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L'adozione internazionale e i soggiorni temporanei di minori bielorussi in Italia

Dichiarazione di disponibilità e decreto d’idoneità all’adozione

Il procedimento per l’adozione internazionale inizia con quella che la legge chiama dichiarazione di disponibilità. Il legislatore del 1998 così definisce l’atto iniziale della procedura, allo scopo di sottolineare l’atteggiamento di offerta e lo spirito di accoglienza che deve caratterizzare chi aspira all’adozione di un minore straniero.
Insieme alla dichiarazione di disponibilità, e quindi contestualmente nello stesso atto, va chiesto al Tribunale di essere dichiarati idonei all’adozione .
La dichiarazione di idoneità è un atto giudiziale di accertamento emesso dal tribunale per i minorenni con procedimento camerale, sentito il pubblico ministero.
I presupposti per l’adozione sono i medesimi, sia che si tratti di un minore italiano o straniero. L’art. 29 precisa che i coniugi aspiranti all’adozione di un minore straniero devono possedere i requisiti previsti dall’art. 6: devono essere uniti in matrimonio da almeno tre anni, non separati nemmeno di fatto, la loro età deve superare di almeno diciotto anni e di non più di quaranta quella dell’adottando e devono infine essere idonei ad educare, istruire e in grado di mantenere il fanciullo.
In caso di evidente carenza dei requisiti il Tribunale pronuncia immediatamente decreto di inidoneità.
Entro quindici giorni dalla presentazione della dichiarazione di disponibilità, il Tribunale trasmette copia della stessa ai servizi degli enti locali.
Questi ultimi hanno il compito di acquisire elementi sulle condizioni degli aspiranti adottanti, sul loro ambiente, sulle loro motivazioni, sulla loro attitudine a farsi eventualmente carico anche di più minori e sulle eventuali caratteristiche particolari dei minori che sarebbero in grado di adottare.
Una volta terminata l’attività di indagine, i servizi entro quattro mesi devono trasmettere al tribunale una relazione completa . Ricevuta la relazione, il Tribunale, ai sensi dell’art. 30, comma 1, deve sentire gli aspiranti genitori adottivi.
Se il Tribunale, anche a seguito della relazione, ha dei dubbi o giudica insufficiente la relazione dei servizi, può disporre approfondimenti: sia chiedendo ai servizi stessi un supplemento di inchiesta, sia disponendo eventualmente una consulenza tecnica.
Entro i due mesi successivi alla relazione dei servizi, il Tribunale, in presenza dei requisiti richiesti per l’adozione, pronuncia decreto di idoneità ad adottare . Lo stesso viene trasmesso, unitamente alla documentazione e alla relazione del servizio sociale, alla Commissione per le adozioni internazionali e all’ente autorizzato cui i coniugi hanno dato l’incarico di curare la procedura. Ovviamente andranno trasmessi solo i decreti che dichiarano l’idoneità e non anche quelli che la negano.
I decreti di idoneità, di inidoneità e di revoca sono reclamabili alla corte d’appello ai sensi del codice di procedura civile ( art. 739 e740 ).
Legittimati al reclamo sono il pubblico ministero e gli “ interessati ”, ossia i coniugi aspiranti all’adozione.

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Premessa L’espressione “adozione internazionale” indica l’adozione di un minore straniero effettuata in un paese diverso da quello dove risiedono gli adottanti. 1 Nel nostro ordinamento, con tale espressione si suole indicare sia l’adozione di minori stranieri in Italia (il fenomeno più vistoso e frequente), sia l’adozione di minori italiani all’estero(prassi assai meno frequente). Vi è però da dire che, soprattutto subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, è proprio quest’ultima ipotesi che, nell’esperienza italiana, ha dato vita quasi esclusivamente all’adozione internazionale, in quanto i nostri cittadini venivano adottati negli Stati Uniti d’America ed in altri Stati economicamente più progrediti e a forte immigrazione. 1 In argomento, TOMMASEO, Dell’adozione di minori stranieri, in Comm. Dir. it. Fam., VΙ, 2, cit., p. 377; POLETTI DI TEODORO, L’adozione internazionale, in Il diritto di famiglia, ΙΙΙ, Trattato diretto da Bonilini e Cattaneo, cit., p. 404; BEGHÈ LORETI, voce Adozione internazionale, in Enc. Dir.., Aggiornamento, Ι, Milano, 1997, p. 43; CAFARI PANICO, voce Adozione. Diritto internazionale privato e processuale, in Enc. Giur. Treccani, Ι, Roma, 1998, p. 1. DAVI ̀, voce Adozione nel diritto internazionale privato, in Dig. Disc. Priv., sez. civ., Ι, Milano, 1987, p. 131; GERMANO ̀, L’adozione internazionale. Dalla legge 4 maggio 1983, n. 184 alla Convenzione dell’aja del 29 maggio 1993, in Dir. fam., 1995, p. 1571. 4

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Duggento
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Bianca Maria Cavaliere
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 121

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Parole chiave

adozione
adozione internazionale
adozioni
minori bielorussi
procedimento adottivo
soggiorni temporanei

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