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Chiarezza e comprensibilità delle clausole contrattuali: trasparenza e funzione normativa dei principi

Il costante mutamento dei rapporti economici, accompagnato da una sempre più rapida innovazione tecnologica, impone una maggiore trasparenza negli strumenti di scambio. L’eguaglianza formale sul quale si fonda l’impianto codicistico del 1942 non è più sufficiente. Dare la possibilità ai privati di dare un assetto ai propri interessi non basta, è necessario garantire che gli stessi possano comprendere il senso economico e giuridico dell’accordo. Tale esigenza è stata avvertita, prima dal legislatore europeo e poi da quello nazionale, con riferimento ai contratti dei consumatori. Per loro infatti esiste una disciplina ah hoc dettata dal d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206 (codice del consumo) volta a garantire una tutela effettiva dal maggior potere dei professionisti. Tuttavia la scelta di destinare la siffatta disciplina al consumatore e non già al contraente debole tout court non può che apparire irragionevole. Un mero «status» non può essere il discrimen tra una tutela formale e una tutela sostanziale. Nonostante la discutibile scelta legislativa, è possibile, grazie ad un’interpretazione sistematica ed assiologica, individuare nell’ordinamento giudico un principio generale di trasparenza che va oltre la mera normativa di settore. Solo così è possibile garantire una maggiore trasparenza dell’intero panorama contrattuale, in tutte le sue fasi e a prescindere dallo status delle parti. Il principio trasparenza contrattuale, la chiarezza e la comprensibilità delle clausole, sono i tratti salienti non solo dei contratti del consumatore ma anche di altri settori come quello finanziario, bancario, assicurativo etc. sono ormai lontani gli anni in cui il diritto si identificava con la legge, quest’ultima deve necessariamente conformarsi ai principi e ai valori costituzionali, strumenti che, seppur in via ermeneutica, potrebbero trovare una ragionevole applicazione nei confronti del contraente debole tout court. La necessità di garantire una maggiore trasparenza contrattuale è imposta anche, e forse soprattutto, dall’inesorabile innovazione tecnologica. Con il passare degli anni gli strumenti di scambio diventano sempre più complessi ed «oscuri», lo stesso mercato sta subendo notevoli stravolgimenti imposti dalle macchine. Oggi chi domina il luogo di scambio è chi possiede gli strumenti tecnologici che gli permettono di assumere una posizione dominante nei confronti di chi acquista. I complessi ed indecifrabili algoritmi che compongono i contratti conclusi su internet pongono nuove ed ulteriori problematiche di tutela per cyber consumatore.

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5 INTRODUZIONE Il diritto è un fenomeno storicamente condizionato; mutando la gerarchia dei valori, esso è destinato inevitabilmente ad adattarsi al cambiamento. In un periodo in cui, specialmente in ambito europeo, l’intero asse gravitazionale si è spostato dalla tutela delle imprese al consumo, è stata inevitabile la creazione di una normativa settoriale, rivolta proprio a quei soggetti, persone fisiche, che agiscono nel tessuto economico non perseguendo finalità d’impresa, o legate alla professione ovvero il consumatore. La direttiva 93/13/CEE in materia di clausole abusive, oltre a tutelare i consumatori dai pericoli delle asimmetrie informative, ha come obiettivo quello di creare una «tutela minima» nello spazio europeo per favorire l’instaurazione progressiva del Mercato unico. Tuttavia, nel contesto europeo gli Stati membri hanno recepito con diverse sfumature la disciplina contenuta nella direttiva citata, determinando così una eterogeneità di tutela dei consumatori a seconda dell’ordinamento considerato. Per quanto concerne l’esperienza italiana in materia di consumo, è doveroso rispondere ad un quesito fondamentale. Come si può tutelare il consumatore a livello nazionale nell’ottica e nel rispetto della suddetta direttiva? Gli articoli 3, 4 e 5 rappresentano vere e proprie norme chiave, fondamentali nel contrasto delle clausole abusive. È proprio ad esse che i legislatori nazionali debbono attenersi maggiormente nella predisposizione di norme che tutelino i consumatori. I principi cardine contenuti dalla direttiva 93/13/CEE, ovvero trasparenza, chiarezza e comprensibilità costituiscono la base del «nuovo» paradigma contrattuale che vede come protagonisti consumatori e professionisti: il Consumer contract. Ed è su questi principi, segnatamente su quello di trasparenza, che è incentrato il presente lavoro. Il primo capitolo verterà

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Informazioni tesi

  Autore: Gerardo Attanasio
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Andrea  Federico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 310

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Parole chiave

contratti del consumatore
tutela contraente debole
trasparenza contrattuale
smart contract
negoziazione algoritmica
tutela contraente debole consumatore
direttiva 93/13
asimmetria informatore consumatori
chiarezza e comprensibilità delle clausole
trasparenza dei contratti

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