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Sex Offenders

Perché l’omicidio a sfondo sessuale?

L’argomento degli omicidi a sfondo sessuale è generico e comprende tipi diversi di omicidio e il problema sorge quando si devono definire gli elementi necessari affinché un’uccisione possa essere considerata a sfondo sessuale; quest’interpretazione va oltre la considerazione degli atti in senso puramente descrittivo, perché riguarda l’interpretazione di comportamenti come sessualizzati anche quando un’uccisione non implica evidentemente atti sessuali.
Gli stessi autori di reati sessuali costituiscono un gruppo eterogeneo, di cui fanno parte gli stupratori, i pedofili, gli esibizionisti, i voyeristi, per citarne solo alcuni.
Gli omicidi a sfondo sessuale possono essere classificati in modi diversi:

- Omicidi nel corso di uno stupro: gli omicidi per stupro sono quelli in cui si considera un atto sessuale, e non l’omicidio di per sé, come principale motivo dell’atto. Semplicemente, nel corso dello stupro, avviene l’omicidio. Può avvenire che nel corso dello stupro la vittima resiste e l’autore di reato l’aggredisce e la colpisce oppure che durante l’aggressione sessuale su un bambino, questi tenta di scappare, l’autore di reato lo percuote e il bambino muore.

Caso: Un serial killer uccise tre donne in tre diverse occasioni e una donna con i suoi due figli in un’altra occasione; tutti questi omicidi furono compiuti per strangolamento. La preferenza del criminale era per rapporti sessuali durante i quali la vittima, una donna, era strangolata; nella maggior parte dei casi egli lasciava la presa prima che la vittima spirasse, e la liberazione doveva essere idealmente contemporanea all’eiaculazione. Nei casi degli omicidi, l’eiaculazione non era avvenuta abbastanza presto e la donna era morta per asfissia. Egli pensava che gli omicidi fossero stati semplicemente accidentali perché non riusciva a rendersi conto del suo bisogno compulsivo di avere una partner sessuale impotente e vicina alla morte come condizione per portare a termine il suo atto sessuale.

Omicidi per libidine: gli assassini per libidine, o sadici, sono considerati i veri omicidi sessuali. Qui vi è una fusione della sessualità e dell’aggressività che porta all’omicidio a volte direttamente, ma spesso inavvertitamente. L’obiettivo è uccidere la vittima nel contesto di un’aggressione ritualizzata. Per permettere a questi individui di mettere in atto queste fantasie, devono essere sicuramente presenti alterazioni dei
meccanismi di controllo dell’Io. Da un punto di vista clinico, è probabile che siano più fattori a contribuire a tale indebolimento del controllo; ad esempio mesi o anni di conflitti interiori, inquietudine e di lotta sono presenti ancor prima che si manifesti tale comportamento.
A tal proposito, Ressler e coll. hanno studiato 36 omicidi sessuali condannati e incarcerati.
Essi hanno proposto un modello motivazionale relativo ad alcuni tratti di personalità critici, oltre a processi cognitivi, che essi ritenevano interagissero tra loro producendo schemi di risposta.
Lo studio incominciò ponendo l’attenzione sui primi attaccamenti o ai tipi di legame precoce degli autori di reato. Il processo di costruzione dei legami sociali degli individui che commettono un omicidio a sfondo sessuale è considerato difettoso nello sviluppo, o limitato e selettivo nei risultati.
Gli adulti responsabili dell’educazione dei futuri omicidi sessuali hanno ignorato o tentato di normalizzare i comportamenti che emergevano nei ragazzi.
Secondo la loro teoria, questi ragazzi non erano in grado di rendersi conto che il loro comportamento antisociale andava punito, perché il loro comportamento era percepito come “normale” nelle loro famiglie.
Sono stati proposti tre fattori come eventi formativi nella vita di un bambino che ha la possibilità di divenire in seguito un omicida sessuale:

- Il primo fattore è l’esperienza di un trauma fisico o sessuale diretto o di qualche trauma indiretto (essere stato testimone di una violenza in famiglia); il bambino, dunque, non ha ricevuto la protezione necessaria ad affrontare l’impatto che tali eventi hanno avuto su di lui. Il fallimento nell’elaborazione di questi traumi lascia al bambino una sensazione di essere vittima impotente; come risposta, egli comincia a utilizzare fantasie aggressive per ottenere quel dominio e quel controllo che gli mancano nel mondo reale.
L’abuso può anche indurre un prolungato stato di attivazione fisiologico-emotiva, che interagisce con i pensieri del bambino sul trauma e altera le sue percezioni e gli schemi di comportamento interpersonale.

- Il secondo fattore è un fallimento dello sviluppo, ovvero un blocco negli attaccamenti che avrebbero dovuto costruirsi tra il bambino e chi forniva le cure primarie, che ha come risultato una mancanza di influenza dell’adulto sul bambino.

- Il terzo fattore ipotetico è il fallimento dell’adulto nel fungere da modello identificatorio per il bambino, per esempio un genitore assente.
I tratti rilevati in questi uomini dallo studio di Ressler e coll. erano collegati al loro senso di isolamento sociale: essi utilizzavano fantasie legate alle proprie attività autoerotiche e al feticismo come sostituti degli incontri con gli altri.
L’isolamento vissuto li aveva condotti a provare la sensazione di essere diversi dagli altri; essi esprimevano, comunque, anche una rabbia verso una società che sentivano rifiutante.
Le mappe e i processi cognitivi sono un’altra categoria delle risposte-tipo; esse riguardano schemi di pensiero che danno controllo e sviluppo alla vita interiore di una persona e la collegano all’ambiente sociale. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sex Offenders

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Draicchio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia della devianza e Sessuologia
  Relatore: Emanuele Legge
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

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