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Le politiche della UE nella lotta al terrorismo internazionale: esperienza storica e prospettive dopo l'11 settembre 2001

La finalità del lavoro di tesi è stata la comprensione storico-politica dell’odierno terrorismo internazionale nella sua manifestazione globale e la reazione europea al fenomeno.
Il primo capitolo é stato concepito con la finalità di delineare un quadro concettuale della situazione internazionale emersa con gli attentati dell'11 settembre 2001. Da un lato si sono analizzate le trasformazioni che la nostra società ha conosciuto a partire dalla fine della Guerra Fredda in seguito alla scoppio di una nuova conflittualità “calda” e violenta, e dall’altro lato si sono descritte le concrete manifestazioni del terrorismo nel XX secolo, quale fenomeno proteiforme che conserva come essenza immodificabile nel tempo il riferimento alla violenza. La necessità di definire il terrorismo è stata considerata di centrale importanza ed a tale scopo si è ritenuto essenziale il riferimento alla globalizzazione, al suo nesso con la conflittualità odierna, con le diverse tipologie di guerre della nostra epoca, e infine sulla interrelazione che potrebbe esistere tra democrazia, terrorismo e relazioni internazionali.
Il secondo capitolo è stato dedicato alle azioni messe in atto per reprimere il terrorismo nelle tre decadi che hanno preceduto l’11/09/2001. Dall’istituzione del Consiglio europeo, organo di cooperazione intergovernativa che ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione comunitaria, ma anche, nella promozione della collaborazione in materia di lotta al terrorismo, vengono analizzati tutti gruppi informali di concertazione presenti sulla scena internazionale, ed in particolare sul territorio europeo, negli anni ’70 e ’80 (es: la Conferenza TREVI) Al crescere della volontà politica europea, dalla mera concertazione si è gradualmente passati alla cooperazione (incontri dei ministri degli Esteri e l’operato della CPE). A partire dal trattato di Maastricht vengono analizzate le azioni finalizzate alla repressione del terrorismo che l’Unione Europea ha posto in essere nell’ambito del Pilastro della GAI (Comitato K4; cooperazione di polizia Eurogol; cooperazione giuridica attraverso le Convenzioni in materia di estradizione ed Eurojust; creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia deciso ad Amsterdam nel 1997; Consiglio europeo di Tampere del 1999; ecc).
Il terzo capitolo è stato dedicato ad una dettagliata analisi della reazione europea all’11/09/2001, analizzando tutti i settori che sono stati mobilitati direttamente o che semplicemente ne hanno subito gli effetti. La lotta al terrorismo è stata inserita sin da subito e per lungo tempo tra le priorità dell’ordine del giorno, conoscendo una lieve inflessione solo con la guerra preventiva in Iraq (Consiglio europeo straordinario di Bruxelles; Piano d'Azione; Decisioni Quadro sul mandato d'arresto europeo e sulla definizione di reato terroristico;
il contributo della PESC e della PESD alla lotta al terrorismo).
Nelle conclusioni vengono evidenziate i progressi apportati dall’UE nella lotta al terrorismo internazionale (es: la definizione di reato terroristico), le criticità e le difficoltà riscontrate (es: in ambito GAI l’uso del metodo intergovernativo; ambito PESC/PESD le remore nazionalistiche e l’assenza di volontà politica).

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IV Introduzione L'immagine apocalittica delle Twin Towers che si piegano su sé stesse molto difficilmente potrà scomparire dalla memoria dell'umanità: tanti tragici eventi che hanno segnato la storia sono stati offuscati da tragedie successive e a volte, purtroppo, anche peggiori. Ci auguriamo che ciò non accada più negli anni a venire e che l'11 settembre possa essere considerata l'ultima apocalisse che, più che aprire il nuovo millennio, sia invece la conclusione del suo predecessore, in ritardo di un anno rispetto al calendario occidentale. La psicosi dell'11 settembre legittima e giustificata dalle grandi potenzialità distruttive detenute dall'umanità, o forse solo dalle grandi potenze e da poche ma molto pericolose organizzazioni terroristiche e criminali, non può e non deve regnare sull'umana esistenza, anche se l'insicurezza, purtroppo, sta divenendo una certezza della quotidianità e delle relazioni internazionali. Ma, così come si deve riconoscere che lo Stato singolo oggi sia sempre meno adeguato e capace nella repressione del terrorismo, e in generale nella gestione delle situazioni di crisi tanto al suo interno quanto all'esterno dei suoi confini territoriali, allo stesso modo non si può non riconoscere la necessità che il sistema internazionale post- bipolare richieda uno sforzo cooperativo per realizzare uno spazio di sicurezza comune. Anche la sicurezza oggi ha una dimensione globale poiché non riguarda più solo la sfera militare ma determina

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Informazioni tesi

  Autore: Katia Di Paolo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
  Relatore: Carlo Galli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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