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Microcredito. Una nuova frontiera in rete

"Microcredito" è diventato una parola quasi alla moda nel mondo della microfinanza, a partire dal 1983, l'anno in cui l'economista indiano Premio Nobel per la pace, Mohammad Yunus, fondò la Grameen Bank.
Oggi le banche rurali e le istituzioni di microfinanza si stanno espandendo in tutto il mondo grazie al microcredito, strumento che si sta rivelando eccellente per migliorare la vita dei più poveri nei paesi in via di sviluppo.
Il presente lavoro esplora il fenomeno a partire dalle sue origini, in Bangladesh, per concentrarsi poi nella sua diffusione nel mondo.
Il concetto di microcredito viene anzitutto considerato come un vero e proprio diritto umano, così come è stato sancito nei diritti di seconda generazione, ovvero quelli civili, culturali ed economici. Viene sottolineata oltretutto l'importanza che esso svolge nell'emancipazione femminile (empowering).
Dopo una breve spiegazione di come il microcredito funziona, dei suoi diversi tipi e dei problemi che possono sorgere facendo microcredito, il presente lavoro delinea brevemente la situazione in Italia ed Europa.
Una recentissima applicazione del microcredito, sconosciuta fino al 2006, costituisce il fulcro di questa tesi: il microcredito via Internet.
Questa nuova "invenzione" è un mezzo tramite il quale si dà l'opportunità a chiunque nel mondo di entrare da protagonista nel circuito del microcredito, permettendo che grandi somme di capitale arrivino velocemente ai più poveri.
Vedremo come queste "piattaforme" di microcredito online funzionano, cosa i prestatori si aspettano, come questo strumento viene utilizzato, e l'impatto prodotto finora nel mercato della microfinanza.
Affronteremo questo nuovo campo presentando le varie piattaforme che lavorano online e le loro differenze, soffermandoci poi su Kiva e Microplace, i "precursori" del microcredito in rete.
Sebbene queste lavorino per la stessa causa, utilizzano però un approccio diverso: mentre Kiva adempie una missione completamente no-profit, Microplace garantisce un piccolo ritorno economico ai prestatari applicando un piccolo tasso d'interesse sui prestiti, il quale dovrà essere restituito dai beneficiari e fornito dalle emittenti partners di Microplace.
Questa diversa visone conduce a due modus operandi simili ma distinti le cui caratteristiche verrano spiegate nel presente lavoro.

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3 INTRODUZIONE La povertà diffusa è ancora oggi una piaga sotto gli occhi di tutti. Nel mondo quasi un miliardo della popolazione vive sotto la soglia di sussistenza, e 1.200.000 miliardi di persone vivono con meno di 2$ al giorno. Per questi individui una prospettiva di redenzione attuabile con le loro sole forze resta spesso un miraggio. Privati dei più elementari diritti, meno che mai potrebbero accedere all’unico mezzo che li aiuterebbe a risollevarsi, l’accesso al credito, poiché non possono fornire nessun tipo di garanzie. Eppure questa convinzione è stata ribaltata a partire dagli anni ’70, ovvero da quando l’economista bengalese Muhammad Yunus ebbe un’idea tanto semplice quanto rivoluzionaria: il microcredito. Come la parola stessa suggerisce, si tratta della concessione di un piccolissimo credito. A partire dalla nascita della Grameen Bank per opera dello stesso Yunus, centinaia di altre banche rurali sono nate in tutto il mondo e i piccoli prestiti sono stati concessi a milioni di poveri prima considerati non bancabili. Il modello si è dimostrato di successo, rivelando un impatto positivo sulle fasce di popolazione a cui è stato concesso. Contrariamente a quanto si pensi, il microcredito non è una prestazione assistenziale ma prevede una restituzione, seppure a condizioni protette, del prestito erogato. E ha portato in questi anni ad una vera a e propria democratizzazione del credito. Il nostro lavoro parte dalle origini e traccia un quadro di come il microcredito si sia diffuso a livello mondiale tramite banche etiche e istituzioni di microfinanza. A questa diffusione contribuisce il fatto che il diritto di

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Informazioni tesi

  Autore: Irene Pilia
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Relatore: Anna Cossetta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 146

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prestatari
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