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Le misure antiviolenza negli stadi in Italia e in Inghilterra. Aspetti problematici

Premessa

Stava preparando una giornata di stop nazionale, prevista il 24-25 Febbraio 2007, il calcio Dilettanti, dopo quella effettuato in Calabria, il 28 gennaio 2007, il giorno dopo l'uccisione in una rissa a fine partita di Ermanno Licursi, 40 anni, dirigente della Sammartinese, club di Terza Categoria.
Ma a questa tragedia se ne è aggiunta subito un'altra, stavolta accaduta sotto i riflettori del grande calcio, a testimonianza di una crisi trasversale e profonda che sta mettendo in seria discussione tutto il movimento calcistico italiano, già scosso dalle vicende di Calciopoli. Venerdì 2 febbraio, nell'anticipo Catania-Palermo, durante violentissimi disordini scatenati da centinaia di ultras siciliani intorno allo stadio Massimino, viene ucciso Filippo Raciti, 38 anni, Ispettore capo di Polizia di Stato. Due morti assurde, in un arco di tempo brevissimo, davanti alle quali la prima risposta immediata e doverosa del Palazzo è quella dello stop immediato di tutti i campionati, decisa in modo rapido dal commissario straordinario della Federcalcio, Pancalli, che porta alla sospensione di tutti i tornei federali sabato 3 e domenica 4 febbraio. La sensazione di essere arrivati al punto più basso di un processo di degrado del più popolare e amato fenomeno sociale di massa del nostra Paese è generale e diffusa. Anche se si tratta di fatti prevedibili se non previsti e di morti annunciate, vista la situazione che ormai da troppo tempo si è creata dentro e intorno ai nostri impianti sportivi, siano essi scenario di gare professionistiche o di match tra dilettanti. Giova ricordare che dal 1963, anno dell'uccisione di Gaetano Plaitano ai margini di Salernitana-Potenza, a oggi, sono 50 i morti da calcio nel nostro Paese. Una cifra impressionante se rapportata al pallone, per quanto snaturato, spettacolarizzato e commercializzato come questo d'inizio millennio.
E già 12 anni fa, in morte di Vincenzo Spagnolo, accoltellato prima di Genoa-Milan si era detto di fare punto e a capo, senza però far seguire i fatti alle parole.
Il quadro che è emerso in queste settimane di dibattiti e indagini è senza dubbio molto preoccupante: a un'emergenza calcio si somma senza dubbio un'emergenza Sud, con commistioni torbide tra tifo ultras e malavita organizzata. Sono emersi in modo ancora più netto aspetti inquietanti, come la politicizzazione estremista delle frange più calde delle curve italiane, il degrado educativo, la giovane età dei teppisti, non necessariamente appartenenti alle fasce sociali più deboli (a Catania tra gli arrestati perfino il figlio di un poliziotto, collega di Raciti). Insomma un quadro a tinte scure. Mai come in questo momento è emerso in modo evidentissimo la necessità di interventi a più livelli, e con tempi diversi, se si vuole davvero risanare il movimento, appoggiandosi sulla parte sana, che resta maggioritaria, di sportivi e tifosi. Modelli da seguire, e assai invocati in questi giorni, ce ne sono in tutta Europa, da quello inglese a quello tedesco. Occorre ovviamente una volontà politica condivisa e trasversale, sempre mancata prima di ora.
Il Governo per parte sua ha cercato di dare una risposta immediata, richiamando le normative del decreto Pisanu, fin qui disatteso attraverso la consuetudine tutta italica delle deroghe. Giro di vite, chiusura degli impianti non a norma e un pacchetto di provvedimenti volti a mettere in sicurezza gli stadi. Proprio intorno a questi si è sviluppato un dibattito fortissimo e interessato, rimandando il resto a un momento diverso. Abbiamo assistito a un grande sforzo e a una corsa contro il tempo per mettere a norma gli stadi fuori legge. Si inseguono dichiarazioni che implicano una rifondazione tutta incentrata su stadi con standard di qualità di livello europeo.
Il calcio moderno e risanato non passa solo da stadi luccicanti e integrati con shopping hall. La partita da giocare, quella più complessa, è sul piano della cultura sportiva del nostro Paese, soprattutto a livello di base, e su un modello di calcio più equilibrato sul fronte della distribuzione delle risorse per quanto riguarda il professionismo.
Il lavoro che segue è suddiviso in tre capitoli.
Il primo capitolo si occuperà di illustrare l’ evoluzione normativa della L. 13 DICEMBRE 1989, N 401, pilastro portante della materia in esame.
Il secondo capitolo sarà dedicato all’analisi delle misure antiviolenza, da un punto di vista penale e processuale penale. In particolare si guarderà alla riforma da un punto di vista prospettico, ovvero quello tra l’esigenza di una disciplina che voglia prevenire e reprimere, nel massimo della misura possibile, gli episodi di violenza e le limitazioni di libertà che vengono sacrificare per perseguire il predetto intento.

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X Premessa Stava preparando una giornata di stop nazionale, prevista il 24-25 Febbraio 2007, il calcio Dilettanti, dopo quella effettuato in Calabria, il 28 gennaio 2007, il giorno dopo l'uccisione in una rissa a fine parti- ta di Ermanno Licursi, 40 anni, dirigente della Sammartinese, club di Terza Categoria. Ma a questa tragedia se ne è aggiunta subito un'altra, stavolta acca- duta sotto i riflettori del grande calcio, a testimonianza di una crisi trasversale e profonda che sta mettendo in seria discussione tutto il movimento calcistico italiano, già scosso dalle vicende di Calciopoli. Venerdì 2 febbraio, nell'anticipo Catania-Palermo, durante violen- tissimi disordini scatenati da centinaia di ultras siciliani intorno allo stadio Massimino, viene ucciso Filippo Raciti, 38 anni, Ispettore capo di Polizia di Stato. Due morti assurde, in un arco di tempo brevissimo, davanti alle quali la prima risposta immediata e doverosa del Palazzo è quella dello stop immediato di tutti i campionati, decisa in modo rapido dal commissario straordinario della Federcalcio, Pancalli, che porta alla sospensione di tutti i tornei federali sabato 3 e domenica 4 febbraio. La sensazione di essere arrivati al punto più basso di un processo di degrado del più popolare e amato fenomeno sociale di massa del nostra Paese è generale e diffusa. Anche se si tratta di fatti prevedibili se non previsti e di morti annunciate, vista la situazione che ormai da troppo tempo si è creata dentro e intorno ai nostri impianti sportivi, siano essi scenario di gare professionistiche o

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Arpidone
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Giuseppe Di Chiara
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 148

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Parole chiave

misure adottate in inghilterra
misure antiviolenza
stadi
violenza negli stadi

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