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L'informazione sulle aree protette: analisi di alcuni media in merito ai parchi e alla tutela della natura

Le cronache della carta stampata, della radio o della TV sembrano rispolverare ad ogni alluvione (annunciata o no che sia) argomenti di facile presa sul lettore come quelli dei disastri ecologici e delle catastrofi naturali, dell’inquinamento e di tutto ciò che nel breve periodo può minare la sicurezza della vita e colpire la salute dell’uomo. Sono argomenti che fanno salire lo share o la tiratura, specie se trattati a fosche tinte e con toni apocalittici.
Non è riservata invece uguale attenzione o spazio dai grandi media ad altri argomenti che forse meno colpiscono la fantasia del lettore. Parliamo della protezione della natura, della biodiversità e della complessità ecologica: certamente temi poco ricorrenti nelle discussioni quotidiane dell’uomo comune, ma che rivestono egualmente un alto significato relativamente alla qualità complessiva della vita.
L’obbiettivo di questo studio è quello di analizzare come e quanto le aree protette e i parchi in particolare siano presenti nel panorama dell’informazione scritta, sia quella autogestita e prevalentemente diffusa all’interno della stessa area che quella generalista, a grande diffusione; uno sguardo finale è dedicato al mondo dell’informazione elettronica che tanto velocemente si sta affermando.

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4 INTRODUZIONE Qualche anno fa, nel 1991, l’Università di Padova organizzò a San Vito di Cadore il primo corso di “Educazione e formazione ambientale per giornalisti professionisti”. L’iniziativa ebbe molto successo, sia per il numero degli allievi, una trentina, sia per la qualità dei relatori, per la metà universitari dediti alla ricerca naturalistica, per la restante parte giornalisti di fama e tecnici di elevatissimo livello attivi nei ministeri che si occupano d’ambiente e di natura. L’idea crebbe, e negli anni successivi il corso venne più volte ripetuto con eguale, ampio, successo. Ne è buona testimonianza l’AIGA, Associazione Italiana Giornalisti Ambientalisti, che venne fondata presso il laboratorio di ecologia di San Vito alla chiusura del primo di quei corsi e da esso stimolata. Gli argomenti trattati a San Vito spaziarono, fino ad oggi, da quelli più propriamente naturalistici, quali la biodiversità e la complessità ecologica, la conservazione della natura e la pianificazione ecologica, a quelli più connessi alla qualità ambientale, ad esempio in riferimento agli inquinamenti e alle catastrofi derivanti dall’incuria o dalla sufficienza dell’uomo verso le forze della natura. Singolarmente, ma forse era da prevedere, questa seconda categoria d’argomenti trattati ai corsi colse il maggior successo e suscitò la più viva attenzione. In effetti il giornalista, sia della carta stampata sia del video o della radio, è vincolato al giudizio che gli viene in base ad indicatori numerici di gradimento, lo share, la tiratura, che ne decretano il successo o il fallimento. Egli, di conseguenza, è tentato dalle notizie che più colpiscono la fantasia del destinatario, nel bene o nel male, e sarà egualmente tentato d’evitare argomenti fiacchi o che possano generare scontento. La protezione della natura, e i parchi in genere, rientrano tra gli argomenti che abbiamo definito fiacchi; i disastri ecologici, le catastrofi naturali, i veleni sparsi sul territorio e tutto quanto nel breve periodo può minare la sicurezza della vita e colpire la salute dell’uomo è invece oggetto di attenzione, ovvero è argomento di facile presa sul lettore o sull’ascoltatore.

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Musumeci
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1996-97
  Università: Università degli Studi di Padova
  Corso: Scienze Forestali ed Ambientali
  Relatore: Franco Viola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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