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Le donne e Internet: il digital divide di genere

Sino a partire dagli inizi del XXI si è verificata una grande espansione delle nuove tecnologie dell’informazione, tra le quali possiamo annoverare Internet.
Per quanto concerne quest’ultimo è stato, infatti, stimato come nell’anno 2001 si è verificata, rispetto all’anno precedente, una crescita del numero di utenti pari al 6%, fino ad ottenere, alle soglie del 2002, il 56% di utenti di Internet, sul totale della popolazione italiana. Si ha motivo di credere che fra il 44% di coloro che sono rimasti “fuori dalla rete” vi siano soggetti dotati di peculiari caratteristiche socio- culturali ed economiche, a causa delle quali sono stati emarginati dall’“invenzione del secolo”.
Il fenomeno noto come digital divide fa riferimento proprio alle disuguaglianze esistenti tra le diverse categorie di soggetti in merito all’accesso e all’utilizzo delle tecnologie della società dell’informazione.
In particolare all’interno della presente tesi è stato analizzato il digital divide di genere, dopo aver dimostrato che le donne costituiscono una delle categorie “emarginate”.
Attraverso l’analisi di dati ISTAT ed Eurobarometro, si è cercato di capire se e in quale modo il fenomeno d’interesse si sia diffuso nel nostro Paese.
Una volta riscontrata la presenza del digital divide di genere in Italia se ne sono ricercate le cause ed individuate alcune possibili soluzioni.

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4 INTRODUZIONE Come la maggior parte delle scoperte importanti per l’umanità, anche Internet nasce per scopi completamente diversi da quelli per i quali attualmente viene impiegato. Esso costituisce, infatti, un’evoluzione di ARPANET, un sistema progettato in piena guerra fredda in America dall’ARPA (Advanced Research Projects Agency) del Ministero della difesa statunitense. L’esigenza alla quale questa organizzazione dovette rispondere fu quella di affrontare e risolvere il delicato problema delle comunicazioni in caso di guerra nucleare. Il fine fondamentale dell’ARPA era, infatti, quello di progettare un sistema che collegasse fra loro i computers per la difesa militare, adottando un collegamento telefonico, che sostituisse quello di tipo “dedicato” allora in uso, il quale poteva essere agevolmente bloccato dal nemico, provocando l’isolamento di intere zone del paese. La tecnologia utilizzata da ARPANET consisteva nello scomporre in pacchetti i dati da trasmettere, i quali, in un secondo momento, venivano ri-assemblati da un apposito PC. Siamo negli anni 60’ e il primo tentativo di comunicazione con ARPANET avviene nel 1969, tra un computer dell’università di S. Barbara e uno dell’università di Utah. Agli inizi degli anni 80’ sono ormai centinaia i dipartimenti informatici connessi al sistema, ma solo 15 di questi possiedono un nodo della rete. Questo fatto era considerato dai più come fonte d’impoverimento del sistema della ricerca universitaria. Dunque la National Science Foundation (NSF), un’agenzia del governo americano incaricata di promuovere il progresso scientifico, iniziò a sponsorizzare la costruzione di reti informatiche meno costose tra le università americane; fu così che nacque la Cesnet.

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Informazioni tesi

  Autore: Jessica Crapelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Maurizio Pisati
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 70

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