Drammatica bellezza. Estetica e storia in Hans Urs von Balthasar
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8 di poter cogliere da parte del soggetto il tutto nel frammento, la gloria infinita di Dio nella bellezza finita della Gestalt? A questa domanda Balthasar risponde ripercorrendo gli «spazi della metafisica» antica, medievale e moderna, nel quarto e quinto volume di Gloria. In questi due volumi, dunque, egli propone la sua interpretazione della storia dell’estetica dal punto di vista prospettico dell’estetica teologica, a partire cioè dal concetto analogico della Gloria Dei, «dall’irradiarsi assolutamente libero e affascinante della Signoria di Dio sull’essere, su ogni essere; una Gloria da cui sprigiona una bellezza che sa rapire chi la percepisce» 37 . Balthasar applica, da questo «altissimo» punto di vista, la sua fenomenologia storica alla Gestalt ai moltissimi filosofi, teologi, poeti presi in considerazione, collocando la loro opera nella complessiva evoluzione del pensiero metafisico dell’Occidente. Il quadro che emerge dell’intera storia dell’estetica occidentale raffigura e narra una drammatica bellezza 38 : una bellezza in azione sul palcoscenico della storia del mondo, la cui luce nell’antichità e fino al medioevo si diffonde ovunque, perché l’essere è bello e il tutto è glorioso. In epoca moderna, però, la luce di questa trascendentale bellezza si vede o concentrarsi completamente sul soggetto, nella contemplazione della sua stessa bellezza e gloria, oppure si vede impallidire posandosi qua e là su ciò che il soggetto ritiene di suo gusto, fin anche a spegnersi tragicamente nell’epoca contemporanea, in cui l’estetica, ormai divenuta una scienza particolare, può permettersi di confondere e identificare il bello con il brutto. L’interpretazione che Balthasar propone deve essere considerata del tutto originale, poiché non trova alcun paragone con altre opere di carattere storico sull’estetica. E proprio per questo motivo va ritenuta di somma importanza per uno sguardo diverso e alternativo sull’intero arco della storia dell’estetica occidentale. Questo mio studio, pertanto, si propone di rendere evidenti i punti più originali e rilevanti di questa interpretazione della storia dell’estetica. L’indice del IV e del V volume di Gloria è decisivo per cogliere la suddivisione che Balthasar propone della storia della metafisica-estetica. La prima grande suddivisione è quella tra i «Fondamenti» dell’estetica e le loro «Esplicitazioni» lungo la storia. I «Fondamenti» che comprendono l’intera epoca antica-classica, sono tre: il «Mito», da Omero ai Tragici; la «Filosofia», dai Presocratici a Platone; la «Religione» dei greci e dei romani fino a Virgilio e Plotino. Nella sua ricognizione attraverso la storia della metafisica occidentale, lungo il filo conduttore dell’idea della “gloria”, Balthasar scopre negli inizi della filosofia in Grecia i fondamenti dell’estetica trascendentale ancora valida nel mondo di oggi. Da questa prospettiva, Balthasar attribuisce alla filosofia greca un grande ruolo, come mediazione, strumento e base umana per la teologia odierna della “gloria”. 39 37 A. Scola, Hans Urs von Balthasar. Uno stile teologico, Jaca Book, Milano 1991, p.13. 38 «Drammatica bellezza» è anche il titolo che ho voluto dare a questo studio, ed è bene chiarire subito il significato di «drammatica». Balthasar utilizza questa parola, che compone il titolo della sua più originale opera teologica, la Teodrammatica appunto, rivestendola di tutti i suoi molteplici significati. Dramma, innanzitutto, nel senso etimologico di azione (dal greco drao, agire). Dramma, poi, nel senso di un componimento letterario destinato alla rappresentazione teatrale, il quale sviluppa e narra una vicenda triste, che nasce da un conflitto o contrasto che giunge, in crescendo, a un massimo di tensione. Dramma, infine, con riferimento alla vita reale, come storia dolorosa che suscita timore per la sua gravità e per la possibilità di volgersi verso il peggio. Una vicenda complessa, dunque, i cui esiti non sono ancora definitivi, e la cui conclusione rimane aperta al meglio e al successo, ma anche al peggio e all’insuccesso. In tal senso, dramma, si avvicina e allo stesso tempo si oppone al significato di «tragedia» come storia che finisce definitivamente male. 39 I. Murillo,“In dialogo con i greci. La comprensione balthasariana della filosofia antica in Gloria”, in K. Lehemann e W. Kasper (a cura di), Hans Urs von Balthasar. Figura e opera, Piemme, Casale Monferrato 1991, p. 282.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianni Vidoni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Alessandro Bertinetto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 135 |
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