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La riparazione per ingiusta detenzione

Il lavoro di tesi commenta la disciplina italiana in materia di riparazione per ingiusta detenzione, delineandone, in particolare, le innovazioni rispetto al vecchio codice di procedura penale e sottolineandone le lacune.

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CAPITOLO I INTRODUZIONE Sommario: 1.1 Origine della riparazione per ingiusta detenzione. – 1.2 La disciplina della riparazione per ingiusta detenzione nel codice del 1930 – 1.3 L’istituto della riparazione per ingiusta detenzione nella Costituzione del 1948 - Segue: L’interpretazione dell’art. 24 comma IV Cost – Segue: Questioni di legittimità costituzionale sollevate con riferimento al codice del 1930 – 1.4 Accordi internazionali in tema di riparazione per ingiusta detenzione. Segue: La disciplina della riparazione per ingiusta detenzione nella Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Segue: La disciplina della riparazione per ingiusta detenzione nel Patto internazionale dei diritti civili e politici. – 1.5 La normativa relativa all’istituto della riparazione per ingiusta detenzione nei lavori preparatori al codice del 1988. – Segue La legge delega del 1974 e il progetto preliminare del 1978. Segue Dalle novelle degli anni 1982-1984 alla legge delega del 1987 Segue Il progetto preliminare e il progetto definitivo del nuovo codice – 1.6 La disciplina della riparazione per ingiusta detenzione nel nuovo codice di procedura penale e confronto con la disciplina dalla riparazione per l’errore giudiziario – 1.7 Cenni alla disciplina della riparazione per ingiusta detenzione nell’esperienza europea ed in particolare nel sistema tedesco e nel sistema francese 1.1 Origine dell’istituto della riparazione per ingiusta detenzione. L’esigenza di riparare gli errori giudiziari, già sorta nel periodo cinquecentesco nell’ambito del movimento riformatore, si sviluppa concretamente durante l’Illuminismo. Gli illuministi criticano aspramente il sistema giudiziario vigente fondato sulla repressività e caratterizzato dalla presenza di pene severe quali la tortura e la pena di morte. Essi reagiscono contro tale sistema affermando i principi di presunzione di innocenza e di umanizzazione della pena e rifiutando la pena di morte, soprattutto al fine di evitare l’irrimediabile punizione dell’innocente. Gli illuministi si rendono infatti conto che la giustizia è amministrata da uomini che, in quanto tali, non sono infallibili ma possono commettere errori, che devono però essere ridotti il più

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Informazioni tesi

  Autore: Valeria Crosio
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Ennio Amodio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 229

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