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Il calcio in Italia: un'analisi econometrica

Nel momento in cui la scienza economica ha iniziato ad interessarsi in maniera concreta allo sport si può introdurre la distinzione fra dilettantismo e professionismo, cioè il passaggio dalla fase eroica, caratterizzata dalla passione, dal sacrificio e dalla vittoria quale ricompensa morale del competere, alla fase in cui le attività sportive vengono considerate alla stregua di normali attività produttive, in cui gli atleti diventano i fattori della produzione, la competizione costituisce il bene offerto sul mercato, gli spettatori rappresentano i consumatori, le società di appartenenza interpretano il ruolo del datore di lavoro. Si può quindi cercare, in prima istanza, di considerare lo sport professionistico - quello di squadra e il calcio in particolare – nell’ottica di un’impresa produttiva, attraverso una riduzione delle componenti che lo contraddistinguono alla logica economica, mediante l’applicazione dei familiari concetti di prodotto e fattori produttivi, costi e ricavi, profitti e perdite, mercato.
Gli sport professionistici di squadra analizzati secondo la teoria economica dell’impresa, in quanto finalizzati, come questa, alla produzione di beni (partite), mediante un uso appropriato e congiunto di fattori (giocatori) razionalmente organizzati in squadre; beni che vengono ceduti di volta in volta ai consumatori (spettatori) direttamente o tramite strumenti audiovisivi.
Il calcio in particolare si i concretizza in esercizio di attività economica in pratica dal 1870, quando le società inglesi e scozzesi iniziarono a recintare il terreno di gioco, a far pagare il biglietto per assistere allo spettacolo e soprattutto a corrispondere un salario ai propri giocatori (in Italia all’inizio del Novecento non si può parlare, almeno ufficialmente, di compensi erogati agli atleti, come si può desumere da un bilancio relativo alla partita disputatasi tra Genoa e Torino il 6 gennaio 1898).

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1 INTRODUZIONE In un libro del 1992, �Olimpia e i suoi sponsor�, K.W.Weeber, attraverso una precisa e documentata analisi storica, assesta un colpo mortale al mito di Olimpia. Si smentisce la convinzione secondo cui la motivazione degli atleti greci era il �piacere di gareggiare�, di �misurare se stessi per amor di vittoria�, gi� dall�etimologia del nome applicato al protagonista delle attivit� sportive. Atleta deriva da athlon = premio per la gara, ricompensa. Alla philotimia cio� �il desiderio di gloria�, si affianca e si sostituisce il desiderio di vincere premi concreti e preziosi, anche in denaro. Nel sesto a.C. Solone stabiliva una ricompensa di 500 dracme per ogni ateniese che riportasse una vittoria olimpica; somma considerevole, che all�epoca corrispondeva al valore di 100 buoi o 500 pecore. Dato che la partecipazione ad Olimpia presupponeva una preparazione di circa 10 mesi e che le competizioni venivano retribuite, si pu� a ragion veduta parlare di vero e proprio professionismo e definire professionista colui che trae il proprio reddito dallo sport. SCIENZA ECONOMICA-STATISTICA E SPORT Nel momento in cui la scienza economica ha iniziato ad interessarsi in maniera concreta allo sport si pu� introdurre la distinzione fra dilettantismo e professionismo, cio� il passaggio dalla fase eroica, caratterizzata dalla passione, dal sacrificio e dalla vittoria quale ricompensa morale del competere, alla fase in cui le attivit� sportive vengono considerate alla stregua di normali attivit� produttive, in cui gli atleti diventano i fattori della produzione, la competizione costituisce il bene offerto sul mercato, gli spettatori rappresentano i consumatori, le societ� di appartenenza interpretano il ruolo del datore di lavoro. Si pu� quindi cercare, in prima istanza, di considerare lo sport professionistico - quello di squadra e il calcio in particolare � nell�ottica di un�impresa produttiva, attraverso una riduzione delle componenti che lo contraddistinguono alla

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Informazioni tesi

  Autore: Nazzareno Maurizi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria gestionale
  Relatore: Paolo Mancuso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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