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INTRODUZIONE
L'oggetto preso in analisi nella presente tesi di laurea nasce dalla volontà e
dall'interesse di approfondire le cause legate alla volontà di traduzione dei termini
inglesi del settore informatico, diffusi a livello internazionale ma per lo più
rifiutati in territorio francese.
Il primo capitolo prende in esame i primi legami tra la lingua francese e la lingua
inglese a partire dal loro primo contatto storico rappresentato dall'invasione
normanna del 1066. Vengono allora descritti così i primi francesismi che vennero
introdotti a quel tempo nella lingua inglese, quindi i primi anglicismi in quella
francese, i quali raggiunsero l'apice nel secondo dopoguerra, e infine i rispettivi
criteri di assimilazione. Per quanto riguarda il primo fenomeno si osservano in
particolare i termini appartenenti al lessico feudale, dell'aristocrazia e della legge,
ecclesiastico e dell'arte. Viene data anche una visione generale delle principali
coppie sinonimiche e di alcuni falsi amici. Per quanto riguarda invece il pay-
back, si analizzano i fenomeni storici che hanno portato alla cosiddetta
anglomanie, offrendo così un panorama del contesto storico a partire dalla fine
della Guerra dei Cent'anni, primo momento di distacco delle due culture, per
arrivare all'illuminismo e al XVIII secolo, periodo in cui il fenomeno ebbe inizio.
Nell'ultimo paragrafo del primo capitolo vengono analizzati il franglais e il sabir
atlantique, ed esposte alcune riflessioni critiche sul pamphlet polemico di Renè
Etiemble Parlez-vous franglais? grazie al quale si diffuse il termine e la
conoscenza del fenomeno a livello mondiale.
Il secondo capitolo analizza in un primo luogo gli organismi di controllo politico
sulla lingua francese e il processo di traduzione con particolare riferimento alla
Commissione generale di terminologia e neologia, alla Commissione
Specializzata di Terminologia e di Neologia dell'Informatica e dei componenti
elettronici (CSTIC), e infine all'Ufficio quebecchese della lingua francese; prende
in un secondo momento in esame il lessico informatico vero e proprio offrendo
una quanto più possibile accurata comparazione e analisi dei termini di tale
dominio, i quali sono stati raggruppati secondo le varie categorie di calchi e
prestiti linguistici, precedentemente descritte. Nello specifico vengono analizzati i
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termini dei componenti hardware, del lessico offline o online e dei social network,
con particolare approfondimento su quelli propri di Facebook e Twitter, i social
network più celebri.
In ultima analisi vengono osservati e commentati i risultati di un sondaggio
personalmente condotto dal titolo "Anglicismes dans la langue française:
d'accord ou pas d'accord?"
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Capitolo I. Francesismi, anglicismi e franglais
1. La conquista normanna dell'Inghilterra e i primi francesismi nella lingua
inglese
«Les langues anglaise et française s'ètaient déjà rencontrées, si l'on peut dire,
avant même leur naissance»
1
: causa e merito di alcune delle non poche affinità
che le due lingue oggi inaspettatamente condividono, risalgono infatti a tempi ben
più remoti, vale a dire, alla loro comune origine indoeuropea.
A partire dal I millennio a.C., Celti, Romani e Germani si succedono, così, da una
parte all'altra della Manica: in Britannia - l'attuale Gran Bretagna - e in Gallia,
nome attribuito dai Romani ai territori abitati dai Celti e oggi comprendenti
Francia, Belgio, Svizzera, Paesi Bassi, Germania occidentale e Italia settentrionale
fino al fiume Esino.
In misura più o meno significativa sull'uno e sull'altro territorio quelle popolazioni
ne influenzarono la lingua e la cultura, forgiando così le basi per quelle che oggi si
configurano come il Français moderne e il Modern English. Ma il primo contatto
effettivamente significativo tra la lingua francese e quella inglese è rappresentato
dalla conquista normanna dell'Inghilterra avvenuta nel 1066 e che venne definita
dall'autore americano contemporaneo Bill Bryson: «the final cataclysm [which]
awaited the English language»
2
; un cataclisma che aveva probabilmente posto le
basi per una futura società aperta al plurilinguismo e all'interculturalità.
Chiamati Northmen ("uomini del nord"), oggi meglio conosciuti come Vichinghi,
i Normanni erano un popolo di origine germanica proveniente dalla Scandinavia e
stabilitisi, nel corso del X secolo, nel nord della Francia, ossia l'attuale
Normandia, che oggi ne continua il nome.
La lingua che vi trovarono fu un gaulois (gallico) ormai fortemente latinizzato per
opera di quel processo di romanizzazione che aveva avuto inizio nel 120 a.C. con
Giulio Cesare, e che aveva inoltre successivamente subito le influenze linguistiche
del francico, dialetto germanico parlato in particolare da Carlo Magno. I Franchi
1
H. Walter, Honni soit qui mal y pense, Laffont, Paris, 2001, p. 15 («Le lingue inglese e francese
si erano già incontrate, per così dire, ancor prima della loro nascita»).
2
B. Bryson, The Mother Tongue: English & How It Got That Way, William Morrow & Company,
Inc., 1990 (trad.: «l'ultimo cataclisma che ha colpito la lingua inglese»).
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si erano infatti insediati nel nord della Francia prima dei Normanni e, pur non
essendo riusciti a imporsi sul latino, avevano influito non poco sulla lingua dei
Gallo-Romani. Questa finì, infatti, col prendere un nome di derivazione
addirittura germanica, che divenne appunto il français. E fu proprio questo
l'idioma in seguito assimilato dai Normanni, diventati ormai del tutto francesi sia
nella lingua che nella civiltà, e che trasportarono dall'altra parte della Manica.
Infatti, sotto la guida di Guglielmo II, duca di Normandia, i Normanni
attraversarono la Manica nel 1066 e invasero l'Inghilterra, sconfiggendo ad
Hastings Aroldo II, ultimo re anglosassone. Guglielmo divenne dunque il primo re
d'Inghilterra della dinastia dei Normanni, regnando dal 25 dicembre del 1066 al 9
settembre del 1087, anno della sua morte. A partire dall'anno della conquista, il
termine "normanno" perse definitivamente il suo significato etimologico di "uomo
del nord" ed iniziò a denotare un abitante del ducato di Normandia e, come diretta
conseguenza, l'abbandono graduale e definitivo della sua lingua scandinava.
La lingua con la quale ebbero a incontrarsi e scontrarsi gli invasori giunti in
Inghilterra era l'anglosassone o Old English, già lingua ufficiale del Paese dall'871
d.C., anno in cui Alfredo il Grande (849-899) riuscì ad unire l'Inghilterra sotto
un'unica corona. Costretto da un precedente assalto vichingo a rifugiarsi nel
Wessex, egli era riuscito a riconquistare le terre precedentemente occupate dai
Vichinghi (o Danes) nel IX secolo, il cosiddetto Danelaw, letteralmente "il
territorio sotto la legge dei Danesi", costituito dall'Inghilterra settentrionale, parti
della Scozia e dall'Irlanda.
L'allora Old English era quindi quella lingua anglosassone che aveva soppiantato
prima l'idioma celtico parlato in Britannia a partire dal 600 a.C.; tutt'oggi si
ritrovano alcune tracce solo nella toponimia
3
. Successivamente era stata solo in
minima parte latinizzata dai Romani a partire dall'imperatore Claudio nel 43 d.C.,
ed infine influenzata dalla lingua dei Danes.
«The Normans became masters of England, and they remained masters for a
sufficiently long time to leave a deep impress on the language»
4
, ed anche sulla
3
Ad esempio, i fiumi Avon e Ouse che scorrono nello Yorkshire e nel Worwickshire, derivano
rispettivamente dal celtico abona, (corso d'acqua )e *udso- (acqua).
4
O. Jespersen, Growth and structure of the English Language, Basil Blackwell Oxford, Bristol,
1967, p. 79 (trad.: «I Normanni divennero padroni dell'Inghilterra, e rimasero tali per un lasso di
tempo tanto lungo da lasciare una profonda impronta sulla lingua»).
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società e la cultura. A loro volta «[...] English adopted so many French words
because it was the fashion in every respect to imitate their 'betters' [...]»
5
: la lingua
venuta dalla Francia si andava così imponendo gradualmente come lingua della
nobiltà, della cultura e di prestigio in generale.
Oggi ben un terzo delle parole inglesi presentano un'ascendenza francese; molte
apparvero tra il XIII e il XIV secolo, periodo in cui si assistette ad una maggiore
proliferazione di prestiti nei settori più disparati. Risulta tuttavia chiaro che in un
primo momento le maggiori influenze linguistiche si ripercossero negli ambiti
concernenti le istituzioni introdotte in Inghilterra dai Normanni: in particolare il
sistema feudale, l'amministrazione della legge, la Chiesa, ma anche l'arte, la moda
e la cucina. È nei campi in cui i Normanni esercitavano maggior potere che il loro
lessico riuscì ad attecchire maggiormente e a sostituirsi a quello anglosassone.
Infatti, se ad esempio courir (correre) non prosperò per la maggiore frequenza di
run, furono le parole che si riferivano alla vita dell'alta società francofona ad avere
la meglio, come ad esempio court (corte), che deriva dal francese antico cort, e
che ritroviamo in quello moderno sotto la forma cour.
L'Inghilterra normanna divenne così contrassegnata da un trilinguismo di fatto: la
gente comune di ascendenza anglosassone parlava ancora il volgare inglese; il
potere politico, la corte e l'aristocrazia si esprimevano in franco-normanno, mentre
il latino rimase appannaggio esclusivo della Chiesa.
1.1. Il lessico del sistema feudale
Tra le istituzioni che i Normanni portarono in Inghilterra, una delle più
considerevoli è costituita dal sistema feudale, nato precedentemente in Francia per
opera di Carlo Magno, e a cui si accompagna un lessico specifico. Il re Guglielmo
aveva reclamato come propri tutti territori dell'Inghilterra, ma li distribuì tra i suoi
baroni che, in cambio, erano tenuti a prestare servizio in battaglia. A loro volta
essi, allo scopo di ampliare l'esercito per il re, facevano la stessa cosa con chi
stava sotto di loro nella gerarchia sociale, ovvero cavalieri e contadini che
vivevano nelle loro terre.
5
Ibid., p. 85 (trad.: «[...] gli Inglesi adottarono così tante parole francesi perché era di moda sotto
ogni aspetto imitare i loro 'migliori' [...]»).