Elaborazione e interazione in programmazione logica e ad oggetti
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Parte Prima: Differenze tra OOP e LP LP e OOP 8 Il concetto di variabile in LP è ben diverso. Innanzitutto non può essere di un tipo, come abbiamo già visto, e quindi il suo dominio di valori è in pratica tutto D che coincide con S ovvero con l’universo di Herbrand H(P) più il simbolo di underscore (_) per indicare l’assenza di legame. Ma la differenza principale è nella mancanza dell’operatore di assegnamento, difatti scrivendo X=a la variabile X viene legata alla costante a. Viene legato proprio al simbolo e non al suo valore perché non ne ha, o meglio, esso coincide con il simbolo stesso. Inoltre questo legame non si può sostituire, ad esempio scrivendo poi X=b vi sarebbe un fallimento. “L’assegnamento” è unico e può essere sciolto solo in backtracking. In pratica la variabile in LP è solo un modo per dare un nome diverso ad un termine. E’ come le variabile nelle funzioni, ad esempio f(x)=x 2 +3x+2 è un modo compatto per denotare una collezione di espressioni che appartengono ad una stessa classe (quelle la cui struttura è come quella indicata): f(0)=0 2 +3*0+2 f(1)=1 2 +3*1+2 f(2)=2 2 +3*2+2 … Così anche la clausola f(a, X) :- g(X). denota una collezione 2 di clausole: f(a, y) :- g(y). f(a, f(y)) :- g(f(y)). f(a, g(a,b)) :- g(g(a,b)). … Come per la funzione, in cui la visibilità della variabile x è l’espressione che segue, anche per le clausole la visibilità della variabile è la clausola stessa. Questo mette in luce il significato denotazionale della variabile logica, in contrasto con le variabili imperative che sono visibile all’interno di un blocco entro cui possono assumere valori diversi. In linguaggi imperativi per visibilità si intende la porzione di codice entro cui si può usare la variabile (il suo valore). Si ricorda che, a differenza delle funzioni, non vi è il passo successivo di valutazione (f(0)=0 2 +3*0+2=2) perché il valore è la clausola stessa. In LP si possono legare due variabili X=Y se poi Y viene legata al termine “a” anche X lo sarà. Se in un linguaggio imperativo scriviamo x=y dove x e y sono due variabili dello steso tipo a cui non è stato assegnato ancora alcun valore, si verifica un errore perché il simbolo y viene valutato per conoscere il suo valore e questo non esiste. Per una semantica simile a quella LP si devono usare espressamente i puntatori. 1.1.2.3. Mancanza di stato e quindi di effetti collaterali Questo concetto si ricollega al precedente quando abbiamo detto che i legami delle variabili possono essere eliminati soltanto in backtracking e non si possono sostituire. Abbiamo dovuto farne a meno per potere fare computazioni con semplici trasformazioni simboliche. Ad esempio con la clausola f(a) :- g(a). vogliamo che durante una derivazione f(a) sia sempre sostituibile con g(a) senza tenere conto di fattori contingenti, rappresentabili tramite lo stato, che possono fare in modo che tale sostituzione sia lecita in certi casi e non in altri. Consideriamo l’esempio pioggia → bagnato(prato) (bagnato(prato) :- pioggia.) A bagnato(prato) posso sostituire pioggia. Per decidere la verità di questo predicato potrei guardare fuori dalla finestra ed osservare lo stato del tempo. Questo non è ovviamente esprimibile sintatticamente perché dipende da fattori contingenti che possono variare nel tempo facendo variare la verità del predicato, mentre in LP si esprimono verità 2 La collezione può anche essere infinita ma è comunque numerabile. sintassi semantica nomeVar valy valz S D tipoX
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Informazioni tesi
Autore: | Tiziano Moretti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria Informatica |
Relatore: | Antonio Natali |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 233 |
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