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Adeguatezza sociale e attività sportiva

La cifra che contraddistingue le posizioni rappresentate dalla dottrina maggioritaria sta nel tentativo di fondare la liceità dell’attività sportiva violenta sulla base concettuale legata al valore scriminante dell'art 50 cp ovvero dell'art 51 cp, oppure ancora in base ad una scriminante non codificata. Le premesse dogmatiche sfociate in tali determinazioni dottrinali trovano fondamento nell’assunto teorico in base al quale il fatto di reato è geneticamente autonomo nei suoi elementi di struttura e pertanto completamente avulso da qualsiasi legame con la realtà della colpa. Il fatto viene strutturato secondo una logica sistemica bipartita: gli elementi essenziali minimi sono la condotta, rappresentata dal comportamento dello sportivo e l'evento lesivo, avvinto dal nesso di causalità alla condotta medesima. Il punctum dolens di tale teorica sta proprio nella convinzione che la liceità della pratica sportiva, benché causa di eventi pregiudizievoli, sia da rinvenirsi nell'ambito della logica delle cause di giustificazione, in quanto è poco convincente anticipare in sede di antigiuridicità l'analisi sul rispetto delle regole de quibus. Pertanto, la condotta dell'atleta coerente con le leges artis dello sport praticato rileva, essenzialmente, a livello di tipicità del fatto tipico, in quanto proprio le regole cautelari che presiedono all'attività di riferimento determinano il quantum di diligenza richiesto: il rispetto delle medesime comporta, almeno tendenzialmente, l'esclusione della responsabilità penale, non per difetto di antigiuridicità ma, a monte, per mancanza di una condotta inosservante di una o più regole cautelari, il che si traduce nell'assenza di un fatto tipico. Pertanto l'adeguatezza sociale è categoria propria del fatto tipico; detta realtà presuppone una determinata accezione del bene protetto e della tipicità dell'azione, che parte da una revisione del tradizionale concetto di bene giuridico.

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CAPITOLO I IL REATO COLPOSO § 1. Profili dogmatici del reato colposo Cresciuto all'ombra della dogmatica del reato doloso, il reato colposo è diventato nei tempi più recenti oggetto di sempre più approfondita elaborazione, fino a concludersi - non senza spunti di esasperazione relativi a talune note specializzanti - che esso costituisce non più un minus (in termini colpevolezza) ma semmai un aliud: non più quindi solo una seconda e meno grave forma di colpevolezza, esauriente la sua funzione quale criterio di imputazione soggettiva, bensì un modello specifico di reato, strutturalmente autonomo già a livello di tipicità oggettiva 1 . Stabilisce l'art. 42 2°comma c.p. che “nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato se non l'ha commesso con dolo, salvi i casi di delitto preterintenzionale o colposo espressamente preveduti dalla legge”. Il dato che, prima facie, emerge con limpidezza, sta nella circostanza che mentre le ipotesi di imputazione dolosa hanno carattere “fondamentale, 1 ALIMENA, La colpa nella teoria generale del reato, Palermo, 1947; RICCIO, Il reato colposo, Milano, 1952; PETTOELLO MANTOVANI, Il concetto ontologico del reato, Milano, 1954, pag. 119 e ss; ALTAVILLA, La colpa, Torino, 1957; ID., voce Colpa, in Noviss. Dig. It., III, Torino, 1959; PAGLIARO, Il fatto di reato, Palermo, 1960, pag. 274; MARINUCCI, La colpa per inosservanza di leggi, Milano, 1975; GIUNTA, Illiceità e colpevolezza nella responsabilità colposa, Padova, 1993; ID., La normatività della colpa penale. Lineamenti di una teoria, in Riv. It. Dir. e Proc. Pen., 1990, pag. 86; FORTI, Colpa ed evento nel diritto penale, Milano, 1990; CARACCIOLI, Colpa per imperizia, per inosservanza di leggi e caso fortuito, in Riv. It. Dir. e Proc. Pen., 1959, pag. 558; MANTOVANI M., Il principio di affidamento nella teoria del reato colposo, Milano, 1997; ANTOLISEI, La colpa per inosservanza di leggi, in Giust. Pen., 1948, II, pag. 1; NUVOLONE, Colpa civile e colpa penale, in Trent'anni di diritto e procedura penale, Padova, 1969, pag. 696

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Informazioni tesi

  Autore: Cristian Salvatore Coviello
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Vincenzo Scordamaglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 179

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adeguatezza sociale e attività sportiva
liceità della pratica sportiva
pratica sportiva

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