6
nell’organizzazione interna e nelle strategie delle aziende. Si osserva, insomma,
l’introduzione di uno spirito gestionale ispirato all’adattamento sistematico ai
cambiamenti, dove il lavoro si modella fluidamente sulle esigenze del momento e
durante il quale gli operatori devono concedersi prontamente alle mutazioni, per
evitare l’esclusione dal mercato. Oltre a queste caratteristiche generali, ne esistono
anche alcune che sono specifiche del mercato audiovisivo, come il fattore tecnologico,
che negli anni novanta ha avuto uno sviluppo doppio. Si è assistito, in primo luogo, a
un forte sviluppo dal punto di vista delle modalità di fruizione in quanto si sono
costruite sale cinematografiche più moderne e funzionali, sono stati migliorati i
supporti per la visione domestica, dalle videocassette al DVD, e, infine, è cambiato
radicalmente il tipo di offerta televisiva. In secondo luogo, c’è stato anche un
importante fenomeno di sviluppo del prodotto in sé. Si pensi a quanto negli ultimi anni
la grafica elaborata mediante computer ha influito negli ambiti di produzione della
cinematografia, permettendo di ottenere effetti speciali migliori ad un costo più basso
e di richiamare un pubblico più numeroso, motivato oltretutto dall’effetto “novità”
determinato da queste innovazioni tecniche. Oltre a questi due fattori c’è poi
comunque il lato manageriale, che comprende la produzione del film, la sua
promozione, il suo sfruttamento commerciale. Capire i mutamenti della società e le
richieste del pubblico, familiarizzare con i nuovi linguaggi e con le nuove forme
espressive sono dunque compiti vitali per le industrie cinematografiche. É in questo
senso che la gestione di un’impresa che operi nel settore del cinema è un’attività che
richiede un insieme di professionalità diverse, che vanno dalla conoscenza del mezzo
espressivo alla capacità di rimanere nel mercato con un prodotto che possa risultare
sempre competitivo.
Il settore audiovisivo italiano ed europeo, dati gli sviluppi degli ultimi anni, si è
trovato a ridefinire tutta la sua organizzazione in ragione della competitività scaturita
dal mercato globale dell’intrattenimento, così da rinnovare una struttura produttiva
che, inadeguata ai mutamenti avvenuti, aveva contribuito a far sorgere una crisi dalla
quale oggi, tra mille incertezze, si intravede una via d’uscita proprio nelle enormi
mutazioni strutturali che si sono manifestate negli anni novanta. A partire dalle nuove
possibilità offerte dal progresso della tecnologia, si sono avviati una serie di processi
7
che hanno finito per cambiare radicalmente sia il modo di lavorare che la struttura
stessa delle aziende, sia il tipo di domanda che le abitudini dei consumatori. Infatti,
proprio le strutture economiche, le modalità di consumo, la composizione del mercato
del lavoro e, in definitiva, la società nella sua interezza, sono stati attraversati da una
nuova esigenza di rinnovamento che sta portando nuova ricchezza e nuove possibilità
agli addetti ai lavori ed ai semplici fruitori. Per comprendere quali siano queste
possibilità è necessario dunque prestare attenzione a quelle che sono state le modalità
del cambiamento durante lo scorso decennio ed è ciò che, in parte, questa trattazione si
propone di fare.
Nel primo capitolo viene affrontato inizialmente il tema dei multiplex, i nuovi
complessi sorti negli anni novanta contenenti 8 o più sale cinematografiche e il loro
sviluppo in tutta Europa negli ultimi anni. Si passa poi ad analizzare le motivazioni
che portano al consumo di cinema in sala e l’andamento del consumo in Europa che in
questi ultimi anni è molto positivo grazie anche all’affermazione dei film nazionali,
per concludere con il tema del cinema digitale, la grande rivoluzione dal lato della
produzione e distribuzione dell’ultimo decennio. Dato che il passaggio al digitale si
delinea chiaramente all’orizzonte, è importante esaminare in modo oggettivo e
analitico quali siano i risvolti di tale processo per l’esercizio.
Nel secondo capitolo viene proposta una panoramica generale dei nuovi mezzi di
marketing e comunicazione via Internet, primo fra tutti il sito aziendale fino ad
arrivare ai forum e alle comunità virtuali, importanti perché permettono l’incontro e la
discussione tra i consumatori. Si passa poi alla trattazione del Customer Relationship
Management, agli strumenti utilizzati per realizzarlo, Data Warehouse, Database e
Data Mining, e si vede come anche in questo caso Internet sia molto utile per
approfondire il rapporto col cliente, instaurare una relazione one-to-one, quindi diretta,
e aumentare così la soddisfazione e fidelizzazione dello stesso. Infine, attraverso
esempi, viene illustrato come le potenzialità di Internet, in quanto strumento di
promozione della sala e di fidelizzazione del pubblico, vengano sfruttate dagli
esercenti europei.
Nel terzo capitolo si ha la presentazione della ricerca “Internet e Cinema” di MEDIA
Salles nata per rispondere alla sempre maggiore attenzione degli esercenti alle forme
8
del one-to-one marketing e alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie per la
gestione delle relazioni con i clienti che permettono di fornire informazioni e
promuovere la propria offerta, vendere biglietti, raccogliere dati sulla clientela e
stimolarne la fidelizzazione. L’obiettivo della ricerca è duplice: da un lato, si tratta di
collegare la fruizione cinematografica a profili ben definiti di utilizzo di Internet;
dall’altro, di valutare le opportunità offerte da Internet per promuovere le sale
cinematografiche.
9
I. LE TENDENZE E L’EVOLUZIONE CINEMATOGRAFICA IN EUROPA
Ormai da qualche anno, si è resa evidente, anche in Italia, la necessità di far propria la
strada intrapresa nei maggiori Paesi europei per allinearsi alle nuove esigenze, di
comodità e di qualità della proiezione, sentite dal pubblico delle sale cinematografiche.
L’aumento, negli ultimi anni, del numero degli spettatori pare un dato incoraggiante,
che spinge alla modernizzazione della gestione delle sale cinematografiche; oltre
all’adeguamento tecnologico, si rende necessaria anche una valorizzazione in termini
comunicativi e relazionali del ruolo della sala, in modo da trasformare la fruizione del
film “da routine a evento audiovisivo ad alto contenuto di servizio”. A livello generale,
è possibile individuare tre tendenze che caratterizzano l’esercizio cinematografico
europeo, presenti - pur con diverso grado di intensità - in quasi tutti i Paesi europei:
tali tendenze sono rappresentate da una progressiva concentrazione del settore, da una
generalizzata istanza di modernizzazione dei cinema e, infine, da un orientamento, pur
ancora debole, verso l’integrazione tra la distribuzione e l’esercizio cinematografico.
La concentrazione è un fenomeno importante per il settore cinematografico e si
manifesta a sua volta a tre livelli: la concentrazione di più schermi all’interno di uno
stesso edificio (cinema multischermo e multiplex), la concentrazione di più cinema da
parte di uno stesso esercente e la concentrazione geografica dei cinema nelle maggiori
aree urbane.
La modernizzazione riguarda la dotazione tecnologica delle sale: sistemi Dolby,
dispositivi per la proiezione digitale, grandi schermi, posti confortevoli, botteghino
computerizzato.
Per quanto concerne l’integrazione tra distribuzione e esercizio cinematografico
(integrazione verticale) si può constatare come i distributori stiano assumendo un
crescente ruolo nel controllo dell’esercizio, che costituisce sempre la base di lancio dei
film più importanti, così come sia parallelamente in aumento anche il coinvolgimento
delle Majors americane (è il caso della Warner Bros, grande casa di produzione e
distribuzione, che gestisce in Europa un patrimonio di multiplex in costante crescita)
1
.
1
Cfr. R. P. NELLI, L’esigenza di riposizionamento del servizio cinematografico in Europa: evidenza empirica e
ruolo della comunicazione, Vita e Pensiero, Milano 1996.
10
I.1 LO SVILUPPO DEI MULTIPLEX
I multiplex rappresentano la nuova generazione dei complessi cinematografici. Fino ad
ora non è stata ancora formulata una definizione di “multiplex” che sia condivisa in
tutti i paesi e questo provoca che termini come multisala
2
, multischermo, multiplex,
megaplex e mega schermo vengano usati indifferentemente per indicare i complessi
con più schermi che sono e stanno progressivamente nascendo. Queste definizioni
inoltre, essendo usate in modo interscambiabile, causano confusione e incomprensioni
sia tra il pubblico dei non addetti che tra i professionisti del settore.
La pluralità di schermi in un solo sito, che è l’elemento di differenziazione più
evidente rispetto alla sala tradizionale (monosala), non può essere sufficiente per
accomunare in un’unica tipologia strutture differenti tra loro, cui spesso corrisponde
una diversità di servizi offerti al pubblico. I criteri più facilmente individuabili per
distinguere i vari tipi di strutture possono essere la presenza di servizi accessori, per
esempio il parcheggio o la ristorazione, e la progettazione specificamente orientata ad
una pluralità di schermi.
Guardando al processo di trasformazione che negli ultimi trent’anni ha interessato, con
modalità diverse, il parco sale di tutti i paesi europei, quest’ultimo criterio ha
un’importanza fondamentale. Sia le strutture nate dal frazionamento di un cinema
monoschermo sia quelle progettate specificamente consentono di offrire al pubblico
una maggiore scelta di film, in termini di economia di scala e di flessibilità alle
variazioni della domanda, ma la progettazione specifica è meglio rispondente agli
obiettivi (per esempio la cabina di proiezione può essere unica per più sale, le
dimensioni delle sale possono essere modulate in modo da soddisfare anche la coda
della domanda, ecc.). É perciò logico e motivato usare il termine “multisala” per le
strutture ottenute dal frazionamento e porre come condizione necessaria per
identificare un multiplex o un megaplex la progettazione specifica
3
.
2
In base alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 12 novembre 1998 per multisala s’intende
“l’insieme di due o più sale cinematografiche adibite a programmazioni multiple accorpate in uno stesso
immobile sotto il profilo strutturale e tra loro comunicanti”. Per sala cinematografica s’intende “uno spazio al
chiuso dotato di uno schermo, adibita a pubblico spettacolo cinematografico”.
3
Cfr. MEDIA Salles, European Cinema Yearbook - 2002 edition.
11
Naturalmente anche i complessi multischermo progettati specificamente devono essere
differenziati poiché possono comprendere da 4-5 schermi fino a 25 e oltre. La
posizione presa da MEDIA Salles (il progetto che nel quadro del Programma MEDIA
dell’Unione Europea, col supporto del Governo Italiano, si rivolge all’esercizio
cinematografico) e adottata anche dall’Union Internationale des Cinémas (UNIC)
4
nel
1998 è che si può parlare propriamente di multiplex solo se il complesso dispone di
almeno 8 schermi. Questa prassi si fonda sui risultati dello studio elaborato da London
Economics per conto di MEDIA Salles
5
che afferma che l’effetto multiplex si realizza
pienamente solo con almeno 8 schermi. Questo approccio, che mira a considerare in
particolare l’efficienza della formula multiplex (in termini di grado di utilizzo delle
strutture), è preferibile rispetto all’individuazione di una serie di elementi qualitativi
(oltre ai parcheggi e ai servizi di ristorazione, la dimensione degli schermi, la
disposizione delle poltrone a gradoni, le distanze tra poltrone, i foyers spaziosi, l’aria
condizionata, la qualità del sonoro, ecc.) che sono di difficile valutazione a fini
statistici e che di per sé potrebbero ritrovarsi anche in strutture che non sono multiplex
e che possono essere considerati non tutti ugualmente necessari per definire un
multiplex come tale
6
. Non esistendo molti complessi con 8 o più schermi che non
possano essere chiamati multiplex in quanto non soddisfacenti questi criteri qualitativi,
questa categoria risulta abbastanza omogenea e più facilmente isolabile.
É invece più difficile arrivare ad una definizione di megaplex. MEDIA Salles ha
iniziato, nell’Annuario del 1998, a suddividere i multiplex, che in un primo tempo
erano tutti raggruppati nella categoria 8 o più schermi, in ulteriori classificazioni. Si è
così notato che il 93% circa dei 810 siti rilevati in Europa al 31 ottobre 2002 si colloca
nelle categorie 8-11 e 12-15 schermi. Sembrerebbe quindi opportuno porre la soglia tra
multiplex e megaplex a 16 schermi e si considera perciò megaplex un complesso di
4
L’UNIC è l’Associazione delle federazioni europee degli esercenti nazionali e nel 1998 si è tenuta
un’Assemblea Generale nella quale è stato adottato il termine multiplex ad indicare i complessi a 8 e più
schermi.
5
Lo studio è pubblicato in MEDIA Salles, White Book of the European Exhibition Industry seconda edizione,
1994, vol. II, p. 48.
6
Cfr. J. PH. WOLFF, Of multiplexes and multiscreens, UNIC, Parigi, dicembre 1993, in MEDIA Salles, European
Cinema Yearbook - edizione 2002.
12
almeno 16 schermi
7
. La ragione dell’adozione di un termine specifico per i multiplex
con un elevato numero di schermi è dovuta al fatto che essi sembrano avere un bacino
di utenza più esteso rispetto a quello dei multiplex più piccoli. L’osservazione dei
complessi di 16 o più schermi già esistenti mostra che, in questi casi, assume un ruolo
determinante la strategia dell’impresa. Infatti, nella scelta di costruire strutture di
questo tipo, rispetto ai multiplex, entrano in gioco elementi legati alla dimensione
dell’investimento e alla gestione del complesso molto impegnativi. Tra questi spiccano
la localizzazione della struttura sulla base delle dimensioni del mercato potenziale e
della presenza di infrastrutture adeguate, il rapporto tra il cinema e le attività
commerciali considerate sinergiche, l’approvvigionamento dei film. Non a caso, i
megaplex sono spesso concepiti come strutture autosufficienti, non integrate in un
centro commerciale e situate in aree molto periferiche, dove il cinema diventa
l’elemento trainante di sviluppo o si integra con altre offerte di spettacolo più che di
“shopping”
8
.
Ricapitolando quindi si possono definire multisale cinematografiche quegli speciali
complessi adatti per la proiezione di pellicole cinematografiche, contenenti due o più
auditorium equipaggiati con schermi, poltrone, attrezzatura di proiezione sonoro,
serviti da strutture di servizio centralizzate comprensive di casse, grande sala d’attesa e
spazi di vendita al pubblico (area snack-bar, ristorante, book-shop, video-shop,
negozio di articoli di merchandising) e si può giungere ad una classificazione generale:
Multisala e multischermo: complessi con un numero di schermi compreso tra 2 e 7 e,
all’interno di questa classificazione, si considerano separatamente:
• complessi che nascono dal frazionamento di sale esistenti e sono le multisala
tradizionali;
• complessi che sorgono progettati specificamente con strutture di servizio, ma
hanno meno di otto sale e sono i “miniplex”. Un esempio può essere quello delle
nuove strutture a sei sale che sorgono all’interno dei centri commerciali.
7
Anche questa classificazione è stata accettata e adottata dall’UNIC sempre all’interno dell’Assemblea Generale
tenutasi nel 1998.
8
Cfr. MEDIA Salles, European Cinema Yearbook - 2002 edition.
13
Multiplex: complessi dotati di sale a 8 o più schermi, specificamente progettati, con
comode poltrone, buona visibilità, ottimo sistema sonoro, e l’elemento fondamentale
che fa la differenza è l’offerta di servizi complementari e accessori: parcheggi, spazi
per la ristorazione, foyers spaziosi, aria condizionata, grandi schermi. In Italia
attualmente vi sono 42 multiplex
9
.
Megaplex, dotati di 16 o più sale, hanno gli stessi servizi aggiuntivi dei multiplex, ma
sorgono generalmente in aree molto periferiche, dove il cinema diventa appunto
l’elemento trainante dello sviluppo economico e commerciale della zona o si integra
con altre forme di spettacolo. In Italia sono presenti 3 megaplex
10
: uno a 18 schermi a
Roma della Warner Village e due a 16 schermi: uno a Vimercate (in provincia di
Milano) sempre della Warner Village e uno a Campi Bisenzio della Vis Pathe.
L’affermazione, economica e sociale, del multisala e del multiplex appare già come
definitiva: il modello multisala risulta vincente, perché si fa carico e va incontro alle
necessità del fruitore, abituato alla visione domestica, che se va al cinema pretende di
incontrare non solo il prodotto filmico, ma anche una serie di comodità aggiuntive:
poltrone comode, ottima definizione dell’immagine, aria condizionata, un posteggio
per l’auto, pop-corn.
11
Il multiplex consente all’esercente di entrare nell’ottica della proiezione del film come
elemento di partenza di una strategia che veda il cinema diventare il polo di attrazione
di un centro multi-funzionale, in grado di offrire al pubblico una gamma ampia di
servizi culturali, commerciali e di intrattenimento. Ciò senza dimenticare che la
multisala presenta vantaggi non indifferenti in termini di minori costi di gestione, di
maggiore capacità di negoziazione con i distributori, di riduzione del rischio
commerciale (a causa del portafoglio di pellicole maggiormente articolato) e di una più
incisiva politica di marketing e di comunicazione nei confronti di un pubblico
potenzialmente fidelizzabile. I multisala, e in particolare i multiplex, beneficiano di
vantaggi rispetto ai cinema monosala da più punti di vista
12
:
9
I dati si riferiscono al 31 ottobre 2002.
10
I dati si riferiscono al 31 ottobre 2002.
11
Cfr. A. BRODESCO, Multiplex e programmazione culturale, http://www.mediasalles.it.
12
Cfr. MEDIA Salles, White Book of the European Exhibition Industry Sintesi, 1994.
14
• le piccole sale rendono economica la programmazione dei film alla fine della loro
“carriera”, quando la domanda è bassa;
• una grande quantità di sale permette di diminuire i rischi di fronte a una domanda
di film difficilmente prevedibile;
• a parità di numero di sale, i multiplex presentano delle economie di scala che non
offrono i cinema monoschermo;
• il multiplex ha un effetto addizionale sulla frequentazione globale, perché la coda
della domanda di un film può essere soddisfatta.
Gli effetti esposti sono più importanti aumentando il numero di sale. Il multiplex
fornisce inoltre la possibilità di una strategia di saturation selling: invadere il mercato
con un nuovo film piazzato in più di una sala, in modo da soffocare ogni concorrenza e
“creare l’avvenimento”. La strategia di saturation selling richiede uno sfruttamento
molto intenso del film nel periodo più breve possibile.
É interessante analizzare brevemente l’impatto dei multiplex sull’industria
cinematografica e sulla vita della città.
Per quanto riguarda l’impatto sul mercato cinematografico, il boom di multiplex ha di
fatto reinventato l’abitudine di andare al cinema facendo crescere l’interesse per il
consumo cinematografico a beneficio di tutti i tipi di operatori del settore, è pur vero
però che la concorrenza generata da questi è rilevante. Il successo dei cinema più
piccoli, situati nei centri delle città, dipende essenzialmente dal prodotto e la
sopravvivenza all’arrivo dei multiplex è frutto di determinazione, fiuto, rinnovamento
e buone relazioni commerciali con tutti i distributori.
In Italia, l’avvento di una nuova popolazione di sale cinematografiche (i multiplex), ha
costituito un fattore di crescita per il mercato cinematografico, perché questa nuova
forma di sala ha consentito di attrarre un maggior numero di spettatori rispetto alle sale
tradizionali. Questa crescita è avvenuta però a spese delle popolazioni di sale mono e
multisala preesistenti, rispetto alle quali prevale un effetto di competizione. In alcuni
contesti geografici, caratterizzati da bacini limitati e popolazione poco propensa al
consumo di cinema in sala, le sale tradizionali sono addirittura destinate a scomparire.
Solo le poche sale più specializzate a livello di programma e qualitativamente evolute
15
fra quelle preesistenti, in bacini sufficientemente grandi, potranno godere di un effetto
di commensalità con i multiplex: l’interesse per il cinema generato dalla nuova forma
di sale si riverbererà anche su quelle preesistenti.
Si hanno effetti anche sulla distribuzione in quanto con un maggior numero di schermi
a disposizione, tra i distributori emerge la tendenza ad aumentare il numero di copie
nella speranza di maggiori entrate
13
.
L’impatto sullo sviluppo urbano, invece, si nota dal fatto che la maggior parte dei
multiplex si trova nel centro o alla periferia di grandi città e molti temono che questo
porti il pubblico cinematografico fuori dal centro storico e lo trascini con forza verso
gli altri luoghi di divertimento che tendono a svilupparsi intorno al cinema. Il parco
sale fa parte del tessuto commerciale di una comunità locale. Anch’esso ha la funzione
di soddisfare i bisogni dei consumatori sia per quanto riguarda il prezzo sia per quanto
riguarda la qualità dei servizi e dei prodotti offerti. Come il commercio generale, così
anche il parco sale svolge due funzioni essenziali alla vita della città: una economica,
l’altra sociale. Lo sviluppo dell’attività economica tende a stabilizzare la popolazione
del comune o del quartiere attorno ai suoi punti d’animazione, che divengono luogo di
socializzazione. Ne consegue che il parco sale deve contribuire a far apprezzare la città
e a migliorarne la qualità. I multiplex fanno anche parte del tessuto urbano. Devono
quindi contribuire alla vita urbana e rispondere alle esigenze dell’organizzazione del
territorio e della qualità della dimensione urbana. I centri delle città si desertificano
sempre più ed è necessario rivitalizzarli. Ciò implica un contenimento dello sviluppo
commerciale, inclusa la costruzione di sale cinematografiche, alla periferia delle città
attraverso una regolamentazione appropriata.
Alcuni esempi sono le regolamentazioni francese, italiana, inglese e tedesca. Il paese
con la regolamentazione più rigida è la Francia. Conformemente al “Patto di Rilancio
per la Città” è stato elaborato un sistema amministrativo che regola lo sviluppo del
parco sale prendendo in considerazione le esigenze dei centri delle città e delle sale
cinematografiche esistenti. In Italia il governo ha adottato una nuova politica
liberalizzando completamente l’apertura di cinema sino a 1.300 posti, mentre per i
13
Cfr. MEDIA Salles, L’impatto dei multiplex sull’industria cinematografica e sulla vita della città, Cinema Expo
International, Amsterdam 15 giugno 1998.
16
cinema con più di 1.300 posti è necessaria l’autorizzazione
14
. La Gran Bretagna,
conservando l’approccio liberale nel commercio, rifiuta di regolare lo sviluppo
dell’esercizio cinematografico, però emerge chiaramente una politica in favore della
rivitalizzazione dei centri delle città. Attraverso il “sequential approach” anche coloro
che investono nei multiplex sono obbligati a rispondere alle esigenze dell’assetto del
territorio e della qualità della vita urbana. La Germania invece, sebbene deplori
l’impatto negativo dei multiplex situati nelle periferie sulla dimensione urbana, così
come sul settore dell’esercizio cinematografico in generale, non ha ancora formulato
nessuna politica complessiva.
In Europa, i paesi dove per primi sono stati costruiti i multiplex sono la Gran Bretagna
(dove lo sviluppo è iniziato nel 1985), seguita dal Belgio e successivamente dalla
Francia e dalla Germania (negli anni ’90 e il 1995 può essere considerato l’anno
dell’affermazione dei multiplex). Questo fenomeno molto dinamico di apertura di
nuovi multiplex prosegue tuttora.
Analizzando lo sviluppo delle sale e in particolare dei multiplex a partire dal 1997
possiamo notare che l’ammodernamento delle sale ha portato ad una riduzione delle
monosale e delle sale con due schermi e un incremento sia delle sale con 6-7 schermi
(particolarmente significativo, rispetto al 1996, in Spagna e in Gran Bretagna
rispettivamente del 58% e 30%), sia dei multiplex, che continuano ad aumentare a
ritmi sostenuti. Nel 1997 i multiplex hanno riscontrato i maggiori tassi di crescita,
sempre rispetto al 1996, in Gran Bretagna (+43%), in Francia (+26%) e in Germania
(+18%). In quest’ultima sono stati creati 25 multiplex, tanti quanti nel periodo 1990-
1996. Anche in Italia, pur rimanendo il Paese con la più alta percentuale di monosale,
c’è stato un aumento dei cinema con 3-5 schermi del 50%, gli esercizi con 6-7 schermi
sono passati dalle 13 unità del 1996 alle 38 del 1997 e i cinema con più di 8 schermi
sono diventati 54 (rispetto ai 10 del 1996).
Per quanto riguarda il 1998 al 31 dicembre i multiplex sono 401, per un totale di 4.230
schermi, e rappresentano più del 15% di tutti gli schermi dei 31 paesi e il 16% degli
schermi dei paesi che dispongono di almeno un multiplex. Da un confronto con la
14
Vedi allegato della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 12 novembre 1998.
17
situazione al 30 giugno 1998, risulta che nel giro di sei mesi sono stati inaugurati 60
nuovi siti (+16,6%) che insieme significano 626 schermi (+17,4%). La taglia “media”
dei complessi è intorno alle 11 sale.
Nell’ultimo semestre spiccano le aperture di 8 megaplex, decisamente numerose se si
pensa che sino a giugno le strutture con 16 schermi e più erano in totale 13. É da
notare che sino alla metà del ’98 nessun complesso aveva superato la soglia dei 14
schermi in un contesto dove oltre il 45% degli schermi si trovava nei multiplex. Dei
162 schermi situati nei nuovi complessi “extra large”, ben 67 si trovano in Spagna in 3
complessi, uno a Madrid (25 schermi), uno a Barcellona (24 schermi) e uno a Tenerife
(18 schermi), altri 40 nei 2 complessi in Gran Bretagna di Manchester e Sheffield
(entrambi 20 schermi), seguono la Germania con Berlino (19 schermi), la Francia con
Parigi (18 schermi) e l’Italia con Roma (18 schermi). Il modello megaplex prende così
piede sia nei paesi dove l’ammodernamento del parco sale è iniziato da più tempo e si
è svolto in fasi successive, sia in quelli in cui le diverse modalità di trasformazione
delle strutture (frazionamento delle monosale, costruzione ex-novo di minicomplessi,
di multiplex e di megaplex) si sono trovate a convivere nel giro di pochi anni.
A questa tipologia si possono ricondurre situazioni come quella dell’Italia, del
Portogallo, della Grecia e della Finlandia. In quest’ultimo paese nel secondo semestre
del ’98 è stato inaugurato il primo multiplex a Helsinki (10 schermi) e all’inizio del
1999 è stato aperto un complesso di 14 sale. Sempre nel 1998 sono saliti a 3 i
multiplex in Grecia con l’apertura di un nuovo complesso di 8 schermi.
L’affermazione crescente dei multiplex è uno degli elementi salienti della situazione
della Spagna, dove da luglio a dicembre sono stati aperti 3 nuovi complessi (oltre ai 3
megaplex già citati). In Gran Bretagna alla fine del 1998 i multiplex sono 113 per un
totale di 1.198 schermi. Se nel 1997 il 38% degli schermi era situato nei multiplex, nel
1998 la percentuale è cresciuta ulteriormente: 46,4%. Altri paesi europei in cui il
fenomeno multiplex è molto sviluppato sono il Belgio, in cui i 16 complessi a più di 8
sale raggruppano il 43% degli schermi, e l’Irlanda in cui i multiplex rappresentano il
28,2% degli schermi. In Germania il fenomeno multiplex conosce un vero boom: nel
secondo semestre dell’anno sono stati aperti 20 nuovi complessi per un totale di 186
schermi. Anche in Italia continua la trasformazione del parco sale: al frazionamento
18
dei cinema monoschermo, in atto ormai da alcuni anni, si è accompagnata, nell’ultimo
biennio, la costruzione ex-novo di complessi multischermo per iniziativa di società di
esercizio sia italiane sia straniere.
Al 31 ottobre 1999 i multiplex operanti in Europa sono 474, per un totale di 5.002
schermi, emerge così che rispetto all’anno precedente c’è stato un incremento del
18,2% e che i multiplex sono presenti in 21 dei 31 paesi studiati
15
. Alcuni territori, nel
1999, sono stati caratterizzati da un rapido incremento del numero di multiplex. Sotto
questo profilo, è la Spagna a detenere il primato. Tra i Paesi che solo recentemente
hanno visto la costruzione di complessi con almeno 8 schermi, si nota, nei primi 10
mesi del ’99, l’apertura di 2 multiplex in Italia e, in Finlandia, al primo multiplex
aperto nel ’98, se ne sono aggiunti due (altri 24 schermi).
Al 1° gennaio 2000 i multiplex in Europa sono 527. Anche nel 2000 continua
l’espansione dei multiplex. Gli schermi situati in complessi di otto o più schermi sono
infatti passati da 5.580 a 6.688 tra il 1° gennaio 2000 e il 1° gennaio 2001, con un
incremento di circa il 20%. Fa eccezione il Belgio, dove la costruzione di multiplex è
stagnante, mentre sembra continuare senza sosta in Francia, Gran Bretagna e,
specialmente, in Germania. Un’interessante sviluppo è quello della Spagna;
l’affermazione dei multiplex è iniziata relativamente tardi, ma è continuata con
straordinaria velocità, tanto che nel 2000 in Spagna ci sono più multiplex che in
Francia e Germania.
Il 2001 è stato ancora un anno che ha visto l’apertura di moltissimi multiplex in
Europa, infatti il numero dei complessi con almeno 8 schermi ha toccato, al 31 ottobre
2001, quota 710, per un totale di 7.574 schermi, rispetto ai 4.929 rilevati da MEDIA
Salles alla stessa data del 1999, con un incremento in 2 anni di ben il 53%. Le cifre
analoghe, al 31 ottobre 2000, erano rispettivamente 597 e 6.319, pari a circa il 22% del
totale degli schermi dei 32 paesi dell’Europa Occidentale e Centro-Orientale rilevati
15
I paesi analizzati sono: Austria (A), Belgio (B), Danimarca (DK), Finlandia (FIN), Francia (F), Germania (D),
Grecia (GR), Islanda (IS), Irlanda (IRL), Italia (I), Lussemburgo (L), Paesi Bassi (NL), Norvegia (N), Portogallo
(P), Spagna (E), Svezia (S), Svizzera (CH), Regno Unito (UK), Bulgaria (BG), Croazia (HR), Cipro (CY),
Repubblica Ceca (CZ), Estonia (EE), Ungheria (HU), Lettonia (LV), Polonia (PL), Romania (RO), Repubblica
Slovacca (SK), Slovenia (SI), Turchia (TR), Iugoslavia (YU). Quelli in cui sono presenti sono: Austria, Belgio,
Svizzera, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Spagna, Francia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Italia, Irlanda,
Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Polonia, Svezia, Turchia, Gran Bretagna.
19
da MEDIA Salles
16
. In 12 mesi si è registrato quindi un incremento del 19,8% quanto
a numero di schermi e del 18,9% per numero di complessi. Da questo emerge anche
che la taglia media dei complessi attivi a ottobre 2001 è leggermente più alta di quella
dei multiplex esistenti alla fine di ottobre del 2000. É passata infatti da circa 10,5
schermi per complesso a oltre 11.
Più della metà sono peraltro cresciuti i megaplex: erano 31 nel 2000 (601 schermi),
sono diventati 43 nel 2001 (825 schermi). Il tasso di crescita è del 37% in termini di
schermi, del 39% in termini di complessi. Tra i megaplex aperti nel 2001 spiccano
Valencia (Spagna) e Poznan (Polonia) che al ragguardevole numero di schermi
(rispettivamente 24 e 20) uniscono un ugualmente elevato numero di posti (8.194 e
7.338). Sull’insieme dei complessi multiplex, i megaplex pesano solo per il 6%, ma
rappresentano l’11% degli schermi e sembra delinearsi una tendenza allo sviluppo
soprattutto di queste strutture di grandi dimensioni: infatti, negli ultimi tre anni le
crescite maggiori si sono verificate nel numero di schermi collocati nei cinema con 13
sale, aumentati dell’83%, e in quelli con più di 15 schermi, che hanno subito un
incremento del 69%.
La percentuale maggiore di schermi nei multiplex si trova in Gran Bretagna (con il
25% del totale a livello europeo), quindi in Spagna (20%), in Francia (19%) e in
Germania (16%). In realtà i primi cinque mercati europei
17
presentano uno sviluppo
dei complessi multiplex abbastanza diverso
18
:
• in Gran Bretagna la percentuale degli schermi collocati nei multiplex, pari a ben il
54% degli schermi presenti complessivamente nel Paese, ha conosciuto un
aumento costante nel tempo, con incrementi anno su anno anche di notevole entità,
specialmente nel 1997 (+43% rispetto all’anno precedente) e nel 1998 (+30%).
Tale incremento ha riguardato abbastanza uniformemente le diverse tipologie di
multiplex, determinando l’esistenza, sul totale degli schermi presenti in tali
complessi al 31 ottobre 2001, di un 44% di sale in cinema con 8-11 schermi, un
42% in cinema con 11-14 schermi e un 14% in cinema con almeno 15 schermi.
16
É stata aggiunta la Lituania dalla nona edizione dell’Annuario MEDIA Salles, European Cinema Yearbook -
2000 edition.
17
Per primi cinque mercati europei si intendono quelli che vendono almeno 100 milioni di biglietti.
18
Cfr. MEDIA Salles, European Cinema Journal, n. 2 - anno IV - giugno 2002, p. 2.