Per una storia dell'Associazione Italiana Arbitri

1 Teramo, 19 giugno 2006 La storia dell’Associazione Italiana Arbitri, che mi appresto ad esporre, viene redatta in un anno di fondamentale importanza per il futuro del nostro calcio. Il 2006 non è solo l’anno del riscatto italiano nel Mondiale in Germania dopo 24 anni di digiuno, è soprattutto l’anno del più grande scandalo che la storia del nostro calcio abbia mai conosciuto, comunemente chiamato “Calciopoli”. Ad oggi, è ancora presto individuare le profonde modifiche che questo evento porterà, in tutti i settori, ed a tutti i livelli, non solo della F.I.G.C. ma anche dell’A.I.A., la quale si appresta a vivere ad un ennesimo mutamento strutturale. Questa volta detto mutamento non è dovuto a guerre mondiali, dittature o lotta all’indipendenza, ma al presunto “tradimento” di alcuni dei proprio soci più illustri che per integrare, o meglio far lievitare, il loro bottino economico mensile, sono venuti meno alla più antica ed importante dote richiesta all’associato, l’onestà! Dalla sua fondazione ad oggi l’A.I.A., nonostante le vicissitudini e difficoltà che si accompagnano normalmente ai successi, ha saputo organizzare la categoria portandola a grande prestigio sia sul piano nazionale che internazionale, tutelandone in ogni circostanza l’integrità morale, professionale e difendendone sempre l’autonomia. L ‘Associazione si è imposta quale struttura essenziale della Federazione, inoltre, ha saputo formare nel suo ambito dirigenti che hanno fatto la storia del calcio italiano, determinandone la crescita e lo sviluppo. Ad oggi l’Associazione conta più di 30.000 tesserati, preposti a guidare settimanalmente, con puntualità ed indipendenza che sono di esempio a tutto il Paese, le migliaia e migliaia di partite che si disputano in Italia, professionistiche, dilettantistiche e giovanili. Manuel Giuliani