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La società cooperativa: analisi di una cooperativa del lavoro

Prima dell’emanazione della legge n. 142 del 3 aprile 2001 esisteva incertezza sull’esatta qualificazione della prestazione del socio lavoratore effettuata a favore della cooperativa.
Siccome gli scopi sociali perseguiti dalle cooperative possono essere molteplici, possiamo distinguere le cooperative in base all’attività esercitata raggruppandole in due grandi gruppi: da un lato abbiamo le cooperative di utenza e dall’altro le cooperative di lavoro.
Le prime hanno come scopo quello di fornire ai propri soci beni e/o servizi a condizioni vantaggiose (fra queste rientrano ad esempio le cooperative di abitazione e quelle fra consumatori, c.d. cooperative di consumo). Qui i rapporti di lavoro che la cooperativa instaura sono meramente strumentali al perseguimento dell’oggetto, e come tali non differiscono dal rapporto di lavoro instaurato per le stesse mansioni da una società di altro tipo. A differenza delle cooperative di utenza, nelle cooperative di lavoro, lo scopo che viene perseguito è quello di fornire occasioni di lavoro ai soci. Il rapporto di lavoro che si instaura fra socio e cooperativa non è quindi strumentale al raggiungimento dell’oggetto, ma diviene intrinseco all’oggetto medesimo, ecco perché il socio della cooperativa viene comunemente definito come socio-lavoratore.
Mentre nelle società cooperative di utenza il vantaggio mutualistico si ottiene attraverso l’acquisto di beni a condizioni migliori di quelle che normalmente vengono praticati sul mercato, nelle cooperative di lavoro il vantaggio per i soci lavoratori dovrebbe consistere nell’ottenere retribuzioni complessivamente maggiori, e migliori condizioni di lavoro, rispetto a quelle di mercato, o comunque continuità di occupazione.
Le società cooperative sorte fra lavoratori non hanno una classificazione specifica nella normativa vigente. Il legislatore nell’individuare le diverse tipologie di società cooperative, ha seguito il criterio del settore economico di appartenenza, e quindi si è fatto riferimento unicamente all’attività economica in concreto svolta dall’impresa, individuando 6 settori di cui cinque riguardano le società cooperative di lavoratori.

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1 INTRODUZIONE Le cooperative costituiscono una categoria particolare di imprese commerciali disciplinate da una legge speciale unica o da varie leggi, secondo il tipo ed il settore di attivit . Le disposizioni applicabili alle cooperat ive possono essere riportate in testi diversi: − Testi generali, come, ad esempio, il codice civile, il codice commerciale, il codice del lavoro e rurale; − Testi speciali (che disciplinano l applicazione del diritto comune alle cooperative). Come, ad esempio, la legge sulle societ industriali o la legge sulla concorrenza. Numerosi Paesi non dispongono di una speciale legislazione sulle cooperative. In questo caso esse sono regolate da testi generali che disciplinano l insieme delle imprese commerciali1. Le cooperative operano nell interesse dei loro membri, che sono al tempo stesso utilizzatori, e non sono gestite nell interesse di investitori esterni. I profitti sono percepiti dai membri in proporzione alle loro transazioni con la cooperativa; le riserve e gli attivi sono detenuti in comune, non sono distribuibili e sono utilizzati nell interesse comune dei membri. PoichØ i legami personali tra i membri sono di norma stretti e importanti, le nuove adesioni sono soggette ad un approvazione, mentre il diritto di voto non Ł necessariamente proporzionale alla quota detenuta. Per capire l importanza delle cooperative, occorre individuare alcuni settori nei quali esse hanno un ruolo di rilevo; le cooperative possono essere un mezzo per affermare o accrescere il potere economico delle piccole e medie imprese (PMI) sul mercato e, infatti, esse sono una forma di societ che permette alle PMI di acquisire alcuni vantaggi legati alla dimensione, quali le economia di scala2, l accesso ai mercati, 1 I cooperatori debbono scegliere la forma giuridica piø adeguata alla loro impresa e adottare norme appropriate basandosi sulla loro esperienza pratica e sui principi internazionalmente ammessi nel campo della regolamentazione delle cooperative. Vedi: COSTA A., L azienda cooperativa , pag. 36, CACUCCI EDITORE, BARI, Anno 2003, op. cit. 2 In economia, con la locuzione economie di scala si intende una politica produttiva (o economica in genere) tendente a distribuire sul maggior numero possibile di unit di prodotto l’incidenza dei costi fissi necessari per produrlo, cos da ottenere una benefica diminuzione dei costi sostenuti per produrre ciascuna unit (costo unitario del prodotto). Il va ntaggio economico consiste in pratica in un risparmio

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Magrì
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Antonio Costa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

FAQ

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