero la voglia di rinnovare lo spirito mediante il riecheggiare di sentimenti positivi.

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Il misconosciuto mondo degli abusi sulle donne: il ruolo rivestito dall’Infermiere Forense

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Informazioni tesi

  Autore: Angela Scarano
  Tipo: Tesi di Master
Master in Infermieristica Legale e Forense
Anno: 2015
Docente/Relatore: Giuseppe Saladini
Istituito da: Università Telematica TEL.M.A.
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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Parole chiave

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empowerment
violenza sessuale
violenza assistita
violenza sulle donne
violenza economica
ciclo della violenza
counseling e relazione d'aiuto
sindrome di stoccolma
ruolo dell'infermiere forense

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