Analisi termofluidodinamica dei reattori nucleari innovativi refrigerati a gas
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Introduzione I-2 produzione e la distribuzione dell’elettricità 1 più degli altri è assimilabile al nostro. Il costo dell’energia per l’industria italiana è del 95% più alto di quello sostenuto dalle analoghe industrie transalpine[I-2]: è oltremodo ovvio come tale sovrapprezzo si ripercuota negativamente sulla competitività delle nostre aziende nazionali in un mercato sempre più globalizzato. Ed ultima ma non meno importante è la questione ambientale. Circa i 4/5 dell’attuale produzione energetica italiana sono ottenuti bruciando petrolio, gas naturale e (in misura minore) carbone: tutte e tre le fonti emettono nell’atmosfera massicce quantità di CO 2 e di altri inquinanti cancerogeni. Anche lo stesso gas metano, tante volte pubblicizzato come una fonte energetica “pulita”, emette nell’atmosfera non solo CO 2 ma soprattutto, a causa delle perdite durante il trasporto, non trascurabili quantità di CH 4 ; quest’ultimo, ai fini del famigerato effetto serra, ha una potenzialità (a parità di quantità emesse) quattro volte superiore a quella della stessa CO 2 [I-1]. Attualmente l’unica fonte in grado di produrre una rilevante quantità del nostro fabbisogno energetico senza l’emissione in atmosfera di CO 2 e di altri gas nocivi è il nucleare. Per un paese come l’Italia non solo firmatario, ma anche strenuo sostenitore del protocollo di Kyoto, è imprescindibile porsi il problema di come produrre l’energia elettrica sufficiente al proprio fabbisogno riducendo le attuali quantità di gas serra emessi nell’atmosfera. Da queste considerazioni discende che nel prossimo futuro l'Italia non potrà fare a meno dell'energia nucleare. A questo punto dovrà rivedere le sue avventate decisioni prese sulla base di una presunta volontà popolare. Un esame obbiettivo degli effetti sull'ambiente e sulla salute della popolazione degli attuali impianti convenzionali per la produzione di energia porta come risultato la quantificazione di una serie di danni ben superiore a quelli conseguenti a qualsiasi ipotizzabile incidente nucleare. Lo stesso incidente di Chernobyl, preso come “esempio illuminante” per dimostrare il drammatico impatto di un incidente nucleare, ha causato (ad un esame realistico effettuato dalla IAEA[I-3]) 64 morti, quasi tutti per cause immediate e meccaniche e, nel lungo periodo, non ha prodotto alcune dimostrabile variazione nella statistica delle malattie oncologiche. Tutto ciò prescindendo dalla singolarità sia del reattore sia delle cause che hanno provocato l'incidente. Tra i reattori di tipo occidentale definiti “a maggior sicurezza intrinseca”, il reattore a gas ad alta temperatura (HTR) a ciclo diretto rappresenta uno dei candidati più quotati, sia per la sicurezza (quasi assoluta[I-4]) sia per il suo elevato rendimento che per le sue caratteristiche di economicità[I- 5] e di minimo impatto ambientale, compresa la polluzione termica. Fin dal 1945, un reattore ad alta temperatura refrigerato ad elio e moderato da grafite o da BeO con turbina a gas era stato proposto negli Stati Uniti da Farrington Daniels[I-2]. Il progetto non fu 1 EDF in Francia ed ENEL in Italia
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Analisi termofluidodinamica dei reattori nucleari innovativi refrigerati a gas
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Informazioni tesi
Autore: | Guglielmo Lomonaco |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Energetica Elettrica e Termica |
Anno: | 2007 |
Docente/Relatore: | Nicola Cerullo |
Correlatore: | WalterGrassi |
Istituito da: | Università degli Studi di Pisa |
Dipartimento: | Energetica |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 128 |
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