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Problematiche odontostomatologiche nei pazienti portatori di handicap

L’handicap d’interesse odontoiatrico consiste di numerose situazioni patologiche (neurologiche, psichiatriche o altro), più o meno frequenti, di difficile classificazione ed estremamente diverse, dovute ad una vasta serie di fattori eziologici: l’elemento principale è costituito dalla compromissione intellettiva, neuromuscolare o sensoriale, eventualmente complicate da patologie cardiovascolari, respiratorie o metaboliche associate. Elemento comune è la scarsa capacità di collaborazione e l’incapacità di mantenerla per tutto il tempo necessario alle cure; non è né l’handicap in sé, nè la sua gravità che dà l’indicazione all’anestesia generale, potendo bastare semplicemente pazienza e capacità psicologica, oppure la sedazione, che però talora può essere meno sicura ed efficace dell’anestesia generale.
Innanzitutto è necessario dare una definizione di handicap: secondo l’O.M.S. per disabilità s’intende “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo e nell’ampiezza considerati normali per un essere umano, meglio ancora, tutte le condizioni di svantaggio che colpiscono l’uomo determinano un handicap”.
Perciò la definizione dell’O.M.S. della disabilità e del concetto di handicap deve essere allargata a tutti quei soggetti che presentino patologie o che necessitino di terapie che complicano il normale iter odontoiatrico.

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3 Introduzione L’handicap d’interesse odontoiatrico consiste di numerose situazioni patologiche (neurologiche, psichiatriche o altro), più o meno frequenti, di difficile classificazione ed estremamente diverse, dovute ad una vasta serie di fattori eziologici: l’elemento principale è costituito dalla compromissione intellettiva, neuromuscolare o sensoriale, eventualmente complicate da patologie cardiovascolari, respiratorie o metaboliche associate. Elemento comune è la scarsa capacità di collaborazione e l’incapacità di mantenerla per tutto il tempo necessario alle cure; non è né l’handicap in sé, nè la sua gravità che dà l’indicazione all’anestesia generale, potendo bastare semplicemente pazienza e capacità psicologica, oppure la sedazione, che però talora può essere meno sicura ed efficace dell’anestesia generale. Innanzitutto è necessario dare una definizione di handicap: secondo l’O.M.S. per disabilità s’intende “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo e nell’ampiezza considerati normali per un essere umano, meglio ancora, tutte le condizioni di svantaggio che colpiscono l’uomo determinano un handicap”. Perciò la definizione dell’O.M.S. della disabilità e del concetto di handicap deve essere allargata a tutti quei soggetti che presentino patologie o che necessitino di terapie che complicano il normale iter odontoiatrico.

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Informazioni tesi

  Autore: Gaetano Ruggeri
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Odontoiatria e Protesi Dentaria
  Relatore: bruno rossetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

FAQ

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Parole chiave

analgesia
anestesia
carie dentale
consenso informato
cure odontoiatriche
epilessia
handicap
odontoiatria
odontostomatologiche
patologia parodontale
paziente portatore di handicap
placca batterica
psicosi
rtardo mentale
schizzofrenia
sedazione
sindrome di down
sindromi genetiche
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