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Web 2.0: concetti e tecnologie per l'evoluzione del Web

Il Web è oggi il mezzo di comunicazione più diffuso al mondo, essendo entrato nella vita di molti. La rivista Time ha intitolato come persona dell'anno 2006 “You” raffigurando un computer con uno specchio in luogo dello schermo, a riprova del fatto che a partire da quell'anno si è affermato un profondo cambiamento nella forma e nel modo di concepire il Web.

Il termine “Web 2.0”, coniato due anni prima e ritenuto inizialmente una buzzword del marketing, ha cominciato ad assumere contorni sempre più nitidi e marcati, nonostante le molteplici definizioni che ne sono state date. I seguenti capitoli proveranno a delinearne i tratti, cercando di comprendere se di evoluzione o invece rivoluzione si tratta.

Il primo capitolo introduce il concetto di Web come piattaforma di servizi da offrire (se si è impresa) e a cui ricorrere (se si è utenti), di strumenti interattivi di comunicazione – blog, wiki, podcast, social network – e di applicazioni software in costante sviluppo. E' il primo principio del Web 2.0.

Il secondo capitolo completa il precedente, sottolineando l'importanza della partecipazione degli utenti – consumatori e produttori nel nuovo Read/Write Web – in quanto fonte di valore per la piattaforma grazie al formarsi di effetti di rete impliciti. Segue l'analisi dei due modelli di partecipazione: intelligenza collettiva e wisdom of crowds. Particolare rilevanza è data al peer-to-peer come applicazione partecipativa, che oggi si diffonde sempre più anche in ambito aziendale, e alla teoria economica della Long Tail, che pone l'attenzione sulla massa di mercati che i social network hanno creato. Sono state affrontate nel dettaglio anche le problematiche che un sistema partecipativo può comportare, quali la participation inequality e il controllo dei contenuti.

Il terzo capitolo tratta delle più importanti tecnologie che hanno reso possibile la nascita della nuova visione del Web: PageRank, che modella le relazioni tra pagine web come fossero relazioni umane, i formati di web syndication RSS e Atom, che hanno permesso di facilitare il processo di diffusione dei contenuti, l'architettura AJAX, nuovo modo di concepire le applicazioni sfruttando tecnologie già note.

Il quarto capitolo si sofferma sul nuovo modo di classificare l'informazione a misura dell'utente, mediante un processo democratico, decentralizzato, proveniente “dal basso”. Sono nate le folksonomie, punto di partenza per il Web semantico, a detta di molti il cosiddetto Web 3.0.

Il quinto capitolo approfondisce il concetto del Web non più come vetrina da ammirare, ma come comunità con cui discutere e creare. Si analizzano i punti cardini che hanno permesso di porre l'utente al centro del sistema: semplicità d'uso, standardizzazione, convergenza tecnologica, riutilizzo e aggregazione di informazione. Quest'ultimo aspetto ha fatto sorgere questioni di natura legale riguardo al diritto d'autore, con la conseguente nascita di licenze apposite per contenuti digitali.

Il sesto capitolo è centrato sull'utilizzo degli innovativi concetti 2.0 nell'impresa: come poter utilizzare i nuovi strumenti comunicativi per migliorare l'efficienza interna e le relazioni pubbliche con i clienti, soffermandosi inoltre su due casi reali, il blog “Quelli che Bravo” di Fiat e il wiki della banca tedesca Dresdner Kleinwort Wasserstein. Si è cercato inoltre di individuare modelli di business adatti alla nuova visione del Web e alla nuova figura di utente che si è delineata.

L'appendice riassume le fasi di sviluppo dell'applicazione “Web 2.0 Explosion” usata in sede di discussione.

Punto di forza della tesi è la bibliografia, con ben 150 fonti, la maggior parte delle quali in inglese, essendo i testi scritti direttamente dai più grandi guru del Web e del Web 2.0, O'Reilly e Hinchcliffe su tutti.

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Introduzione Il Web è oggi il mezzo di comunicazione più diffuso al mondo, essendo entrato nella vita di molti. La rivista Time ha intitolato come persona dell'anno 2006 “You” raffigurando un computer con uno specchio in luogo dello schermo, a riprova del fatto che a partire da quell'anno si è affermato un profondo cambiamento nella forma e nel modo di concepire il Web. Il termine “Web 2.0”, coniato due anni prima e ritenuto inizialmente una buzzword del marketing, ha cominciato ad assumere contorni sempre più nitidi e marcati, nonostante le molteplici definizioni che ne sono state date. I seguenti capitoli proveranno a delinearne i tratti, cercando di comprendere se di evoluzione o invece rivoluzione si tratta. Il primo capitolo introduce il concetto di Web come piattaforma di servizi da offrire (se si è impresa) e a cui ricorrere (se si è utenti), di strumenti interattivi di comunicazione – blog, wiki, podcast, social network – e di applicazioni software in costante sviluppo. E' il primo principio del Web 2.0. Il secondo capitolo completa il precedente, sottolineando l'importanza della partecipazione degli utenti – consumatori e produttori nel nuovo Read/Write Web – in quanto fonte di valore per la piattaforma grazie al formarsi di effetti di rete impliciti. Segue l'analisi dei due modelli di partecipazione: intelligenza collettiva e wisdom of crowds. Particolare rilevanza è data al peer-to- peer come applicazione partecipativa, che oggi si diffonde sempre più anche in ambito aziendale, e alla teoria economica della Long Tail, che pone l'attenzione sulla massa di mercati che i social network hanno creato. Sono state affrontate nel dettaglio anche le problematiche che un sistema partecipativo può comportare, quali la participation inequality e il controllo dei contenuti. Il terzo capitolo tratta delle più importanti tecnologie che hanno reso possibile la nascita della nuova visione del Web: PageRank, che modella le relazioni tra pagine web come fossero relazioni umane, i formati di web syndication RSS e Atom, che hanno permesso di facilitare il processo di diffusione dei contenuti, l'architettura AJAX, nuovo modo di concepire le applicazioni sfruttando tecnologie già note. Il quarto capitolo si sofferma sul nuovo modo di classificare l'informazione a misura dell'utente, mediante un processo democratico, decentralizzato, proveniente “dal basso”. Sono nate le folksonomie, punto di partenza per il Web semantico, a detta di molti il cosiddetto Web 3.0. Il quinto capitolo approfondisce il concetto del Web non più come vetrina da ammirare, ma come comunità con cui discutere e creare. Si analizzano i punti cardini che hanno permesso di porre l'utente al centro del sistema: semplicità d'uso, standardizzazione, convergenza tecnologica, riutilizzo e aggregazione di informazione. Quest'ultimo aspetto ha fatto sorgere questioni di natura legale riguardo al diritto d'autore, con la conseguente nascita di licenze apposite per contenuti digitali. Il sesto capitolo è centrato sull'utilizzo degli innovativi concetti 2.0 nell'impresa: come poter utilizzare i nuovi strumenti comunicativi per migliorare l'efficienza interna e le relazioni pubbliche con i clienti, soffermandosi inoltre su due casi reali, il blog “Quelli che Bravo” di Fiat e il wiki della banca tedesca Dresdner Kleinwort Wasserstein. Si è cercato inoltre di individuare modelli di business adatti alla nuova visione del Web e alla nuova figura di utente che si è delineata. L'appendice riassume le fasi di sviluppo dell'applicazione “Web 2.0 Explosion” usata in sede di discussione. 5

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Morato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria dell'informazione
  Relatore: Moreno Muffatto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 110

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