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La teoria del significato in J. R. Firth

Nel primo capitolo si evidenzia l’interesse di Firth per lo studio di una lingua non astratta e lontana dai locutori, ma che investe il suo aspetto umano, la dimensione socio-culturale ed il comportamento dei parlanti/riceventi in situazioni tipiche. Un simile studio implica il cosiddetto contesto di situazione che rappresenta l’originalità e l’attualità della linguistica firthiana.
Nel secondo capitolo tento di presentare la teoria del significato di Firth facendo una panoramica delle implicazioni sociali ed umane all’interno della comunicazione. La facoltà del parlare è connaturata all’essere umano e, poiché questi vive nella società e nel mondo, anche il parlare non può prescindere dalla vita e cultura umana. Una tale prospettiva vede l’individuo in quanto uomo sociale e il linguaggio come attività umana. Una simile affermazione trova corrispondenza nell’analisi svolta in questo capitolo sulla socializzazione dell’individuo che comporta non solo l’integrazione alla società, ma anche l’apprendimento linguistico. L’articolarsi parallelo tra natura e cultura, linguaggio e società, comporta che gli individui sociali nella comunicazione rispettino norme linguistiche ed extra linguistiche proprio perché il linguaggio è una forma di comportamento umano che mette in contatto uomo e uomo, uomo e realtà socio-culturale: cioè quando l’uomo sociale parla (ma anche nella comprensione) riveste il ruolo di parlante (o ricevente), ma contemporaneamente svolge anche un determinato ruolo sociale in una data situazione. Questi elementi ostacolano la comunicazione, o per meglio dire la determinano. Le considerazioni fatte mi permettono, nella seconda parte del capitolo, di affrontare più esplicitamente la teoria firthiana sul contesto situazionale e sul significato.
Firth dà importanza al significato poiché il linguaggio è un potenziale di comportamento, cioè equivale a quello che il parlante/ascoltatore può fare in senso linguistico, ossia ciò che può significare. Il significato è per lui la relazione tra un elemento ad ogni livello e il suo contesto a quel livello. Ecco perché significato e contesto di situazione si identificano.
Quindi le parole e le espressioni non possono certo avere significato in se stesse, ma lo acquisiscono relazionandosi ai partecipanti nel contesto situazionale ed al loro uso in tale contesto. Il capitolo termina con la spiegazione della distinzione speech fellowship/language community ovvero comunità ristretta/comunità più ampia. Questa corrisponde a quella tra speech e language a sua volta confrontabile con la distinzione saussuriana langue/parole dove per Saussure la langue è più considerata rispetto alla parole che invece è per Firth quella degna di maggiore attenzione ed importanza.
Nel terzo capitolo, in base agli elementi emersi nel capitolo precedente, si è proceduto ad un’analisi dell’evoluzione della teoria firthiana che si amplia fino a coinvolgere l’ambito della linguistica applicata ed in particolare della traduzione. Di grande attualità ed interesse, questo argomento sottolinea come la traduzione, per quanto accurata, non può riprodurre un’espressione o una parola con lo stesso valore sociologico del testo originale. Quest’impossibilità dipende sempre dal carattere culturale ed umano della lingua. Il problema è ancora più arduo se si considera che la traduzione implica il confronto tra due o più lingue e quindi tra culture e realtà sociali differenti. Tali presupposti non devono subito condurre alla conclusione affrettata dell’impossibilità di tradurre da una lingua ad un’altra lingua diversa. Per risolvere una simile controversia anche qui Firth ricorre al contesto situazionale. Propone, infatti, di tradurre gli elementi situazionali dalla lingua fonte alla lingua obiettivo affinché producano lo stesso effetto. Naturalmente le difficoltà di traduzione diminuiscono quando le situazioni sono rese comuni da convergenze culturali. In ogni caso non si può e non si deve mai pensare all’intraducibilità, ma restano solo da costruire ponti tra lingue e culture diverse. Sono quindi gli argomenti di questo capitolo che testimoniano il contributo scientifico firthiano.
Nel quarto capitolo ho ritenuto importante, se non indispensabile, confrontare le teorie firthiane con quelle di una personalità centrale nell’ambito della linguistica moderna: Ferdinand de Saussure.
Nel quinto ed ultimo capitolo, per conferire carattere pratico alle nozioni teoriche emerse nel corso di quest’indagine, si sono presentati brevemente i presupposti della pragmatica. Evidenziando alcuni degli interessi di questa disciplina, che in parte fa riferimento al contesto situazionale di Firth, è emersa la modernità delle idee di questo linguista che può quindi essere considerato a tutti gli effetti un precursore degli interessi linguistici.

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Introduzione INTRODUZIONE In un periodo che vedeva trionfare lo strutturalismo nel campo della linguistica, le teorie firthiane non sempre hanno ricevuto la giusta attenzione. Fortunatamente il riscatto arriverà in futuro quando l’originalità e l’autorevolezza delle sue elaborazioni verranno confermate dalle ricerche condotte all’interno di determinate aree disciplinari come la sociolinguistica, la pragmatica, l’etnografia della comunicazione. Quest’affermazione non è un semplice espediente per precautelare il mio lavoro evitando a priori una possibile critica alla apparente vaghezza ed imprecisione della linguistica firthiana; è solo un avvertimento per dimostrare l’incisività delle idee di Firth. Nel corso della mia interpretazione interverranno considerazioni riguardanti i concetti principali della teoria firthiana quali significato e contesto situazionale e la loro valutazione in quanto precorrimenti. Il filo conduttore del presente lavoro è quindi il complesso mondo della linguistica contemporanea che presento attraverso John Rupert Firth, uno dei più autorevoli linguisti inglesi ed erede della teoria malinowskiana. Non si tratta però di un mero imitatore di Malinowski, ma di un personaggio che, pur avendo risentito del suo influsso ed ammirato e stimato il suo

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Cannarsa
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1995-96
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Renata Mecchia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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Parole chiave

linguistica
traduzione
ferdinand de saussure
filosofia del linguaggio
pragmatica
teorie del significato
john rupert firth
significato

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