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La persecuzione della minoranza yazida da parte del sedicente stato islamico: la possibile qualificazione come genocidio

L'elaborato si concentra sulla nascita del sedicente stato islamico, con una breve dissertazione sulla sua possibile legittimità di stato, e sul concetto di minoranza, focalizzandosi sulla definizione di tale della popolazione yazida. La tesi prosegue ad analizzare il crimine di schiavitù sessuale alla luce della recente (e prima) sentenza di condanna per schiavitù sessuale della Corte del'Aja (sent. Ntaganda), utilizzando quale modello su cui basare l'analisi della possibile qualificazione della vendita delle donne yazide come crimine di schiavitù sessuale.
Il nucleo della dissertazione si concentra sulla possibile qualificazione di genocidio dei crimini commessi contro la minoranza yazida dal sedicente stato islamico, prendendo le mosse anzitutto dalla definizione del termine genocidio e in seguito dalla sentenza Krstic, ed analizzando le questioni sul piano di effettività della Corte Penale Internazionale (ossia, la concreta possibilità di riferire il caso dinanzi alla Corte dell'Aja).

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1 INTRODUZIONE Questo lavoro nasce dal vivido interesse per il diritto penale, internazionale ed umanitario sviluppato nei miei quattro anni di carriera universitaria presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Trieste. L’argomento trattato non si può dire che sia stato da me scelto dopo innumerevoli ricerche, perché si è presentato, più che altro, durante letture che esulavano da un contesto prettamente universitario. In particolare, queste ultime mi hanno portata a conoscere una minoranza religiosa, stanziata per lo più nel Kurdistan iracheno, vittima di plurime persecuzioni durante i secoli, da ultimo colpita dal sedicente stato islamico in seguito agli attacchi dell’agosto del 2014. La questione yazida ha ricevuto attenzione non solo per la persecuzione in sé, ma anche perché è strettamente ricollegata ad un’altra questione di clamore internazionale, ovverosia la minaccia globale che ad oggi rappresenta l’estremismo islamico. Si può aggiungere, oltretutto, che è stata proprio una giovane ragazza yazida ad essere stata insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2018. Nonostante queste considerazioni, però, la tragedia che sta colpendo gli yazidi resta ancora nell’ombra: io stessa, se non fosse stato per un sincero interesse per le questioni umanitarie, ignoravo l’esistenza di questa minoranza. Questo lavoro, inoltre, non risulta quale mero frutto di ricerche, ma si deve anche alla mia collaborazione con la Fondazione triestina Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, impegnata da circa venti anni nel campo umanitario, con lo scopo di offrire cure mediche soprattutto a bambini e famiglie provenienti da zone di guerra, quando queste cure non siano accessibili nel Paese di provenienza.

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Informazioni tesi

  Autore: Martina Giuressi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria Cristina  Barbieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 200

FAQ

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Parole chiave

diritto internazionale
diritto umanitario
diritto penale internazionale
stupro
crimini contro l'umanità
genocidio
stato islamico
yazidi
diritto dell'aia
schiavitù sessuale

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