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Il coinvolgimento della Cia e degli ulteriori attori nella guerra per procura anti-Urss in Afghanistan

La tesi verte sul coinvolgimento della Cia e di ulteriori attori internazionali in Afghanistan. I sovietici invadono il paese nel 1979, per farne uno stato satellite e secondo una strategia finalizzata all'accesso ai mari caldi del Golfo Persico. Risulta evidente che gli Stati Uniti non possono permettere che tale intento venga raggiunto, pena uno squilibrio decisivo nell'ambito della Guerra fredda; la Cia mobilita un'ingente mole di risorse per costituire una guerra per procura che si fonda sul sostegno dell'Isi pakistana su cui grava il compito di canalizzare armi e fondi verso la resistenza mujahiddin. I leader principali dell'insorgenza sono il leggendario capo tagiko Ahmed Sha Massoud, Burhanuddin Rabbani ed il pashtun Hekmatyar su cui il Pakistan di Zia al Haq punta per aumentare la sua influenza in Afghanistan. A sostegno di Cia ed Isi si schierano anche l'Egitto di Sadat, la Cina e fanno la loro parte anche il Mi-6 britannico, Israele e l'Iran. È interessante quindi analizzare le dinamiche che portano alla cacciata dell'Urss dal paese ed alla sconfitta del blocco sovietico in un contensto globale, ma ancora più interessante è notare come gli aiuti americani e pakistani gettino le basi per la nascita dei talebani e la loro conquista dell'Afganistan. Nel contesto afgano dell'epoca, inoltre, muove i suoi primi passi Osama Bin Laden, fondatore di Al Qaida e sostenitore convinto del mullah Omar fino alla sua morte avvenuta il 2 maggio del 2011 ad Abbottabad. La mia tesi specialistica, che pubblicherò a breve, verterà sul movimento talebano ed in particolare su come si sia insediato in un contesto nazionale e tribale - su cui pongo particolare accento- completamente dissestato. Inoltre porrò l'accento sul controverso rapporto tra i talebani ed il Pakistan in un contesto di accesa rivalità con l'India e di ambiguità nei confronti dell'alleato statunitense.

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4 1. Introduzione Abitato fin dai tempi antichissimi l‟Afghanistan è stato violato da una schiera continua di invasori. Le montagne dell‟Hindu Kush (letteralmente “massacratore d‟indiani”), la catena che domina il paese, hanno visto passare alle loro pendici miriadi di eserciti. Tra i primi di cui si ha notizia, c‟è quello di Alessandro Magno, entrato in Afghanistan nel 330 a.C. Da allora ne sono penetrati talmente tanti che è impossibile tenerne il conto. Se si limita il calcolo a partire dal 1838, l‟Afghanistan ha subito quattro tentativi d‟invasione: da parte persiana (1838), britannica (1839-42 e 1878-82) e infine sovietica (1979-1989). Tutti quanti sono falliti, ma forse il più importante ed il più catastrofico di tutti, a causa delle ripercussioni che ha avuto sul mondo allora diviso in due blocchi totalmente contrapposti, è l‟invasione sovietica. Il coinvolgimento russo ha comportato sicuramente il crollo dell‟U.R.S.S. e la rottura dei blocchi con la conseguente fine della Guerra Fredda che sarebbe avvenuta poco dopo il ritiro. Il mancato conseguimento della conquista dell‟Afghanistan da parte dell‟Armata Rossa è da attribuire in gran parte all‟immane sostegno fornito dalla C.I.A. e dai suoi alleati ai mujahiddin, in una guerra che è rimasta per lungo tempo segreta. Quello che andremo ad analizzare è appunto il coinvolgimento della C.I.A. in Afghanistan ed il contributo di molte potenze mondiali grandi e piccole schierate in concerto e da essa coadiuvate contro l‟Unione Sovietica. La partecipazione alla guerra per procura della C.I.A. ha infatti visto come attori e protagonisti molti stati che hanno creato il primato di un movimento di resistenza unico nella storia dal punto di vista del supporto economico e logistico dall‟esterno. La Russia ha mirato sin dall‟epoca zarista (Pietro il Grande e il Great Game 1 ) all‟accesso ai porti dei mari caldi perché i suoi vasti territori precludevano le facili vie di comunicazione tra Russia europea e Siberia. La guerra russo-giapponese del 1904-05 sembrava rivendicare questa visione. La Transiberiana non trasportava provvigioni e rifornimenti in sufficiente quantità per supportare l‟esercito zarista in Manciuria. La flotta russa nel Baltico impiegava otto mesi dopo che gli inglesi negarono l‟accesso al Canale di Suez, per raggiungere i mari del Sud-Est asiatico. 1 L‟espressione Great Game fu probabilmente coniata da un ufficiale britannico, Arthur Conolly, impegnato in operazioni militari in Asia centrale nella prima metà del 1800 che, fatto prigioniero da un emiro uzbeko, fu gettato in un pozzo nel quale venivano giornalmente buttati rettili e vermi; dopo due mesi quanto restava dell‟ufficiale fu decapitato. J. W. Kaye, lo storico della prima guerra afgana, che lesse il suo taccuino di appunti, usò l‟espressione per definire la contesa tra Russia e Gran Bretagna in quell‟area. Rudyand Kipling la rese celebre nel romanzo “Kim” . Nella seconda metà dell'Ottocento il “Grande Gioco” è, quindi, la secolare conflittualità tra Russia e Gran Bretagna per l‟egemonia in Asia centrale e sull‟impero ottomano;

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Armenio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche
  Relatore: Pietro Neglie
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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