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I segni della territorialità. Architettura in Valdelsa tra alto e basso medioevo

La tesi sviluppa il concetto giuridico della territorialità all'architettura: a ciascun territorio corrisponde un modo di fare architettura e con questo chi governa segna il proprio territorio. L'area di studio scelto è la Valdelsa, posta al centro della Toscana e segnata da confini politici ed ecclesiastici che individuano aree di influenza culturale diversa: Lucca, Volterra, Firenze, Siena. Il passaggio della via Francigena rende ulteriormente interessante questo territorio che può attraverso di essa stabilire rapporti culturali sovraregionali, che mettono alla prova le ipotesi di partenza.

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4 INTRODUZIONE La tesi che qui si tenterà di dimostrare è che, in un contesto spazio-temporale ben definito, l'architettura, costituita da materiali, forme, pratiche e modelli costruttivi, si fa segnale dell'appartenenza del territorio a dominî di carattere politico, religioso e/o economico. Prendendo in prestito dall'etologia1 il concetto di «territorialismo» - secondo cui nel regno animale gli individui tendono a conquistare un proprio territorio marcandolo con segni inequivocabili e invalicabili per i conspecifici non appartenenti al proprio gruppo2 - si può vedere nell'attività edificatoria dell'uomo il tentativo di delimitare-proteggere-segnalare l'area in cui si è stabilito3. In questo senso, l'architettura4 è uno degli strumenti più usati in quanto mezzo espressivo capace, al pari degli altri linguaggi artistici, di comunicare concetti e mettere l'uomo in relazione con la realtà; gli elementi simbolici5 che caratterizzano e delimitano il territorio permettono la percezione visiva delle sue divisioni e, attraverso queste, delle sue qualità, della sua estensione, se non della sua stessa esistenza6. 1 Cfr. D. MAINARDI, Territorio. Etologia, in: Enciclopedia Europea, Garzanti, Milano, 1981, ad vocem. Accostamenti tra etologia e storia del territorio sono anticipati in G. SERGI (1986), 33. 2 Salvo che per i sottomessi e gli appartenenti allo stesso gruppo, che spesso identifica i propri segnali con quelli dell'individuo più forte a cui il territorio appartiene. 3 Alla stessa legge obbediscono le società umane che si spartiscono il suolo, identificando i segni di riconoscimento della collettività con quelli del membro più potente o rappresentativo. L'identificazione è biunivoca: infatti, se il gruppo si identifica col proprio dominatore-rappresentante assumendone i modelli e legando le proprie fortune alle sue, quest'ultimo si identifica col gruppo assumendone il controllo ed il patronato e facendo propri i modelli elaborati dal gruppo (l'État c'est moi). 4 Per i contenuti di questo capitolo siamo debitori in particolar modo al saggio di V. FRANCHETTI PARDO (1989), a cui si rimanda per le utili e stimolanti indicazioni bibliografiche dall'apertura interdisciplinare. 5 In un contesto antropologico-culturale evoluto, la conoscenza passa inevitabilmente ed esclusivamente attraverso un sistema di segni convenzionali. 6 "Nel Medioevo, lo spazio è al tempo stesso la conquista di territori, d'itinerari, di luoghi e l'elaborazione della rappresentazione di questi spazi." Cit. J. LE GOFF (1981), XXVIII. Sul rapporto tra territorio e simboli che lo definiscono (parole e oggetti): "Non si potrà mai valutare abbastanza l'importanza culturale della definizione di un'area qualitativamente diversa da quanto la circonda. Il temenos è la forma archetipa dello spazio significativo, e costituisce il punto di partenza per l'insediamento dell'uomo. In Giappone, come ha dimostrato Günter Nitschke, dal processo di

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Frati
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1993-94
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Giuseppinacarla Romby
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 373

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Parole chiave

architettura medievale
romanico
valdelsa
architettura religiosa
storia dell'architettura

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