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Il decreto giudiziario ateniese

Alla metà del V secolo a.C. Atene è la polìs più potente di tutta la Grecia. Al termine delle Guerre Persiane viene costituita una lega (Lega delio-attica) con lo scopo di costituire un insieme di alleati pronti ad intervenire in funzione anti-persiana. All'interno di questa lega, pur vigendo una condizione di sostanziale parità, Atene impone la sua egemonia sugli alleati, dal punto di vista militare, economico-finanziario e giudiziario. In quest'ultimo caso le fonti storiche attestano l'abitudine di Atene ad accentrare i processi a carico degli alleati nei propri tribunali, formalmente con l'intento di garantire l'equo svolgimento dei processi stessi, di fatto per garantirsi il controllo giudiziario sulle vicende degli alleati, soprattutto per quel che riguarda le condanne per reati capitali. Scopo del lavoro è quello di prendere in esame gli studi moderni che affermano con impropria certezza l'esistenza di un decreto giudiziario che avocasse ad Atene i processi degli alleati per reati capitali e le fonti antiche storiche, archeologiche ed epigrafiche che non citano espressamente l'esistenza del suddetto decreto ma semplicemente affrontano il problema dell'imperialismo giudiziario di Atene. Non è quindi possibile affermare con certezza, diversamente da alcuni studiosi moderni, che nell'Atene di Pericle fosse stato emanato un simile provvedimento in ambito giudiziario, a differenza invece di quando accadde con la promulgazione del decreto sulla monetazione che imponeva agli alleati di Atene i pesi, le misure e la moneta attici

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3 INTRODUZIONE La testimonianza dello Pseudo-Senofonte (I 14 ss.) nella Costituzione degli Ateniesi evidenzia un uso apertamente politico della giustizia da parte di Atene allo scopo di mantenere la stabilità dell’impero e di difendere l’ideologia democratica nelle poleis alleate. Le modalità di amministrazione della giustizia all’interno dell’impero ateniese sarebbero da collegare, secondo alcuni, ad un apposito strumento legislativo, un decreto di carattere giudiziario introdotto per volontà di Pericle intorno alla metà del V secolo (449). Questo documento, che prevedeva che i processi capitali degli alleati si celebrassero ad Atene o come conseguenza di un appello (ephesis) o addirittura in prima istanza, non ci è pervenuto e se ne ipotizza l’esistenza sulla base di altri decreti ateniesi che regolavano i rapporti con gli alleati, in particolare quello per Calcide (446), e di alcune testimonianze della tradizione letteraria. Con un simile provvedimento che imponeva a tutti gli alleati di ricorrere ai tribunali ateniesi, Atene avrebbe di fatto sottratto loro l’autonomia giudiziaria, garantendo così ai suoi sostenitori la tutela giudiziaria e minacciando quelli a lei ostili col rischio di dover incorrere nel giudizio dell’egemone. Il primo studioso a teorizzare l’esistenza del decreto, da lui definito Judicial Decree (Decreto giudiziario), è Jack Martin Balcer, nella monografia, pubblicata nel 1978, The Athenian Regulations for Chalkis. In questo lavoro Balcer documenta la sua ipotesi affermando che, oltre al Decreto per Calcide, ci sarebbero altri indizi rintracciabili nelle fonti letterarie (Antifonte, Isocrate, Pseudo-Senofonte,

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Trucco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filologia e letteratura dell'antichità
  Relatore: Cinzia Bearzot
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

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