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La prova scientifica (il test del DNA). Coercibilità dei prelievi dal corpo umano ed utilizzabilità dei risultati a fini probatori.

Gli argomenti trattati nel presente lavoro si contraddistinguono per la loro estrema attualità e problematicità, essendo il tema della coercibilità dei prelievi e la prova del DNA tra i più dibattuti e irrisolti degli ultimi tempi. Nel presente lavoro, si è cercato, inoltre, di dare una risposta ad una delle domande più ricorrenti a proposito del test del DNA, ovverosia, se esso sia più efficace e più attendibile delle impronte digitali.
Il lavoro è composto da quattro capitoli, articolati in più paragrafi; inoltre, per agevolare la lettura e rendere semplici alcuni concetti scientifici, si è pensato non solo di specificarne il loro significato in nota ma anche di inserire, a fine elaborato, un glossario generale.
La parte iniziale è un excursus storico con lo scopo di mettere in evidenza il progresso che la scienza ha avuto, nell’ambito delle identificazioni di persona per il tramite di esami da compiersi su “campioni biologici” (sangue, urina, saliva, liquido seminale ecc.) ottenuti da un individuo. Si affronta poi il problema dell’esperibilità in forma coattiva del prelievo in campo penale e della necessità di acquisire il preventivo consenso della persona a sottoporsi a prelievo ematico talchè si possa eseguire su di esso il test del DNA. L’attenzione si è focalizzata sostanzialmente in riferimento a due pronunce della Corte Costituzionale la quale è intervenuta una prima volta nel 1986 e successivamente nel 1996. La Consulta, nella sentenza del 1986, non considerò il prelievo coatto costituzionalmente illegittimo e definì, per la prima volta, i limiti entro cui il giudice può disporre mezzi istruttori. Ma, nel 1996, mutando opinione, la Consulta, con una pronuncia diametralmente opposta alla sentenza del 1986, ha inteso colpire la genericità di formulazione dell’art. 224 comma 2 c.p.p. che, in materia di perizia, prevede un potere ordinatorio del giudice ampio e oggettivamente non specificato; anzi, la sua formulazione estremamente generica permette di ricomprendervi le più svariate fattispecie dando adito ad innumerevoli e differenti interpretazioni soggettive che possono comportare una violazione del principio di riserva di legge.
Secondo i giudici costituzionali l’esecuzione coattiva del prelievo ematico lede la libertà personale perché è tecnica invasiva della sfera corporale della persona, pur senza metterne in pericolo l’integrità fisica o la salute e la dignità. Alla luce della sentenza del 1996 è ora impossibile l’esecuzione coattiva della perizia ematologica senza il consenso dell’interessato.

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Premessa …svelato l’enigma grazie al test del DNA, ….trovato e incastrato il colpevole, merito del DNA. Sempre più spesso frasi del genere entrano a far parte del nostro gergo quotidiano, ma in realtà siamo in grado di attribuire il giusto significato a queste parole? Sappiamo cos’è il DNA, come si ottiene e come si estrae? E’ possibile sottoporre ad un prelievo di campione biologico l’indagato o l’imputato di un delitto, senza il suo consenso? Il convincimento del giudice e della corte sarà influenzato dai risultati di queste nuove fonti di prova?, che attendibilità hanno i vari test effettuati sui campioni biologici? Come vengono “trattati” questi dati? e perché il test del DNA viene considerato “una formidabile fonte di prova”? A questi ed altri interrogativi si tenterà di dare una risposta senza mai avere la presunzione che la stessa sia sempre esaustiva, tenuto conto anche che non sempre il legislatore è al passo con il progresso scientifico e tecnologico. Questo comporta che materie delicate sono spesso non adeguatamente regolamentate e sono lasciate alla libera interpretazione e applicazione. Gli argomenti che stiamo trattando ne sono un tipico esempio, non essendoci nella legislazione italiana una specifica norma a riguardo. Non sarà pertanto facile tracciare un percorso lineare. Si cercherà di renderlo tale illustrando i precedenti giurisprudenziali e le attuali proposte di riforma del codice di procedura penale. Per agevolare la lettura e rendere alcuni concetti scientifici semplici e alla portata di noi tutti si è pensato non solo di specificarne il loro significato in nota ma anche di inserire, a fine elaborato, un glossario generale. F.Fini La prova scientifica. Coercibilita’ dei prelievi dal corpo umano ed utilizzabilita’ dei risultati a fini probatori.

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Informazioni tesi

  Autore: Filippo Fini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Foggia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Sergio Lorusso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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