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Innovazioni e costruzioni in terra cruda (1980-2002)

Perché parlare oggi di costruzioni in terra cruda? Perché trattare di un materiale primitivo, che nell’immaginario collettivo è considerato povero e prevalentemente utilizzato nei paesi in via di sviluppo?
Ancor oggi vi sono molti pregiudizi sulle costruzioni in terra cruda. E’ infatti comune l’idea che un edificio in terra cruda sia destinato a scomparire nel tempo di una generazione o peggio al primo attacco atmosferico: nonostante una prima smentita sia rappresentata proprio dalla testimonianze del passato, le remore di natura psicologica e culturale continuano a prevalere.
In realtà, il fatto che 1/3 della popolazione mondiale viva in case di terra cruda evidenzia l’importanza della terra come materiale costruttivo. Inoltre, le tecniche di utilizzo di questo materiale, che risalgono ad oltre 5000 anni fa, in alcuni paesi hanno subito un percorso evolutivo che le rende attuali.
Sulla base di queste considerazioni, la ricerca si propone di verificare, alla luce delle più recenti sperimentazioni, l’odierna praticabilità delle costruzioni in terra cruda.
Per fare questo, l’indagine prende le mosse da 42 esempi di edifici in terra cruda costruiti negli ultimi 20 anni (i “casi studio”, raccolti nel Capitolo 1), evidenziando, secondo uno schema uniforme ampiamente corredato di immagini, le principali caratteristiche degli stessi. Sulla scorta delle informazioni così raccolte, lo studio prova a delineare lo “stato dell’arte” dell’impiego della terra cruda nelle costruzioni, evidenziando le tendenze e le innovazioni nelle moderne tecniche costruttive, negli utilizzi del materiale “terra”, nelle modalità di produzione degli elementi in terra cruda e nelle scelte effettuate in ordine alla stabilizzazione della terra stessa (Capitolo 2).
La successiva analisi mira ad evidenziare pregi e limiti legati nel moderno impiego della terra cruda come materiale edile, in particolare in termini di resistenza ai principali fattori di degrado (acqua e sismi), problematiche manutentive, economicità, prestazioni ambientali e sostenibilità (Capitolo 3).
Sulla base di quanto rilevato, lo studio prova a rispondere al quesito originario (Conclusioni).
Nell’Appendice, infine, trova spazio un focus su una problematica prettamente italiana: la sostanziale impossibilità, dovuta a vincoli normativi, di costruire in terra.

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INTRODUZIONE Perché parlare oggi di costruzioni in terra cruda? Perché trattare di un materiale primitivo, che nell’immaginario collettivo è considerato povero e prevalentemente utilizzato nei paesi in via di sviluppo? Ancor oggi vi sono molti pregiudizi sulle costruzioni in terra cruda. E’ infatti comune l’idea che un edificio in terra cruda sia destinato a scomparire nel tempo di una generazione o peggio al primo attacco atmosferico: nonostante una prima smentita sia rappresentata proprio dalla testimonianze del passato, anche se le remore di natura psicologica e culturale continuano a prevalere. In realtà, il fatto che 1/3 della popolazione mondiale viva in case di terra cruda evidenzia l’importanza della terra come materiale costruttivo. Inoltre, le tecniche di utilizzo di questo materiale, che risalgono ad oltre 5000 anni fa, in alcuni paesi hanno subito un percorso evolutivo che le rende attuali. Sulla base di queste considerazioni, la presente ricerca si propone di verificare, alla luce delle più recenti sperimentazioni, l’odierna praticabilità delle costruzioni in terra cruda. Per fare questo, l’indagine prende le mosse da 42 esempi di edifici in terra cruda costruiti negli ultimi 20 anni (i “casi studio”, raccolti nel Capitolo 1), evidenziando, secondo uno schema uniforme, le principali caratteristiche degli stessi. Sulla scorta delle informazioni così raccolte, lo studio prova a delineare lo “stato dell’arte” dell’impiego della terra cruda nelle costruzioni, evidenziando le tendenze e le innovazioni nelle moderne tecniche costruttive, negli utilizzi del materiale “terra”, nelle modalità di produzione degli elementi in terra cruda ed nelle scelte effettuate in ordine alla stabilizzazione della terra stessa (Capitolo 2). La successiva analisi mira ad evidenziare pregi e limiti legati nel moderno impiego della terra cruda come materiale edile, in particolare in termini di resistenza ai principali fattori di degrado (acqua e sismi), problematiche manutentive, economicità, prestazioni ambientali e sostenibilità (Capitolo 3). Sulla base di quanto rilevato, lo studio prova a rispondere al quesito originario (Conclusioni). Nell’Appendice, infine, trova spazio un focus su una problematica italiana: la sostanziale impossibilità, dovuta a vincoli normativi, di costruire in terra. 4

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Informazioni tesi

  Autore: Cristiana Giaiotti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università IUAV di Venezia
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Vittorio Manfron
  Lingua: Italiano

FAQ

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