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Filippo Cifariello : storia di un assassino

Il lavoro si propone di ricostruire ed analizzare le cause e gli effetti di un classico delitto passionale.
Filippo Cifariello, noto scultore, sposò una bellissima cantante di varietà, Maria de Browne, e le donò il suo nome, la sua gloria, una nuova vita.
Sposandola sfidò le maldicenze comuni, lo stereotipo della donna fatale e il matrimonio diventò una buona azione, la riparazione ad una sventura sociale, la redenzione.
Ma Maria, avida di denaro e di avventure, donna in cui si unirono la più grande bellezza e il più profondo abisso di vizi e perdizioni, lo umiliò, lo tiranneggiò e lo tradì.
Così l’alternarsi del dubbio alla fiducia, della disperazione alla speranza, fecero di un uomo innamorato un assassino.
Era l’alba del 10 agosto 1905 quando nella Pensione Mascotte di Posillipo, cinque colpi di rivoltella risuonarono nell’aria e spezzarono la vita di Maria de Browne, uccisa dall’uomo che più disse d’amarla.
La vicenda occupò per lungo tempo le pagine dei giornali ed attirò l’attenzione del pubblico che seguì con interesse l’intero processo, che iniziò a Napoli e venne in seguito trasferito a Campobasso per legittima suspicione.
Nel delitto l’opinione pubblica scorse il dramma del marito tradito, della donna infelice che si celava dietro la chanteuse famosa, la vanità di ogni successo, la bellezza stroncata, l’infelicità dell’esistenza più imbellettata.
Sulla vicenda l’immaginario comune innestò il suo dramma, il sentimento di fatalità, il suo potere di identificazione.
L’evento metteva in scena valori e passioni estremamente popolari, rispetto ai quali il pubblico si divideva e parteggiava apertamente.
Il linguaggio giornalistico usato contribuì a sottolineare gli aspetti emotivi legati al delitto, sospendendo l’atteggiamento critico e favorendo la spettacolarità della vicenda, trasformando il fatto di cronaca nera in una storia da raccontare giorno per giorno, con i suoi colpi di scena, come se fosse un romanzo d’appendice.
In un conto alla rovescia sempre più serrato fino alla sentenza, lo scioglimento del dramma si delineò con chiarezza, e s’intuì il possibile verdetto: l’uomo, l’assassino, era innocente.
Assolto per vizio totale di mente, la nuova logica dei giurati insegnava che l’amore a cinque colpi di Cifariello andava perdonato. Ecco il delitto meritorio, lo scultore aveva ucciso per troppo amore.
Sul banco degli imputati finì l’immagine della donna. Maria, maliarda senza scrupoli, donna adultera, era la sola colpevole davanti alla Legge e alla morale comune. Cifariello, il vero carnefice, era un’altra sua vittima.
All’inizio del Novecento erano ben radicati nell’immaginario condiviso la leggenda della donna fatale e dell’artista come essere superiore.

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4 INTRODUZIONE Il lavoro si propone di ricostruire ed analizzare le cause e gli effetti di un classico delitto passionale. Filippo Cifariello, noto scultore, sposò una bellissima cantante di varietà, Maria de Browne, e le donò il suo nome, la sua gloria, una nuova vita. Sposandola sfidò le maldicenze comuni, lo stereotipo della donna fatale e il matrimonio diventò una buona azione, la riparazione ad una sventura sociale, la redenzione. Ma Maria, avida di denaro e di avventure, donna in cui si unirono la più grande bellezza e il più profondo abisso di vizi e perdizioni, lo umiliò, lo tiranneggiò e lo tradì. Così l’alternarsi del dubbio alla fiducia, della disperazione alla speranza, fecero di un uomo innamorato un assassino. Era l’alba del 10 agosto 1905 quando nella Pensione Mascotte di Posillipo, cinque colpi di rivoltella risuonarono nell’aria e spezzarono la vita di Maria de Browne, uccisa dall’uomo che più disse d’amarla. La vicenda occupò per lungo tempo le pagine dei giornali ed attirò l’attenzione del pubblico che seguì con interesse l’intero processo, che iniziò a Napoli e venne in seguito trasferito a Campobasso per legittima suspicione. Nel delitto l’opinione pubblica scorse il dramma del marito tradito, della donna infelice che si celava dietro la chanteuse famosa, la vanità

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Informazioni tesi

  Autore: Antonietta Ferrante
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della Comunicazione
  Relatore: Guido Panico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 168

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cifariello
delitti passionali
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