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Fondi comuni di investimento italiani: una ricerca empirica sulla performance e sui fattori che la influenzano

Negli ultimi decenni, nei paesi industrializzati si è registrato uno sviluppo eclatante dei fondi comuni d’investimento. Tale successo è da attribuire alla loro caratteristica di consentire agli investitori non professionali di possedere una partecipazione in un portafoglio di titoli, nonché la riduzione dei costi di partecipazione diretta al mercato.
Questo lavoro intende valutare la performance dei fondi comuni d’investimento italiani tra il 2002 e il 2006 presumendo che i gestori abbiano due strategie a disposizione per creare valore per gli investitori:
- Stock selection: capacità di prevedere i movimenti dei prezzi dei singoli titoli e individuazione dei titoli sotto o sopravvalutati;
- Market timing: capacità di anticipare i movimenti dei mercati e di aggiustare di conseguenza il portafoglio.
L’analisi è stata condotta su un campione di 96 fondi aperti di diritto italiano appartenenti alle quattro maggiori società di gestione del risparmio. Per ognuno di essi sono state stimate le componenti di performance connesse alle due strategie sia a lordo che a netto dei costi. Inoltre, le componenti stimate sono state aggregate per categoria di fondi, al fine osservare se esistono delle tendenze differenziate in base alla tipologia di fondo.
Successivamente, i risultati ottenuti sono stati messi in relazione con alcune variabili sotto il controllo dei gestori (livello di attivismo, tasso di movimentazione del portafoglio) e altre attinenti alle caratteristiche dei fondi (livello dei costi, dimensione del fondo), per capire se le stesse giocassero qualche ruolo nella determinazione della performance.
Nella parte introduttiva si forniscono gli elementi definitori indispensabili per inquadrare le attività e gli operatori del risparmio gestito.

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1. Premessa 3 1. Premessa Negli ultimi decenni, nei paesi industrializzati si è registrato uno sviluppo eclatante dei fondi comuni d’investimento. Tale successo è da attribuire alla loro caratteristica di consentire agli investitori non professionali di possedere una partecipazione in un portafoglio di titoli, nonché la riduzione dei costi di partecipazione diretta al mercato. Questo lavoro intende valutare la performance dei fondi comuni d’investimento italiani tra il 2002 e il 2006 presumendo che i gestori abbiano due strategie a disposizione per creare valore per gli investitori: ! Stock selection: capacità di prevedere i movimenti dei prezzi dei singoli titoli e individuazione dei titoli sotto o sopravvalutati; ! Market timing: capacità di anticipare i movimenti dei mercati e di aggiustare di conseguenza il portafoglio. L’analisi è stata condotta su un campione di 96 fondi aperti di diritto italiano appartenenti alle quattro maggiori società di gestione del risparmio. Per ognuno di essi sono state stimate le componenti di performance connesse alle due strategie sia a lordo che a netto dei costi. Inoltre, le componenti stimate sono state aggregate per categoria di fondi, al fine osservare se esistono delle tendenze differenziate in base alla tipologia di fondo. Successivamente, i risultati ottenuti sono stati messi in relazione con alcune variabili sotto il controllo dei gestori (livello di attivismo, tasso di movimentazione del portafoglio) e altre attinenti alle caratteristiche dei fondi (livello dei costi, dimensione del fondo), per capire se le stesse giocassero qualche ruolo nella determinazione della performance. Nella parte introduttiva si forniscono gli elementi definitori indispensabili per inquadrare le attività e gli operatori del risparmio gestito.

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Informazioni tesi

  Autore: Daniel Peter Kiss
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari
  Relatore: Giorgio Di Giorgio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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