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Modelli di graphic journalism

Quotidiani, riviste, fotografia, televisioni generaliste o canali tematici, internet: le modalità con le quali si fa giornalismo nell'era dei nuovi media sono molteplici. Tra queste, anche il fumetto sta acquistando via via uno spazio sempre più importante.
Il web diventa il centro gravitazionale di una convergenza di codici all'interno della quale il giornalismo a fumetti disvela tutta la sua unicità, come punto di incontro di molteplici fenomeni: da una parte la trasformazione della figura del reporter, con la nascita del giornalista multitasking, per il quale il graphic journalism non sarà che una delle possibili forme di informazione, dall'altra l'emergere di generi narrativi ibridi, al confine tra cronaca e invenzione narrativa.
Negli ultimi anni, la schiera di giornalisti che ha scelto la formula del graphic journalism si è di molto ingrossata. Se in alcuni paesi, dalla Francia agli Stati Uniti, il giornalismo a fumetti è una realtà consolidata da qualche decennio, in Italia il fumetto ha cominciato ad accostarsi ai fatti di cronaca soltanto negli ultimi anni, talvolta con narrazioni affini al reportage, altre volte privilegiando racconti dalle venature autobiografiche. I temi trattati sono tra i più diversi: andando a curiosare, ad esempio, nel catalogo della casa editrice padovana BeccoGiallo, specializzata in fumetti, notiamo che le pubblicazioni spaziano dai casi di cronaca nera fino agli episodi più controversi dell’Italia contemporanea. Disegnatori e sceneggiatori si avvalgono degli strumenti tipici del reporter, effettuano sopralluoghi e interviste, si appoggiano ad un repertorio di fonti che comprende materiale audiovisivo e fotografico. Rispetto ai tempi di produzione "adrenalinici" tipici dei giornali cartacei, delle agenzie di stampa o dell'informazione televisiva, l'approccio alla notizia del graphic journalism concede, anzi esige, tempi di elaborazione molto più distesi, come già avviene nell'inchiesta in prosa. Da questo punto di vista, quest’ultimo rientra in quel filone di giornalismo d’approfondimento che conserva un’attitudine più riflessiva.
Il giornalismo a fumetti scardina la tradizionale separazione tra fatti e opinioni, all'insegna di una forma di racconto fortemente narrativa e soggettiva che, lungi dal voler rincorrere il mito dell'assoluta imparzialità, non nasconde il punto di vista di chi scrive, e anzi ne esalta la presenza come garanzia di rigore professionale: di norma, quanto viene narrato corrisponde a ciò che è stato vissuto dal reporter/testimone.
In definitiva, un'analisi esaustiva del sistema dei media contemporaneo non può oggi prescindere dalla considerazione del ruolo che all'interno di questa galassia si è conquistato il graphic journalism, la cui potenzialità multimediale lo rende straordinariamente adatto a intrecciarsi con diversi linguaggi, adattandosi con grande facilità alle tecnologie e alle piattaforme dei nuovi media.
La fase di raccolta e studio delle fonti che ha preceduto la stesura di questa tesi mi ha visto impegnata in prima battuta nella lettura di numerose opere ascrivibili sotto l'etichetta di giornalismo a fumetti. Il catalogo di titoli, attinti dal repertorio tanto italiano quanto internazionale, si è ben presto allargato fino a comprendere graphic novel e strisce satiriche, nonché una gran quantità di saggi, cataloghi di mostre, interviste ad autori e articoli sull'argomento, con una netta prevalenza di materiale proveniente dal web, sintomo di un'ancora scarsa attenzione bibliografica nei confronti del comics journalism. Nell'intenzione di imprimere alla tesi un taglio storico, che non ne limitasse la portata alla semplice descrizione del giornalismo a fumetti nelle sue differenti articolazioni e dinamiche, ho voluto ampliare il perimetro cronologico della mia ricerca, indagando le origini contenutistico/formali del fumetto di realtà e individuandone i principali antenati nei supplementi illustrati della stampa primonovecentesca, nelle strategia narrative del new journalism americano degli anni '60 e nelle vignette satiriche a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Inoltre, la consultazione ha incluso fonti di diversa provenienza geografica: per ragioni legate al prestigio della scuola di bande dessinée franco-belga e alla ricchezza degli studi sulla nona arte di area francofona, ho integrato alla bibliografia in lingua italiana una nutrita raccolta di testi in lingua francese. Infine, ho avuto la fortuna di arricchire il corpus così assemblato con il contributo di Carlo Gubitosa e Marco Rizzo - il primo direttore della rivista italiana di satira e giornalismo a fumetti “Mamma!”, il secondo giornalista e uno degli sceneggiatori più attivi in Italia di opere di graphic journalism - che mi hanno accordato una lunga e illuminante intervista, consultabile nell’appendice che correda l’elaborato.

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6 1. IL FUMETTO DI REALTÀ 1. 1 Giornalismo e fumetti oggi Alcuni fenomeni nuovi hanno caratterizzato gli ultimi decenni della produzione internazionale di fumetti. Parallelamente, le pagine di quotidiani e delle riviste nell’ultimo periodo hanno visto aumentare esponenzialmente il numero di giornalisti che scelgono il linguaggio del fumetto per i loro reportage, inchieste, interviste, cronache e biografie. D’altra parte, le modalità con le quali si fa giornalismo nell’era della multimedialità sono molteplici: alle forme più tradizionali dei quotidiani, delle riviste, della fotografia e delle televisioni generaliste, si sono aggiunte quelle multimediali, rappresentate dai canali tematici e da internet. Il fumetto non è che una delle vie possibili per narrare un fatto. In un’epoca in cui l'orizzonte del web diventa la cornice ideale per la convergenza di diversi tipi di giornalismo, la dieta mediale contemporanea è dunque sempre più variegata: uno stesso contenuto giornalistico potrà essere ricevuto su diversi supporti e diffuso da differenti canali e mezzi 1 . Tra questi, c’è appunto il medium fumetto, la cui attenzione nei confronti della realtà sociale, politica e culturale, è oggi in costante crescita. Generi e tipi di fumetto molto diversi hanno descritto la realtà a loro contemporanea, o di narrare vicende storiche più o meno lontane nel tempo. Dal fumetto autoriale dei cosiddetti graphic novels a quello seriale, tipico degli albi distribuiti in edicola, “l’attrazione del fumetto nei confronti del reale non è una novità recente. Accanto al più diffuso e commercialmente fortunato filone fantastico, esiste fin dai primordi una declinazione dell’arte sequenziale di stampo realistico, che dà spazio sia alla rappresentazione del quotidiano sia alla sua cornice: cronache storiche, opere popolate da personaggi fittizi ma ambientate in precisi momenti del passato, biografie di personaggi storici, fino ai veri e propri reportage giornalistici”. 2 All’interno di questo panorama editoriale, il graphic journalism (giornalismo a fumetti) si definisce come quella forma di fumetto che, a fronte di questa generalizzata tendenza del comics contemporaneo, è intrinsecamente orientata al 1 Cfr. A. Papuzzi, Manuale del giornalista: tecniche e regole di un mestiere, Roma, Donzelli, 1993. 2 S. Boggio, “Disegno dal vero”, in Nuvole di confine (Graphic journalism: L’arte del reportage a fumetti), a cura di L. Beatrice, Milano, Rizzoli Lizard, 2012, p. 9.

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Marmifero
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Informazione ed Editoria
  Relatore: Marina Milan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 223

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Parole chiave

giornalismo
razzismo
satira
propaganda
fumetti
maus
fotogiornalismo
graphic novel
persepolis
graphic journalism

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