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Sintesi di peptidi attivi verso MOR e studio dell’interazione ligando-recettore

Recentemente sono stati individuati e caratterizzati due peptidi: endomorfina-1 ed endomorfina-2 che hanno localizzazione cerebrale e attività simile alla morfina e derivati.Questi peptidi oppiodi endogeni hanno alta affinità ed attività agonista sugli stessi recettori sui quali agiscono gli alcaloidi oppiodi; in particolare sul recettore µ (MORs).La morfina e i suoi derivati sono tuttora lo standard per tutti i farmaci a potenziale azione analgesica ma l’assunzione prolungata ha gravi effetti sull’organismo e comporta sintomi come assuefazione e dipendenza.
E’ sorta così la necessità di cercare nuovi peptidi agonisti su tale recettore utilizzabili come analgesici e che abbiano una maggiore compatibilità biologica e minori effetti indesiderati.
Gran parte della mia esperienza si è focalizzata sulla sintesi in fase solida mediante tecniche semi automatiche e automatiche di peptidi oppioidi endogeni peptidomimetici dell’ endomorfina-1. E’ stata scelta l’ endomorfina-1 come scaffold di partenza per la sua alta selettività del recettore µ.I peptidi di nuova sintesi sono mimetici in quanto più stabili e in grado di attraversare la barriera emato-encefalica(BEE).

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3 CAPITOLO I 1.1 Introduzione L’utilizzo dell’oppio come rimedio contro il dolore risale a tempi antichissimi: è documentato nel papiro di Erbes (ca. 1500 a.c.) e nelle opere di Ippocrate, Dioscoride e Galeno. L’oppio è il lattice consolidato raccolto, per incisione, delle capsule immature del Papaver Somniferum, una pianta originaria dell’Asia minore. In esso sono contenuti più di 25 alcaloidi, tra i principali, con struttura fenantrenica, troviamo la morfina, la codeina e la tebaina. L’oppio deve le sue proprietà analgesiche soprattutto alla morfina che, isolata da Friedrich Sertürner nel 1803, rappresenta il prototipo di farmaco analgesico-narcotico. Oltre all’azione analgesica la morfina presenta numerosi effetti collaterali, tra i più gravi assuefazione e dipendenza, che ne hanno limitato l’utilizzo clinico 1 . Per assuefazione si intende che, l’uso prolungato nel tempo di tali farmaci tende a vanificarne l’effetto, per cui è necessario aumentare progressivamente la dose somministrata per ottenere l’effetto analgesico desiderato. La dipendenza, invece, consiste nel fatto che il soggetto in cui si è già instaurata assuefazione non è in grado di fare a meno del farmaco manifestando in caso di mancata somministrazione una tipica sindrome di astinenza. Altri effetti collaterali indesiderati noti sono la depressione respiratoria e dell’attività vasomotoria, disturbi del sonno, nausea e vomito. Sono state avviate ricerche volte a individuare nuovi target sintetici, nel tentativo di produrre farmaci con attività analgesica paragonabile a quella della morfina, ma dotati di un miglior 1 G.Ronsisvalle, M. Pappalardo, L. Pasquinucci, O. Prezzavento, “I recettori oppioidi”, ed. CLUEB, 1999 Fig. 1.1 Lattice di Papaver Somniferum

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Golfarini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Biotecnologie Molecolari
  Relatore: Luca Gentilucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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Parole chiave

peptidi
morfina
oppiacei
papaver sonniferum
sistema oppioide
endomorfina
oppioidi endogeni
peptidi sintetizzati

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