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Oneri documentali del transfer pricing

La mia tesi ha analizzato gli aspetti documentali richiesti dalla normativa italiana in ambito di transfer pricing.
Dopo una introduzione sulla disciplina del transfer pricing e sulle normative a livello internazionale, ho affrontato nel dettaglio gli aspetti riguardanti la predisposizione del master file e del country file.

Il presente lavoro si propone di analizzare dapprima gli elementi costitutivi dell’istituto e, successivamente, di approfondire la tematica mediante lo studio delle normative comunitarie, internazionali e italiane. La finalità è di operare opportuni confronti al fine di evidenziare eventuali discrasie o peculiarità dei provvedimenti ai vari livelli e di capire la reale portata delle previsioni normative circa la documentazione dei prezzi di trasferimento recentemente introdotti dal nostro legislatore, focalizzando l’attenzione in primo luogo sul Masterfile e, in secondo luogo, sul Country file.
La trattazione avrà inizio nel primo capitolo con una panoramica generale sul transfer pricing, fornendo precisazioni sull’istituto e analizzandone gli aspetti peculiari in due ottiche diametralmente opposte, cioè dal punto di vista del legislatore, con l’obiettivo di collegarli a pratiche elusive, e da quello manageriale, in un’ottica di pianificazione fiscale internazionale.
Per facilitare la comprensione delle dinamiche impositive di una multinazionale, si forniranno dei cenni sui metodi di consolidamento fiscale che portano alla determinazione della base imponibile che sarà sottoposta a tassazione, e si focalizzerà l’attenzione sul fenomeno che causa buona parte delle controversie transnazionali, cioè la doppia imposizione.
Il capitolo secondo e il capitolo terzo saranno dedicati all’analisi delle fonti normative in ambito internazionale e nazionale. Partendo da un approfondimento sul susseguirsi delle norme che riguardano il transfer pricing, dai modelli OCSE di convenzione contro le doppie imposizioni alle Guidelines del medesimo organismo internazionale, l’attenzione si sposterà sul concetto di prezzo in condizioni di libera concorrenza e ai relativi metodi di determinazione.
Il capitolo quarto, è incentrato sugli oneri documentali dei prezzi di trasferimento.
Dapprima si introduce la tematica analizzando la situazione a livello internazionale: l’OCSE, nel rapporto del 1995, ha dedicato ampio spazio alla documentazione sul transfer pricing fornendo indirizzi interpretativi sia alle Amministrazioni finanziarie locali, sia ai contribuenti. In seguito, l’analisi pone l’attenzione sui contenuti della documentazione del transfer pricing in ambito comunitario, operando un confronto con le proposte formulate dagli Stati della Pacific Association of tax administrations e dall’International Chamber of Commerce.
Il capitolo quinto analizzerà gli oneri documentali nella disciplina interna.
Come anticipato, è l’art. 26 del DL. n. 78 del 22 maggio 2010, convertito con la Legge 122 del 30 luglio 2010, che segna la rivoluzione dell’istituto del transfer pricing. Le novità introdotte hanno immediatamente suscitato fermento nel settore, con un notevole contributo di opinioni da parte dei maggiori esperti di fiscalità internazionale. Si procederà con un’analisi critica del provvedimento di cui sopra e delle successive circolari interpretative.
La riflessione sarà imperniata sui contenuti e sulla forma del Master file e del Country file. Il primo, redatto dalla capogruppo, è un documento che ha la finalità di definire le politiche del transfer pricing: a livello comunitario è predisposto dalle aziende multinazionali basandosi sulle indicazioni delle Guidelines e dei singoli ordinamenti ove si hanno sede le controllanti. Il secondo rappresenta l’innovazione per l’Italia, poiché costituisce la vera e propria documentazione nazionale: predisposto dalla singola controllata residente, descrive la specifica attività posta in essere, i ruoli, i metodi, i margini realizzati nelle transazioni intercorrenti tra società del gruppo.
Un aspetto che deve essere sottolineato del DL. 78/2010, è costituito dal regime premiante legato alla presentazione della documentazione: le aziende che dialogheranno con l’Amministrazione finanziaria beneficeranno di uno sconto sulle sanzioni irrogate, sempre a patto che i report predisposti ottemperino ai requisiti normativi, e di un regime di favor rei per gli accertamenti già in corso nel momento di entrata in vigore della norma.

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- 4 - PREFAZIONE Negli ultimi vent’anni il contesto economico mondiale è stato caratterizzato da un profondo cambiamento legato alla globalizzazione dei mercati e, con essa, soprattutto, al processo d’internazionalizzazione delle imprese. Le società multinazionali delocalizzano la produzione e la gestione di servizi alla ricerca costante di risparmio nel costo del lavoro e di politiche distributive e commerciali globali. Il progressivo miglioramento delle vie di comunicazione permette altresì agevoli scambi di merci e servizi tra le diverse sedi del gruppo, le quali, dislocate in molteplici nazioni, sottostanno ad altrettanti numerosi ordinamenti giuridici. In questo contesto s’introduce la tematica del transfer pricing, oggetto di questo lavoro. Con il termine inglese transfer pricing, s’identifica “quella discordanza tra il valore obiettivo di mercato di un’operazione commerciale o finanziaria, il cd. “valore normale” e quello (anormale) pattuito dai soggetti legati da una coincidenza degli interessi economici e giuridici e dall’unicità del fine” 1 . La pratica prevede il trasferimento di una quota di reddito tra le consociate di un gruppo multinazionale, mediante la cessione di beni o di prestazioni di servizi. Questa tipologia di negoziazione ha un’influenza rilevante nella strategia delle multinazionali, che spesso mettono in atto delle politiche di pianificazione fiscale volte a eludere il pagamento delle imposte, distraendo l’utile verso quei paesi che adottano dei regimi fiscali agevolati (cd. paradisi fiscali). Immediata conseguenza è la particolare attenzione delle amministrazioni finanziarie nei confronti di queste operazioni tra soggetti interdipendenti, con l’obiettivo di osteggiare fenomeni di erosione della base imponibile. Nel 2010, uno studio di Ernst & Young ha monitorato 877 multinazionali dislocate in 25 Stati diversi, riscontrando che il 32% di esse ritiene che il transfer pricing rappresenti la principale sfida in ambito fiscale e ben il 74 % delle aziende capogruppo, e il 76% delle controllate, sostiene che saranno assolutamente critici o molto importanti 1 SUCCIO R., Prezzi di Trasferimento e Royalties, in Sacchetto C., Alemanno L. (a cura di), Materiali di Diritto Tributario Internazionale, Milano, 2002, pag. 387: l’Autore cita a sua volta MAISTO G., L’imposizione diretta nei rapporti internazionali, Genova, 1991, pag. 155.

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Serafin
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Antonio Viotto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 141

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