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Metodi valutativi della performance: l'analisi del settore automobilistico

Nascita e sviluppi dell’industria automobilistica

L'industria automobilistica rappresenta uno di quei settori che hanno profondamente influenzato la storia economica del secolo scorso. Essa è stata il campo di applicazione di nuove forme organizzative del lavoro e di importanti sviluppi tecnologici e informatici, caratterizzandosi per la grande capacità sia di adattarsi alle diverse condizioni storiche che di influenzare gli avvenimenti del passato.

Fino agli inizi del 1900, l'automobile era il risultato della manodopera artigianale, e, di conseguenza, ne erano prodotte in numero esiguo, quasi come pezzi unici, i relativi costi erano elevati e i prezzi di vendita accessibili solo ad una ristretta cerchia di soggetti facoltosi.

Le prime industrie del settore cominciarono ad affacciarsi negli Stati Uniti, quando nacquero la General Motors (GM) e la Ford. Il fondatore di quest'ultima, Henry Ford, applicò l'organizzazione del lavoro, definita da Taylor, alla produzione del famoso modello di successo Ford T, auto accessibile a tutti dato il suo basso costo. Quest'ultimo era garantito dalla divisione del lavoro e da una produzione meccanizzata in serie, ovvero dalla catena di montaggio, che garantì la realizzazione di un maggior numero di veicoli in minor tempo con un abbattimento del costo finale di produzione e quindi del prezzo al pubblico. Inoltre il contenimento dei costi permise un leggero aumento dei salari, garantendo il potere d'acquisto per il nuovo veicolo.
Anche se Ford dovette combattere la forte competizione della GM, realizzatasi attraverso lo sloanismo, strategia perseguita dall'allora direttore generale Sloan, che usando pezzi intercambiabili, per migliorare le economie di scala, garantiva al pubblico un'ampia scelta tra prodotti e prezzi.

Nel frattempo, in Europa, iniziarono ad essere realizzate prime vetture più pratiche, ma con maggior ritardo, visto che l'auto era ancora concepita come oggetto di lusso.
Durante la Prima Guerra Mondiale, in particolar modo nel panorama europeo, le case automobilistiche ebbero forti difficoltà, anche se la riconversione della produzione fu meno complessa, dato l'utilizzo dei veicoli durante la guerra. In Italia diverse aziende, che si ritrovarono in difficoltà alla fine del conflitto, fallirono o furono assorbite dalla società FIAT, nata nel 1899, unico grande produttore della penisola.

La crisi statunitense degli anni trenta, che colpì anche l'Europa, portò l'industria automobilistica solo ad un abbassamento del livello della produzione. Negli Stati Uniti, questo fu il periodo dell'ascesa della Chrysler, che con GM e Ford, formava le "Big Three" del settore. In Europa vi fu il lancio delle prime vetture economiche, seguendo il fordismo, ma la diffusione del modello produttivo ci fu solo nel secondo dopoguerra.

Negli anni tra la crisi e la seconda guerra mondiale, la crescita dell'industria riprese seguendo il trend che l'aveva contraddistinta fino ad allora. In Europa l'avvento dei sistemi totalitari (nazismo, fascismo) sostenne la diffusione di veicoli a basso costo per tutti i cittadini: si ricordano il Maggiolino della Volkswagen, la Balilla e la Topolino in Italia. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Metodi valutativi della performance: l'analisi del settore automobilistico

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Del Principe
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Riccardo Viganò
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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