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Il viaggio alla scoperta di sè nelle Confessiones di Agostino d'Ippona e nel Robinson Crusoe di Daniel Defoe

Questo progetto nasce dalla lettura comparata delle Confessiones d’Agostino d’ Ippona e il Robinson Crusoe di Daniel Defoe. All’apparenza queste opere non hanno niente di simile, in realtà sono legate da molti temi in comune, primo fra tutti, il ruolo svolto dalla religione. In entrambe, infatti, si racconta la conversione del protagonista: un cambiamento radicale che sconvolge il loro modo d’ essere fedeli e di vivere la religione nella quotidianità. Agostino vince la razionalità a favore della fede cristiana, a tal punto da diventarne uno dei filosofi e teorici principali, un maestro d’arte e di virtù per tutti i credenti; Robinson, se, all’inizio del libro, svolge le sue funzioni religiose come atto dovuto e meccanico, senza particolare convinzione, dopo la conversione riacquista il senso della fede in Dio e diventa assiduo credente e praticante. Ciò che è più interessante è che queste due conversioni avvengono tramite lo stesso mezzo: una lettura casuale, ma non troppo, di passi biblici, che sembrano direttamente interessarli. Questa lettura li sconvolge, li turba e li cambia radicalmente. Inoltre, i maggiori temi ricorrenti delle singole opere si rispecchiano. Il tema dell’isola, ad esempio, che se per Robinson è un luogo concreto in cui vivere il forzato esilio, per Agostino è un luogo interiore di meditazione e di scoperta di sé; il tema del tempo, tempo che perde il suo significato terreno e si dilata per diventare strumento di conoscenza e di riflessione. Molti, inoltre, i punti in comune riscontrabili dalla lettura comparata delle due opere; troppi, forse, per far pensare ad una coincidenza.
Il progetto che qui propongo nasce da questa riflessione e risponde alla domanda: perché il Robinson Crusoe e le Confessioni, così distanti nel tempo e nello spazio, sembrano così vicini?
É interessante scoprire se Defoe sia venuto a conoscenza del testo, se abbia frequentato letture ed ambienti carichi del pensiero agostiniano e come questo abbia permeato la letteratura protestante ed inglese in genere. Il protestantesimo ha sicuramente promosso la lettura personale ed introspettiva delle Sacre Scritture, abolendo il ruolo della Chiesa e delle sue Istituzioni, che fin dagli albori del Medioevo avevano mediato il contatto con la Bibbia. Il credente, quindi, è di nuovo un lettore diretto: interpreta, scava, si sofferma, elabora e riflette sui testi, così come aveva fatto Agostino. Proprio tutto ciò ha, forse, permesso alla cultura inglese di ritornare ad apprezzare le prime grandi opere delle Letteratura Cristiana, introspettive, delicate e profonde, tra cui le Peregrinationes, che si trasformano in quegli anni nei racconti di viaggio ed i diari e le vite dei martiri e dei santi, che, favorite da particolari coordinate storiche- l’ascesa di una nuova classe sociale, ad esempio- catturano l’attenzione del pubblico sulle vicende private ed intime delle persone, dando l’impulso alla nascita del romanzo borghese ottocentesco. Tutto ciò, forse, ha permesso al pubblico inglese di fare propria, un’ opera introspettiva e toccante come le Confessiones e di preferirla ai grandi trattati di filosofia e teologia che primeggiavano da secoli in ambito religioso.
Nella prima parte di questo progetto, si racconteranno le due opere e si analizzeranno, alla ricerca di un confronto strutturale e tematico. Nella seconda parte si riprenderà questa analisi, ripercorrendo la vita dei due protagonisti alla luce di una lettura esistenziale delle opere. In seguito, si cercherà di dimostrare come la scelta di alcuni temi sia stata dettata ai due autori dall’influenza dei loro ambienti culturali. Infine, si rintracceranno i motivi storici e sociologici che hanno permesso l’avvicinarsi di due opere così distanti nel tempo e nello spazio.

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Introduzione: Questo progetto nasce dalla lettura comparata delle Confessiones d’Agostino d’ Ippona e il Robinson Crusoe di Daniel Defoe. All’apparenza queste opere non hanno niente di simile, in realtà sono legate da molti temi in comune, primo fra tutti, il ruolo svolto dalla religione. In entrambe, infatti, si racconta la conversione del protagonista: un cambiamento radicale che sconvolge il loro modo d’ essere fedeli e di vivere la religione nella quotidianità. Agostino vince la razionalità a favore della fede cristiana, a tal punto da diventarne uno dei filosofi e teorici principali, un maestro d’arte e di virtù per tutti i credenti; Robinson, se, all’inizio del libro, svolge le sue funzioni religiose come atto dovuto e meccanico, senza particolare convinzione, dopo la conversione riacquista il senso della fede in Dio e diventa assiduo credente e praticante. Ciò che è più interessante è che queste due conversioni avvengono tramite lo stesso mezzo: una lettura casuale, ma non troppo, di passi biblici, che sembrano direttamente interessarli. Questa lettura li sconvolge, li turba e li cambia radicalmente. Inoltre, i maggiori temi ricorrenti delle singole opere si rispecchiano. Il tema dell’isola, ad esempio, che se per Robinson è un luogo concreto in cui vivere il forzato esilio, per Agostino è un luogo interiore di meditazione e di scoperta di sé; il tema del tempo, tempo che perde il suo significato terreno e si dilata per diventare strumento di conoscenza e di riflessione. Molti, inoltre, i punti in comune riscontrabili dalla lettura comparata delle due opere; troppi, forse, per far pensare ad una coincidenza. Il progetto che qui propongo nasce da questa riflessione e risponde alla domanda: perché il Robinson Crusoe e le Confessioni, così distanti nel tempo e nello spazio, sembrano così vicini? É interessante scoprire se Defoe sia venuto a conoscenza del testo, se abbia frequentato letture ed ambienti carichi del pensiero agostiniano e come questo abbia permeato la letteratura protestante ed inglese in genere. Il protestantesimo ha sicuramente promosso la lettura personale ed introspettiva delle Sacre Scritture, abolendo il ruolo della Chiesa e delle sue Istituzioni, che fin dagli albori del Medioevo avevano mediato il contatto con la Bibbia. Il credente, quindi, è di nuovo un lettore diretto: interpreta, scava, si sofferma, elabora e riflette sui testi, così come aveva fatto Agostino. Proprio tutto ciò ha, forse, permesso alla cultura inglese di ritornare ad apprezzare le prime grandi opere delle Letteratura Cristiana, introspettive, delicate e profonde, tra cui le Peregrinationes, che si trasformano in quegli anni nei racconti di viaggio ed i diari e le vite dei martiri e dei santi, che, favorite da particolari coordinate storiche- l’ascesa di una nuova classe sociale, ad esempio- catturano l’attenzione del pubblico sulle vicende private ed intime delle persone, dando l’impulso alla nascita del romanzo borghese ottocentesco. Tutto ciò, forse, ha permesso al pubblico inglese di fare propria, un’ opera introspettiva e toccante come le Confessiones e di preferirla ai grandi trattati di filosofia e teologia che primeggiavano da secoli in ambito religioso. Nella prima parte di questo progetto, si racconteranno le due opere e si analizzeranno, alla ricerca di un confronto strutturale e tematico. Nella seconda parte si riprenderà questa analisi, ripercorrendo la vita dei due protagonisti alla luce di una lettura esistenziale delle opere. In seguito, si cercherà di dimostrare come la scelta di alcuni temi sia stata dettata ai due autori dall’influenza dei loro ambienti culturali. Infine, si rintracceranno i motivi storici e sociologici che hanno permesso l’avvicinarsi di due opere così distanti nel tempo e nello spazio. 5

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Informazioni tesi

  Autore: Annalisa Panichi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere moderne
  Relatore: Gioachino Chiarini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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