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Ernesto N. Rogers e l'evoluzione del Movimento dell'Architettura Moderna

Di Ernesto Nathan Rogers si è parlato molto, sia direttamente, in commemorazioni, convegni, tavole rotonde e seminari espressamente dedicati a lui, sia indirettamente, nell’affrontare questioni concernenti le vicende, italiane e internazionali, dell’Architettura del Movimento Moderno. Si tratta infatti di un architetto dalla notevole vivacità intellettuale e dai vasti interessi culturali, cui fa riscontro una intensa e molteplice attività che spazia dalla progettazione architettonica con il Gruppo BBPR alla riflessione storico-critica sull’architettura moderna, elaboratasi e manifestatasi con la partecipazione ai CIAM (Congressi Internazionali di Architettura Moderna), la collaborazione a numerose riviste e, in particolare, la direzione delle celebri testate Domus e Casabella, la pubblicazione di alcuni libri e lo svolgimento dei molti incarichi come docente, conferenziere e consulente a livello internazionale.
Nononstante questo, forse perchè Rogers è una figura piuttosto recente dell’architettura moderna, essendo professionalmente operativo tra la fine degli anni Venti e quella degli anni Sessanta, forse a causa della frammentarietà espositiva del suo pensiero, espressosi per lo più in scritti 'd’occasione', una bibliografia critica che lo riguardi è di ardua compilazione, annoverando per lo più testimonianze di colleghi, amici e allievi.
In questo contesto, la presente tesi vorrebbe essere una ricostruzione critica della concezione rogersiana del Movimento Moderno e dell’architettura in genere, tenendo conto dell’approccio spiccatamente progettuale che la caratterizza. Rogers elabora infatti le proprie riflessioni teorico-critiche, venate di questioni estetico-filosofiche, in rapporto al momento progettuale e in funzione di un 'fare architettonico' solidamente consapevole, tecnicamente e culturalmente. Il filone teoretico di riferimento è la fenomenologia di E. Husserl mediata dal pensiero di A. Banfi - tra i primi a introdurla in Italia - e dalla elaborazione filosofica di E. Paci. Da notare anche gli agganci con il pragmatismo americano, in particolare di J. Dewey.
Per approntare il nostro studio, si è provveduto dapprincipio al non facile reperimento degli scritti, numerosi e sparsi, del nostro autore - inclusi molti inediti - poi ad un loro accurato esame condotto, inizialmente, seguendo un ordine cronologico, successivamente secondo un criterio tematico. Si è così potuto constatare che il pensiero rogersiano, sebbene espresso frammentariamente in una moltitudine di articoli e di testi, non è affatto frammentario di per sé ma, all’opposto, profondamente unitario, omogeneo e coerente. Più precisamente, risulta caratterizzato da alcuni temi e concetti fondamentali che lo percorrono dall’inizio alla fine e che vanno progressivamente elaborandosi ed ispessendosi teoricamente in modo da acquisire colleganze sempre più strette e giungendo a formare, negli scritti della maturità, una visione unitaria e organica. La delineazione di questo percorso costituisce il centro di interesse del presente studio che si articola in due parti: la prima, concernente le tematiche degli scritti rogersiani del periodo prebellico e dell’immediato dopoguerra; la seconda, riguardante la riflessione teorico-critica matura (anni Cinquanta e Sessanta).
Per una maggiore consapevolezza e correttezza nella valutazione del pensiero rogersiano, anche in considerazione dell’approccio, per così dire, empirico che lo contraddistingue, si è ritenuto opportuno iniziare la prima parte con la ricostruzione della vita di Rogers in relazione al suo contesto storico e culturale. Per questo fine ci si è soprattutto serviti di testimonianze scritte e orali - queste ultime gentilmente rilasciate alla sottoscritta sotto forma di interviste da persone che lo hanno conosciuto o che hanno collaborato con lui - poi ricomposte, come le tessere di un mosaico, in un quadro d’insieme, storicamente fondato.
Infine, poiché le posizioni teorico-critiche proprie della riflessione rogersiana sull’architettura scaturiscono e si sviluppano attraverso un costante e serrato confronto con l’insegnamento dei maestri del Movimento Moderno, di cui Rogers si ritiene un continuatore, si è considerato indispensabile, per una maggiore chiarezza e completezza di contenuto, aprire la presente trattazione con una breve introduzione storica sulle origini e i caratteri principali del Movimento dell’Architettura Moderna.

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1 PREMESSA Di Ernesto Nathan Rogers si è parlato molto, sia direttamente, in comme- morazioni, convegni, tavole rotonde e seminari espressamente dedicati a lui, sia indirettamente, nell’affrontare questioni concernenti le vicende, italiane e stranie- re, dell’Architettura del Movimento Moderno. Si tratta infatti di un architetto dal- la notevole vivacità intellettuale e dai vasti interessi culturali, cui fa riscontro una intensa e molteplice attività che spazia dalla progettazione architettonica con il Gruppo BBPR alla riflessione storico-critica sull’architettura moderna elaboratasi e manifestatasi con la partecipazione ai CIAM (Congressi Internazionali di Architet- tura Moderna), la collaborazione a diverse riviste, soprattutto d’arte e d’architettura e, in particolare, con la direzione delle celebri testate Domus e Casa- bella, la pubblicazione di alcuni libri e lo svolgimento dei molti incarichi come do- cente, conferenziere e consulente, affidatigli a livello internazionale. Nonostante questo, forse perchè Rogers è una figura piuttosto recente dell’architettura moderna, essendo professionalmente operativo tra la fine degli anni Venti e quella degli anni Sessanta, forse a causa della frammentarietà esposi- tiva del suo pensiero teorico-critico, espressosi per lo più in scritti “d’occasione”(quasi tutti articoli o raccolte di articoli), ci risulta che non siano sta- te fino ad ora pubblicate opere monografiche sul suo conto, né testi di analisi criti- ca sistematica del suo pensiero. Pertanto una vera e propria bibliografia critica che lo riguardi non è, di fatto, compilabile, limitandosi ad annoverare una serie di ar- ticoli in prevalenza stilati da colleghi, amici e allievi, che costituiscono, ad esclu- sione di qualche caso isolato, più delle testimonianze che non degli effettivi con- tributi critici. In questo contesto, la presente tesi vorrebbe essere una ricostruzione critica della concezione rogersiana del Movimento Moderno e dell’architettura in genere, tenendo conto dell’approccio spiccatamente progettuale che la informa e caratte-

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Informazioni tesi

  Autore: Caterina Majocchi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1995-96
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Elio Franzini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 326

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