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La valutazione del capitale economico nella società Alfa

Nell’impresa, ove il sistema di obiettivi è focalizzato sulla creazione di valore economico, il tema della misurazione del valore assume ad evidenza un ruolo centrale, nasce così l’idea che l’azienda debba periodicamente valutare se stessa.
Esistono tre principali occasioni di valutazione in un’impresa:

1) l’ambito delle garanzie societarie; in tale caso la stima ha natura cautelativa e di protezione degli interessi degli stakeholders. Le valutazioni di cui si discute possono essere volontarie o imposte da obblighi di legge; in entrambi i casi, la stima deve essere effettuata da un perito neutrale , scelto dalle parti stesse o nominato dal tribunale.

2) l’ambito delle strategie di sviluppo esterno e di ristrutturazione finanziaria dell’impresa; in tale caso si fa riferimento alle operazioni di acquisizione e di cessione di imprese o di rami d’azienda; il perito è sostanzialmente chiamato ad effettuare un calcolo di convenienza economica, determinando uno specifico valore limite che costituisce un elemento conoscitivo di notevole rilievo.

3) l’ambito della misura dei risultati delle imprese; queste stime rispondono all’intento sia di offrire a imprenditori e manager strumenti di orientamento strategico-gestionale (creazione o distruzione di valore), sia di giudicare l’efficacia del comportamento dei manager, collegandola al sistema delle loro ricompense.

A seconda degli obiettivi dell’impresa, esistono diverse configurazioni di capitale d’azienda.
a) Capitale di funzionamento (K FUNZ): si basa sulla logica del bilancio di esercizio. Di solito, infatti, dal calcolo del reddito di esercizio deriva il KFUNZ.

b) Capitale di liquidazione (KLIQ): si basa sulla logica della cessazione assoluta dell’impresa. In tale caso il liquidatore diventa venditore, cioè perde la logica di aziendalista.
L’obiettivo del liquidatore è “incassare i crediti per pagare i propri debiti”. In tale logica il concetto di costo, a differenza della logica del KFUNZ , viene cancellato.
- Le immobilizzazioni, infatti, vengono valutate al valore di realizzo a stralcio mentre i crediti, le partecipazioni e le rimanenze vengono valutati al valore di realizzo.

c) Capitale economico (KECO): si fonda sulla struttura patrimoniale (senza/con debiti finanziari) dell’impresa e sulla capacità di produrre redditi (asset side → EBIT oppure equity side → EARNING) e cash flow prospettici (asset side → OPERATIG CASH FLOW oppure equity side → FLUSSO DI CASSA NETTO).

In vista di un’operazione straordinaria, è opportuno effettuare la valutazione del capitale economico.
I metodi “principali” sono quattro:
- Metodo patrimoniale, fondato su valori stocks;
- Metodo reddituale, fondato su valori flusso;
- Metodo finanziario, fondato su valori flusso;
- Metodo misto patrimoniale-reddituale, fondato su valori stocks e su valori flusso.

Esistono, inoltre, i cosiddetti metodi “empirici”, i quali deducono il valore dell’impresa sulla base dei dati di altre imprese. Tra questi assume particolare rilievo il metodo dei multipli, che fonda il valore del capitale economico d’impresa sull’analisi di società e transazioni comparabili.
I metodi empirici vengono anche definiti metodi secondari (o di controllo), in quanto esprimono dati inequivocabili, chiari ed esatti. Per questo motivo, spesso, tali metodi sono considerati più affidabili degli stessi metodi “principali”, che si fondano sul bilancio e così il metodo principale diventa il metodo di controllo stesso.
In realtà, la valutazione andrebbe fatta mediante il metodo guida, che ci consente di giungere al risultato desiderato e supportata dal metodo di controllo

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3 PRIMA PARTE LE METODOLOGIE DI VALUTAZIONE DEL CAPITALE ECONOMICO D’AZIENDA I .1 INTRODUZIONE Nell’impresa, ove il sistema di obiettivi è focalizzato sulla creazione di valore economico, il tema della misurazione del valore assume ad evidenza un ruolo centrale, nasce così l’idea che l’azienda debba periodicamente valutare se stessa. Esistono tre principali occasioni di valutazione in un’impresa: 1) l’ambito delle garanzie societarie; in tale caso la stima ha natura cautelativa e di protezione degli interessi degli stakeholders. Le valutazioni di cui si discute possono essere volontarie o imposte da obblighi di legge; in entrambi i casi, la stima deve essere effettuata da un perito neutrale 1 , scelto dalle parti stesse o nominato dal tribunale. 2) l’ambito delle strategie di sviluppo esterno e di ristrutturazione finanziaria dell’impresa; in tale caso si fa riferimento alle operazioni di acquisizione e di cessione di imprese o di rami d’azienda; il perito è sostanzialmente chiamato ad effettuare un calcolo di convenienza economica, determinando uno specifico valore limite che costituisce un elemento conoscitivo di notevole rilievo. 3) l’ambito della misura dei risultati delle imprese; queste stime rispondono all’intento sia di offrire a imprenditori e manager strumenti di orientamento strategico-gestionale (creazione o distruzione di valore), sia di giudicare l’efficacia del comportamento dei manager, collegandola al sistema delle loro ricompense. 1 Il perito neutrale deve assicurare ai terzi la correttezza dei valori prescelti.

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Informazioni tesi

  Autore: Denise Rassega
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Brescia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore:  
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

FAQ

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