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La Finanza del Profeta. Un mercato inesplorato

Le tensioni tra il mondo occidentale e quello islamico hanno caratterizzato il trascorrere dei secoli. Esse, spesso, sono giustificate da moventi di natura religiosa, ma tendenzialmente causate da finalità economiche, geopolitiche o militari.
Al giorno d’oggi, nei paesi occidentali, il solo nominare la parola Islam viene inesorabilmente associato ad un insieme di connotazioni negative; il credo coranico è visto come una religione portatrice di sole costrizioni che inibiscono lo sviluppo umano nelle sue interazioni economiche e sociali.
Al contrario, non va dimenticato come la millenaria cultura islamica sia stata un faro per lo sviluppo intellettuale, per la medicina, la matematica e per la stessa economia. L’abilità delle popolazioni arabe di sfruttare il commercio ha reso città come Damasco, Il Cairo e Baghdad capitali mondiali per ricchezza, sfarzo e potere come possono essere oggi Londra, New York o Parigi.
Parlare di economia e finanza islamica non può prescindere dallo studio e dalla conoscenza dei principi alla base della stessa religione: l’Islam è la legge della vita medesima, una forza che si rivela in ogni sfumatura dell’esistenza umana. Il più conosciuto divieto è relativo alla corresponsione di interessi, riba. Tuttavia, è una definizione alquanto limitata che non abbraccia la complessità e la portata di questa imposizione. Subito sorge spontanea la domanda: come si riesce a svolgere l’attività bancaria in maniera redditizia? La risposta ruota attorno al concetto di profit and loss sharing, definibile come il più rilevante precetto economico contenuto nei testi religiosi e che caratterizza l’intero impianto contrattuale islamico.
Se il principio di condivisione allontana il rischio speculativo, contestualmente comporta altre tipologie come il rischio d’impresa o, indirettamente, quello di prezzo.
Alla luce di un ampio e stringente set normativo di natura religiosa è lecito domandarsi come tutto questo possa convivere in una società “occidentale” e, soprattutto, quali sono le concrete opportunità per le economie di questi paesi legati ad una concezione classica della finanza.

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xiii INTRODUZIONE Le tensioni tra il mondo occidentale e quello islamico hanno caratterizzato il trascorrere dei secoli. Esse, spesso, sono giustificate da moventi di natura religiosa, ma tendenzialmente causate da finalità economiche, geopolitiche o militari. Al giorno d’oggi, nei paesi occidentali, il solo nominare la parola Islam viene inesorabilmente associato ad un insieme di connotazioni negative; il credo coranico è visto come una religione portatrice di sole costrizioni che inibiscono lo sviluppo umano nelle sue interazioni economiche e sociali. Al contrario, non va dimenticato come la millenaria cultura islamica sia stata un faro per lo sviluppo intellettuale, per la medicina, la matematica e per la stessa economia. L’abilità delle popolazioni arabe di sfruttare il commercio ha reso città come Damasco, Il Cairo e Baghdad capitali mondiali per ricchezza, sfarzo e potere come possono essere oggi Londra, New York o Parigi. A seguito della grave crisi del 2007 che ha colpito e messo in ginocchio l’intero mondo finanziario tradizionale, si è assistito ad un comune sentimento di scetticismo e sospetto verso il mondo bancario e della finanza. Questa diffidenza si è tradotta in una crescente ricerca e richiesta di strumenti differenti che possano costituire una valida alternativa alla finanza classica. Il comune agire di questi fattori ha portato la Finanza Islamica da essere fenomeno di nicchia, destinato a pochi mercati domestici, a vera innovazione finanziaria globale suscettibile di stimolanti applicazioni e sviluppi. Questo elaborato vede la luce proprio con l’intento di portare un minimo di chiarezza su un tema che, purtroppo, troppo spesso viene letto con lenti offuscate da pregiudizi

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Dalla Venezia
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Finanza
  Relatore: Massimo Buongiorno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 174

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Parole chiave

islam
maometto
riba
finanza islamica
banca islamica
takaful
shari'ah
sukuk
musharakah
bond islamico

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