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Il calcio di rigore: indagine sperimentale

La capacità di reazione e il portiere nel calcio di rigore

La capacità di reazione è quella capacità che ci permette di rispondere con un’azione motoria ad un qualsiasi stimolo il più velocemente possibile.
La sua misurazione avviene in base al lasso di tempo necessario per percepire uno stimolo, analizzarlo, programmare una risposta ed iniziare ad eseguirla. Lo spazio di tempo che intercorre fra la percezione dello stimolo e l’inizio della risposta motoria si può definire tempo di latenza e comprende le fasi di selezione e di programmazione della risposta. In genere il tempo di latenza è superiore ai 120 millisecondi e durante questo periodo non è possibile programmare una nuova azione in risposta ad un eventuale nuovo stimolo. Il periodo di tempo che intercorre dall’inizio della risposta motoria alla sua conclusione invece viene definito Tempo di Movimento (TM).

Ovviamente affinché la risposta sia efficace il TM deve essere il più basso possibile ed è quindi importante possedere una buona velocità di esecuzione del movimento. Nell’esecuzione di gesti tecnici di alcuni sport (per esempio il colpo di un pugile) può succedere che il tempo di movimento risulti inferiore al tempo di latenza dell’avversario, che quindi non ha la possibilità temporale di organizzare una risposta allo stimolo e si vedrà costretto a subire il colpo. L’impossibilità di programmare una nuova risposta motoria mentre è in corso la programmazione della risposta ad uno stimolo precedente viene spesso sfruttata dagli attaccanti negli sport di situazione (per esempio basket o pallavolo), quando eseguono una finta per costringere l’avversario ad intraprendere una risposta e poi eseguono velocemente il movimento che realmente avevano programmato, consapevoli dell’ impossibilità dell’avversario di reagire al nuovo stimolo in tempo utile. Il Tempo di Reazione può aumentare o diminuire a seconda delle caratteristiche dello stimolo, che può essere semplice o complesso. Un TR semplice si verifica quando lo stimolo è un segnale preconosciuto al quale viene associata un’ unica possibile risposta motoria. Un esempio di questa situazione sono le partenze delle gare di velocità, dove gli atleti sanno che al colpo dello starter possono reagire in un unico modo. I TR semplici sono quelli più veloci ma non possono comunque scendere sotto determinati valori di tempo. Nell’atletica, per esempio, il tempo di reazione dai blocchi di partenza, che è considerato uno dei più veloci in assoluto, si aggira intorno ai 100 millisecondi e il sistema elettronico che gestisce le false partenze si basa proprio sull’impossibilità umana di reagire ad uno stimolo più velocemente.

Un TR complesso invece è detto anche di scelta, perché si verifica quando le possibili risposte ad uno stimolo sono più di una. In questo caso il TR misurerà il tempo necessario per la percezione e l’identificazione dello stimolo oltre al tempo necessario per selezionare e programmare la risposta motoria più adatta. Queste dinamiche sono molto presenti negli sport di situazione, in quanto se un giocatore è in possesso di diverse strategie di attacco, mette il suo avversario nella condizione di rallentare i tempi di reazione per adattare ogni volta la sua risposta al tipo di azione scelta dall’attaccante.

La velocità di reazione migliora in proporzione al grado di automatizzazione del gesto utilizzato nella risposta. Si può allenare proponendo esercitazioni il più possibile simili alle situazioni di gara, stimolando la fantasia motoria con l’inserimento di variabili o handicap reali a cui far fronte per non rischiare di fossilizzarsi nell’utilizzo di un'unica risposta efficace, migliorando la capacità di adattare velocemente il tipo di risposta in base all’azione dell’avversario.

Un altro fattore determinante per una reazione veloce ed efficace è la capacità di attenzione, ossia quella capacità che ci permette di focalizzare la nostra attenzione sullo stimolo che stiamo per ricevere e che aiuta a filtrare le informazioni utili allo scopo scartando invece quelle ritenute ininfluenti o fonte di distrazione. Un portiere che sta per parare un rigore deve riuscire a focalizzare la sua attenzione esclusivamente sulla palla, sulla rincorsa del giocatore (per cercare di intuire come calcerà) e sulle proprie sensazioni muscolari, cercando allo stesso tempo di ignorare le grida del pubblico, la tensione emotiva del momento e le finte dell’avversario.

La difficoltà di un portiere, durante un calcio di rigore, molto spesso è anche quella di scegliere il momento giusto per iniziare la risposta motoria. Gran parte di essi tendono a muovere gambe o braccia ancora prima che il rigorista calci il pallone. Per verificare la validità di questa tecnica sono stati effettuati dei test preliminari da cui è emerso che le prestazioni dei portieri migliorano quando si accorcia la distanza temporale tra la loro azione (anticipazione) e l’azione del rigorista. Successivi test hanno visto coinvolti 20 portieri. La variabile sperimentale era lo spazio temporale tra uno stimolo acustico di segnalazione che induceva la risposta motoria del portiere e l’inizio del calcio di rigore. Lo stimolo aveva tre livelli di anticipazione riguardo il piede del calciatore e la palla: uguale al tempo di reazione del portiere (RT), RT più 300 ms, RT oltre i 600 ms. i risultati hanno mostrato una differenza nelle prestazioni dei portieri: il numero di rigori parati è quasi raddoppiato quando lo stimolo è uguale a RT. Tuttavia sono stati effettuati molti altri test sull’argomento. Uno di questi ha individuato che le probabilità di una risposta corretta del portiere sono maggiori se esso inizia la risposta motoria con 400 ms di anticipo rispetto al movimento del pallone, mentre sono inferiori se la risposta avviene entro i 150 ms. Successivamente in laboratorio si è analizzato che la presa di decisione è migliore se il tempo non supera i 500 ms.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il calcio di rigore: indagine sperimentale

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Picciotto
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze delle attività motorie e sportive
  Relatore: Guglielmo Antonutto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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