VII
sufficienza e da sempre attenta ad un loro uso parsimonioso o quasi. Tra queste
quelle energetiche ( carbone, petrolio, gas) rivestono un ruolo molto importante,
proprio perché non sono rinnovabili; pertanto lo spettro di nuove risorse che è
possibile ottenere sfruttando le nuove tecnologie è molto ampio e potrà aumentare
ancora con un adeguato sostegno dell’attività di ricerca e sviluppo.
Nel momento in cui il mondo si muove verso la liberalizzazione, l’iniziativa
privata ed il mercato globale occorrono per le imprese maggiori responsabilità in
campo sociale, economico ed ambientale; anche se non è possibile prevedere con
certezza quale grado di cambiamento sia necessario nelle varie aree per soddisfare i
bisogni delle generazioni future, è comunque necessario per le imprese un’
“inversione di tendenza”.
La sfida che il mondo si trova ad affrontare è dunque quella di ricondurre il
modello produttivo nell’ambito della sostenibilità, riducendo i consumi di energia
fossile e di materie prime e adottando processi e tecnologie in grado di prevenire
pericolose interferenze con l’ambiente, senza rinunciare ai principi di equità nella
distribuzione delle risorse, che vanno applicati a livello globale attraverso il governo
dei processi in atto, da affidare a nuove credibili istituzioni internazionali.
Si tratta di una sfida cui non ci si può sottrarre e cui, operando contestualmente
per la realizzazione di una governance globale, debbono adeguarsi le politiche dei
singoli Paesi.
Come si evince da queste prime righe, l’oggetto di questo studio vede come
protagonista la variabile ambientale come variabile di impresa, e in particolare pone
l’accento sulla situazione attuale in tema di risorse energetiche, ed evidenzia quali
sono gli strumenti, o meglio “I Protocolli” (in particolare il Protocollo di Kyoto), a
sostegno del rispetto dell’ecosistema, indispensabili per raggiungere gli obiettivi di
uno sviluppo sostenibile; infine verrà illustrata la posizione della “nuova” variabile di
impresa da parte di una Società leader nel settore energetico: l’Eni S.p.A..
VIII
In particolare il Primo Capitolo, tratta la nascita e lo sviluppo della cultura
ambientale, definisce temi come la responsabilità sociale d’impresa, gli strumenti per
gestirla e gli indicatori di “agire etico”.
Questa parte prosegue evidenziando come può essere molto proficuo adottare
un approccio pro-attivo, volto all’aumento di efficacia e di efficienza nella gestione
delle problematiche ambientali, per individuare delle soluzioni strategiche e
operative innovative, in modo tale che l’ambiente possa essere vissuto non solo come
un vincolo, ma anche come una fonte di opportunità, come un fattore attraverso il
quale recuperare competitività, migliorare l’immagine aziendale, ecc.. Sul finire il
Capitolo affronta un concetto portante dell’intero lavoro, cioè il tema dello sviluppo
sostenibile all’interno del sistema economico di impresa.
Il Secondo Capitolo spiega il concetto di rischio ambientale come rischio di
impresa, e sottolinea la situazione riguardante il reperimento, l’utilizzo e lo
sfruttamento delle risorse energetiche minerarie (carbone, metano, combustibili
nucleari, petrolio), in particolare viene approfondita la risorsa petrolio, e le
conseguenze del suo impiego in termini di inquinamento atmosferico, soprattutto
urbano.
Infine il Capitolo pone l’accento sulle politiche di intervento adottate per il
controllo dell’inquinamento atmosferico urbano, caratterizzate da strumenti
economici e da norme amministrative dirette e indirette, come per esempio le
imposte sulle emissioni, l’introduzione di percorsi obbligatori, e delle corsie
preferenziali per i mezzi pubblici.
Entrando nel cuore dell’argomento trattato, nel Terzo Capitolo la protagonista
è l’aria, precisamente la sua qualità, e la sua tutela; per questo per avere un quadro
completo verrà tracciato l’iter storico della normativa sull’inquinamento atmosferico
e di quella che è la disciplina più attenta agli interessi ambientali.
Tra i vari strumenti trattati per la tutela dell’aria uno studio approfondito è fatto
sul Protocollo di Kyoto, documento adottato nel 1997 nel corso della Terza
IX
Conferenza delle Parti (COP3) sul clima, istituita nell’ambito della Convenzione
Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite (UNFCCC), entrato in
vigore in Italia il 16 febbraio 2005, che si pone lo scopo di fronteggiare la minaccia
dei cambiamenti climatici, nel tentativo di conciliare gli interessi dell’ambiente con
quelli dell’economia.
Nell’ambito di questo tema si evidenzierà il rapporto di questo Documento con
l’Unione Europea, ed soprattutto con l’Italia, e quali sono gli ulteriori strumenti
adottati per raggiungere gli obiettivi di Kyoto, per l’UE verrà spiegato il
funzionamento dell’ETS (European Trading System), che ha dato il via al più grande
mercato per lo scambio delle emissioni di anidride carbonica. Dalle conclusioni del
Capitolo si capirà la volontà delle Parti di attivarsi per raggiungere e superare gli
obiettivi di Kyoto attraverso la COP12, tenutasi a Nairobi.
Il Terzo Capitolo affermando che il settore dei trasporti è il settore critico per la
sostenibilità, pone anche le basi per sviluppare il caso pratico, illustrato nel Quarto
Capitolo e che riguarda il rapporto tra la variabile ambientale e il marchio Agip.
Una volta illustrate le attività dell’impresa ed in particolare della Divisione
Refining & Marketing, il caso prosegue con la descrizione di quali sono i prodotti
petroliferi, cioè in questo caso i carburanti, che fanno parte del ciclo operativo, e che
rispettando i limiti di emissioni inquinanti in atmosfera, sono qualitativamente
superiori.
L’Agip nell’ambito del suo “impegno ambientale” ha sviluppato un progetto
che prende il nome di RefinARS, anch’esso illustrato nel Quarto Capitolo, che opera
sulla raffineria di Sannazzaro e che presenta risultati in linea con quelle che sono le
politiche europee in tema di inquinamento atmosferico.
Infine il Capitolo evidenzia, grazie alla pubblicazione del Bilancio di
Sostenibilità 2006 dell’Eni S.p.A., il concetto di Sostenibilità come impegno
trasversale sulla tematica ambientale; quindi viene illustrata la risposta Eni al
X
cambiamento climatico, gli impegni per Kyoto, le varie strategie adottate e il suo
ruolo nell’ETS.
L’obiettivo del lavoro da me presentato è sottolineare, quindi capire come
l’ecocompatibilità può produrre un numero crescente di vantaggi concreti, quali
minori consumi di risorse, minori costi legati agli incidenti ambientali,
miglioramento dei rapporti con una pluralità di stakeholders quali clienti, fornitori,
banche, società di assicurazione, possibilità di usufruire di finanziamenti agevolati,
quindi maggior ritorno economico positivo dagli investimenti fatti.
Capitolo 1
Competitività Ambientale
L’ambiente rappresenta l’insieme delle condizioni fisiche (temperatura,
pressione, luce ecc.), chimiche (concentrazioni di sali e altri composti) e biologiche
(presenza di certi esseri viventi) in cui si può svolgere la vita di comunità di
organismi (animali o vegetali). Il complesso dei vari ambienti costituisce la biosfera
(ecosistema
1
) ed i rapporti che esistono tra di essi e con gli organismi che vivono in
essi, sono oggetto di studio dell’ecologia
2
.
Un’importante risposta ai sintomi di grave crisi ecologica del recente processo
di modernizzazione viene dall’emergere dell’economia ecologica
3
. Si tratta di una
disciplina che si sta sviluppando come reazione agli specifici limiti dell’approccio
dell’economia ambientale ad analizzare adeguatamente problemi ecologici
complessi, quali:
1
L’ecosistema o sistema ecologico rappresenta una unità funzionale fondamentale di tutti gli
organismi di una comunità e dei fattori ambientali con i quali interagiscono le specie dei produttori,
dei consumatori e dei decompositori. Un ecosistema viene determinato da una serie di fattori : la
morfologia, la geochimica dell’ambiente, il clima, le variazioni di temperatura, la pressione e
l’umidità, le condizioni alimentari, la tipologia degli organismi viventi ecc. Un lago e un bosco sono
esempi di ecosistemi.
L’ecologia ha per oggetto lo studio degli ecosistemi.
2
L’ecologia è nata come scienza non distinta dalle altre scienze della natura fin dall’antichità, come
testimoniano gli studi di ecologia svolti da Teofrasto nel IV secolo a.C. Il termine venne introdotto
nel 1866 da Ernst Haeckel, ma fu Charles Elton a fissarne le basi teoriche con il testo “L’ecologia
degli animali” ( Londra, 1993).
L’ecologia ha assunto importanza nel XX secolo.
3
Vedi E. Tiezzi N. Marchettini, Che cos’è lo sviluppo sostenibile?, Donzelli Editore 1999.
2
a) i problemi ecologici globali emersi in tempi recenti;
b) la dinamica dei sistemi economici ed ecologici e delle loro contemporanee
interazioni;
c) i problemi di degradazione e distruzione delle basi ecologiche fondamentali
di intere regioni, che minacciano la loro stessa esistenza.
In economia, i problemi ambientali furono all’inizio considerati soltanto come
microproblemi ma, negli ultimi decenni, la precaria coevoluzione dei sistemi
economici ed ecologici li ha trasformati in macroproblemi, per trattare i quali non
sono sufficienti gli strumenti analitici dell’economia ambientale.
Ci si è infatti resi conto che risulta minacciato l’ecosistema globale, e non solo
le sue diverse parti. Le capacità di assimilazione degli ecosistemi sono limitate in
senso assoluto, e non solo in senso relativo; quindi la scala dei flussi di energia e di
materia indotti dall’uomo attraverso il sistema economico, che si riversano
nell’ambiente in relazione alle capacità di assorbimento dei sistemi ecologici della
Terra, diventa un problema cruciale. In questo secolo la popolazione mondiale è
triplicata e l’economia mondiale è aumentata di venti volte.
In aggiunta al problema ambientale come problema di un’efficiente ripartizione
delle limitate risorse ambientali, emerge quindi il problema ambientale come
macroproblema o come problema di scala, emerge cioè la necessità di determinare i
limiti superiori dei flussi di energia e di materia in rapporto all’ecosistema più vasto.
Dove il livello esatto di tali limiti si deve definire in termini politici e in condizioni di
incertezze scientifiche strutturali.
Il sistema economico quindi può essere concepito – ovviamente in una
prospettiva ecologica – come un sottosistema aperto del più ampio sistema ecologico
della Terra, che è limitato, non è in crescita ed è anche materialmente chiuso. Le
sorgenti delle risorse e i pozzi dei rifiuti – quali l’aria, l’acqua e il suolo – fanno parte
del sistema terrestre, che è limitato, e sono di conseguenza anch’essi limitati.