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"Conversazione in Sicilia" di Elio Vittorini

Questa tesi si pone l'obiettivo di esaminare una delle figure più importanti della letteratura italiana moderna e contemporanea, una figura di letterato che si è staccata dai canoni dell'intellettuale ripiegato su se stesso, un intellettuale propugnatore di una cultura nuova, che svecchiasse il clima culturale italiano e lo rendesse attento e partecipe alla vita sociale e civile; la figura di Elio Vittorini. A più di quarant'anni dalla sua scomparsa, questo intellettuale ricopre ancora una posizione di così grande preminenza, proprio grazie a questo suo impegno ed agli interventi per portare avanti tale mutamento. Svecchiamento della cultura, che in sostanza voleva significare allontanamento dai modelli quali D'Annunzio, Pascoli e Carducci, come pure da esperienze quali quella futurista e vociana, e rivolgimento alla realtà in tutte le sue sfaccettature. Vittorini in sostanza, sognava un letterato che fosse anche impegnato politicamente e socialmente, insomma, un uomo nella sua totalità, lontano dagli "specialismi" che troppo spesso sono al centro della nostra società. Idea questa, che aleggia all'interno di ogni sua opera, in primis "Conversazione in Sicilia", in cui proprio il protagonista del romanzo è un tipografo-linotipista animato da astratti furori per il genere umano perduto, impietrito nella quiete derivante dalla non speranza. Vittorini fu pienamente uomo del suo tempo, e la tematica sociale riappare sempre all’interno delle sue opere, in “Uomini e no”, in “Conversazione”, dove si denota la denuncia netta dell’autore verso il
nazi-fascismo e soprattutto verso la retorica fascista causa di milioni di morti inutili. Egli fu promotore di due importantissime riviste, il “Menabò”, insieme ad Italo Calvino ed il “Politecnico”, dalle pagine delle quali cercò, oltre che attraverso le sue opere, di risvegliare un’Italia, specie quella dilaniata del dopoguerra, da anni di dittatura, dal suo torpore e dalla sua inerzia. Il primo capitolo di questa tesi, si sofferma sulla vita di questo grande letterato, che non si ferma però a quelli che sono i meri dati biografici, bensì è una storia ragionata che mira a mettere in evidenza gli aspetti letterari, ciò che nelle sue opere possa rinviare alla propria esperienza e la sua attività in generale, tutto ciò che ci possa consentire di entrare in contatto con l’uomo Vittorini, prima ancora che con il grande scrittore. Ecco il motivo per il quale si è cercato di mettere in rilievo l’influenza che il contesto politico, sociale e culturale ha sempre avuto nella sua vita e nella sua opera. Il fine precipuo delle sue opere è proprio quello di risvegliare le coscienze,di risolvere i problemi della società italiana. Il secondo capitolo, si propone invece di esaminare da vicino l’intera produzione di Vittorini, in modo generale, passando attraverso le prime opere narrative raccolte in “Piccola Borghesia”, per poi rivolgersi ai vari romanzi.L’intera produzione vittoriniana appare storicamente datata e porta con sé i segni culturali e politici del tempo in cui è maturata:
L’avvento al potere del fascismo ne “Il Garofano rosso”;
La crisi economica del ’29 in “Erica e i suoi fratelli”;
La guerra di Spagna in “Conversazione in Sicilia”;
La resistenza in “Uomini e no”;
Una lettura scandita sul semplice piano storico-cronologico può apparire arbitraria se non riduttiva nei confronti della ricchezza e complessità (talvolta ambiguità) dell’opera di Vittorini. Tenendo conto, oltre che del suo esplicito voler esprimere “un sentimento complessivo di speranze o insofferenze di uomini in genere” della sua aspirazione al libro, alla ricerca di una verità da dire, che vada al di là della contingenza storica. Nella prefazione al “Garofano rosso”, Vittorini scriveva:
“Io non ho mai aspirato ai libri, ma aspiro al libro; scrivo perché credo in una verità da dire. E se torno a scrivere non è perché mi accorga di altre verità che si possono aggiungere, e dire in più, dire inoltre, ma perché qualcosa che continua a mutare nella verità mi sembra esigere che non si smetta mai di ricominciare a dirla”.
Il romanzo storico di Vittorini si inserisce pertanto nel quadro storico e letterario del Neorealismo italiano.L’opera di Vittorini è sempre collocata nella storia e si nutre di essa; nasce dall’impulso di confrontarsi con la realtà e comprenderla in toto. Al contempo però, cela una struttura metafisica che trascende qualla realtà stessa.La prospettiva ultima del romanzo vittoriniano è del tutto letteraria: si caratterizza come una letteratura che, a partire dall’analisi della realtà sociale, reinventa poeticamente sulla pagina una nuova realtà.
Il terzo capitolo infine, si occupa dell’opera che questo lavoro mira ad analizzare approfonditamente, forse una delle opere più importanti di Vittorini,ovvero: “Conversazione in Sicilia”.

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1 INTRODUZIONE Questa tesi si pone l’obiettivo di esaminare una delle figure più importanti della letteratura italiana contemporanea, una figura di letterato che si è staccata dai canoni dell’ intellettuale ripiegato su se stesso, ed impegnato dal punto di vista meramente culturale, un intellettuale propugnatore di una cultura nuova, che svecchiasse il clima culturale italiano e lo rendesse attento e partecipe alla vita sociale e civile; la figura di Elio Vittorini. A più di cent’ anni dalla sua scomparsa, questo intellettuale ricopre ancora una posizione di così grande preminenza, proprio grazie a questo suo impegno, a questa sua idea rivoluzionaria, ed agli interventi per portare avanti questo mutamento. Svecchiamento della cultura, che in sostanza voleva significare allontanamento dai modelli quali D’ Annunzio, Pascoli e Carducci, come pure da esperienze quali quella futurista e vociana, e rivolgimento alla realtà in tutte le sue sfaccettature. Vittorini in

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Informazioni tesi

  Autore: Amalia Simonetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Nico Abene
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 245

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Parole chiave

neorealismo
elio vittorini
cesare pavese
conversazione in sicilia

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