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Kikou Yamata: ''La Japolyonnaise'' - Analisi e traduzione del romanzo ''La dame de beauté''

La mia tesi si articola in tre sezioni: presentazione del profilo biografico di Kikou Yamata ed esposizione delle caratteristiche principali delle sue opere, presentazione e analisi del romanzo "La dame de beauté" sotto il profilo narratologico-semiotico e stilistico (“momento dell’interpretazione stilistica dell’originale” ) e traduzione di alcune sue parti accompagnata dall’esposizione delle strategie adottate, con particolare attenzione al problema dei realia (in termini generali e all’interno del romanzo). Il primo capitolo riassume le fasi salienti della biografia dell’autrice alla luce della doppia dimensione culturale e linguistica, illustra sinteticamente le caratteristiche principali della sua produzione e, infine, si sofferma su alcuni romanzieri attuali che, per tutta una serie di ragioni, potrebbero essere considerati suoi degni epigoni.
Il secondo capitolo è dedicato a un romanzo importante nella produzione dell’autrice, La dame de beauté, che appare in un contesto socioculturale particolarmente delicato per i rapporti fra l’Occidente e il Giappone, ossia all’indomani della fine della seconda guerra mondiale. La novità rappresentata da questo romanzo di Kikou Yamata è duplice, in quanto, da un lato, si distacca dal filone del romanzo orientalista tout court (che trova in Loti e Raucat dei validi esponenti) e, dall’altro, propone l’immagine di un paese tanto ardente nelle proprie manifestazioni aggressive e patriottiche quanto raffinato nella sua sensibilità estetica.
Sempre nel secondo capitolo, sulla base delle informazioni in mio possesso cerco di risalire a probabili fonti e stimoli nella vita di Kikou Yamata che possano aver concorso nel delineare la figura della protagonista, Nobuko Hayashi. In seguito prendo in esame i temi e i motivi che caratterizzano il romanzo e mi occupo della sua fortuna critica. Analizzo infine l’opera da un punto di vista prevalentemente semiotico-narratologico e stilistico.
Nel terzo capitolo motivo la scelta dei passi che ho tradotto in italiano, nonché la scelta della traduzione del titolo ed esplicito il metodo e le strategie adottate. Inserisco quindi la traduzione della Lettera al mio editore e di alcune parti del romanzo da me effettuata. Successivamente tratto i nodi della traduzione, avvalendomi per lo più dell’approccio critico alla traduzione esposto da Bruno Osimo in Traduzione e qualità. Affronto infine un aspetto interculturale (e talora spinoso) della traduzione – i realia (o termini culturospecifici) – sia secondo una prospettiva teorico-analitica sia con riferimento al testo che ho tradotto: dopo aver tracciato un quadro teorico del fenomeno, riporto infatti tutti i realia presenti nel romanzo e li classifico sulla base delle categorizzazioni elaborate da Vlahov e Florin e da Newmark.

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INTRODUZIONE La scelta di studiare, nella mia tesi di laurea, la figura di un autore dalla doppia dimensione nazionale, culturale e linguistica risponde a una preferenza squisitamente personale per due lingue e due culture che ho sempre particolarmente apprezzato e a cui guardo con estremo interesse, quella francese e quella giapponese. Trovare un autore che incarnasse queste due dimensioni identitarie è stata una vera e propria sfida: solo dopo lunghe e infruttuose ricerche è venuta in mio soccorso Tomoko Higashi, docente di lingua giapponese presso l’Université Stendhal di Grenoble, città nella quale ho trascorso un anno accademico come assistente di lingua italiana, suggerendomi il nome di Kikou Yamata. Kikou Yamata è un personaggio sostanzialmente ignoto in Italia, che nei primi decenni del XX secolo ha invece goduto di una considerevole e costante popolarità soprattutto in Francia e Svizzera e, ancorché in tono minore, negli Stati Uniti. A partire dalla seconda metà del secolo, tuttavia, la sua popolarità è destinata a scemare, come conferma Monique Penissard nella dedica del suo saggio La Japolyonnaise, che peraltro costituisce l’unico contributo di una certa ampiezza su questa autrice: «À tous ceux qui ont bien voulu m’accorder leur confiance pour évoquer un nom injustement tombé dans l’oubli 2 de l’histoire littéraire de ce siècle.» Sebbene uno dei suoi romanzi sia stato tradotto in italiano 3 , la sua opera non è mai stata studiata in Italia; diverse informazioni – invero frammentarie – sulla sua figura sono invece rintracciabili in ambito francofono e anglofono, mentre una profusione di documenti eterogenei è conservata alla BPU, la Bibliothèque Publique et Universitaire di Ginevra, che ospita il “Fondo Kikou Yamata”, una ventina di cartoni contenenti 2 M. Penissard, La Japolyonnaise, Lausanne, Favre, 1988. [corsivo nostro]. 3 Cfr. Kikou Yamata, La bella signora, versione di Gino de Negri, Milano, IPL, 1958. 5

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Informazioni tesi

  Autore: Massimo Invernizzi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e letterature europee ed extraeuropee
  Relatore: Yasmina Melaouah
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 171

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Parole chiave

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